Archivio dell'autore

Le cose invisibili (Le cose che ci sono in casa, 152)

6 aprile 2015

[E così, anche questo gioco è finito. Grazie a tutte e tutti].

di Claudio Mercandino

René Magritte, La chiave dei sogni, 1930

René Magritte, La chiave dei sogni, 1930

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Cose trovate e ritrovate (Le cose che ci sono in casa, 151)

6 aprile 2015

di Stefano Serri

[Le regole del gioco sono qui].

Sei Suites di Quartine

I. PARVA

IL SEGNALIBRO
Senza un volume sei solo una striscia
di carta variamente decorata.
Ma tra le pagine il tuo corpo striscia
scandendo la lettura dell’Idiota.

PARVA
La manopola del termosifone
la scanalatura del pavimento
buco di presa, leva di sciacquone –
piccole cose: nel dirvi vi canto.

LA MONETA
Ti sento. Tintinni dentro il cassetto.
Sarai sotto la calza o nella tasca?
Tra le mutande. Non l’avrei mai detto,
magra mancia della consueta tresca.

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La mascherina da notte (Le cose che ci sono in casa, 150)

6 aprile 2015

di Pietro Pancamo

[Le regole del gioco sono qui].

Tu sei l’unica
ch’io possa indossare
anche prima e dopo Carnevale
non destando ilarità.

Insomma ti ho comprata
per rivelarmi il sonno
o nascondermi la luce?
No, direi di no.
È che da piccolo sognavo
di diventare Zorro.

Il quadro (Le cose che ci sono in casa, 149)

1 aprile 2015

di Ersilia Anna Tomoe

[Le regole del gioco sono qui].

(la bambina del lago)

Stai lì
Più viva della vita
Appesa nel bianco sporco
Imprigionate le braccia
Dal legno della cornice
Le spalle, i tuoi occhi migliori,
osservano: (poche) entrate, (molte) uscite (di finta fuga)
Ecco, mia cara, ci sono delle cose che vorrei dirti:
il lago
le dune
il freddo
il lento manifestarsi dell’inverno
Ma insomma, laggiù tutta sola non hai paura?
Dolce il sìbilo dei colori scanditi
Da note di vecchi silenzi sbiaditi.

Il letto (Le cose che ci sono in casa, 148)

31 marzo 2015

di Cristian Miotto

[Le regole del gioco sono qui].

Perché, io sto dicendo a Chiara,
lì non ti ergi
ad affrontare,
mostri il pancino,
e leviti dopo piano piano,
lasci la caverna
– clong clong,
le catene mollano la presa –
dove la indiscutibile luce artificiale onnicomprensiva
genera, torniti e incorruttibili,
i due più due fa quattro
gli ovviamente
la determinate cause e quindi le previste conseguenze
il poche balle cazzo
le coerenze
le risoluzioni dei problemi…
E quindi voli fuori
nella naturale luce oscura
e veleggi quindi nell’iperuranio
half pipes e capriole e le sofficità e le curve a U e porosità ed i
                                                                            [ribaltamenti
con A che sono uguali a B
e che sono Non-A naturalmente.

Il letto, dico a Chiara,
dove sono cagnetto e trascendenza.

Il ferro a vapore (Le cose che ci sono in casa, 147)

30 marzo 2015

di Antonella Palermo

[Le regole del gioco sono qui].

Quando il ferro a vapore
spiana i lenzuoli
si formano strade
a valle del crespo

Passerai molto in fretta
per non ingiallire
Ma insistere là
dove si attaccano i pezzi
è dovere di donna

Ci vuole più forza
ci vuole calore
dove si attaccano i pezzi.

E tutto va a posto
Di nuovo s’innesta
fitta la trama

il giro dell’asola

ci vuole più tempo
dove si annidano i tagli

è dovere di donna
rimettere addosso
a filo di pelle
il riposo e la sorte
di un telo tra noi.

Il lume da notte (Le cose che ci sono in casa, 146)

16 marzo 2015

di Pietro Pancamo

[Le regole del gioco sono qui].

Dormo in incognito
per non farmi riconoscere dagli incubi.

Scavano per l’aria come talpe;
hanno un paio d’occhi
larghi e fotofobici.

Sul comodino
il lume acceso mi nasconde.

I peli della gatta (Le cose che ci sono in casa, 145)

7 marzo 2015

di Claudio Mercandino

[Le regole del gioco sono qui].

Virgole bianche, pavimento scuro;
bioccoli evanescenti trascinati
dall’aria in girotondi lungo il muro
dove li vedo e li disvedo; ingrati

ciuffi di peli lattei che catturo
sui miei vestiti, peli seminati
tra fusa e grattatine, duraturo
ritorno di coriandoli svagati.

Oggi evocano l’umida carezza
d’un naso sulla guancia addormentata
sul far dell’alba, o la spensieratezza

dei passi sulla mensa apparecchiata;
domani, inaspettati, la dolcezza
di ricordar che un giorno ci sei stata

Il cassetto (Le cose che ci sono in casa, 144)

2 marzo 2015

di Valentina Furlanetto

[Le regole del gioco sono qui].

L’importante è condividere lo stesso cassetto, aveva detto lui. Ne era convinto.
Suo nonno e sua nonna lo avevano fatto, dentro c’era il sogno di uscire dalla fame e dalla guerra e ne erano usciti: era tutto blu Mediaset mentre mangiavano mucca pazza, spezzatino e trippa, guardando le bombe che cadevano da qualche parte dentro il televisore.
Anche i suoi genitori avevano un cassetto: all’interno, un po’ stropicciato, c’era il sogno di costruire un mondo migliore e c’erano riusciti. Suo padre aveva costruito ville migliori in quartieri residenziali migliori con cassettiere di ottima finitura e sua madre si faceva la tinta che non cola.

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Il ficus (Le cose che ci sono in casa, 143)

24 febbraio 2015

di Elisabetta Galgani

[Le regole del gioco sono qui].

Il mio ficus non sta bene.
In realtà non è mio
ma è come se lo fosse.
L’ho preso in ufficio
dove, senza luce,
stava morendo.
L’ho portato a casa.
Adesso è vicino alla finestra
e prende la luce migliore
del pranzo.
A volte, quando rientro
è la prima materia vivente
che osservo dalla porta.
Attenta a notare
ogni minimo cambiamento:
una foglia sotto o sopra,
il colore del tronco,
le piccole venature,
il modo di stare al mondo.
Ma il ficus è immobile.
Non accenna trasformazioni.
A volte mi giro di scatto
per vedere se, magari,
si sta muovendo,
in combutta con la mia distrazione.
Lui, imperturbabile,
mi guarda.

La cassetta della posta (Le cose che ci sono in casa, 142)

22 febbraio 2015

di Stefano Serri

[Le regole del gioco sono qui].

La mia cassetta della posta è un tempio
dove sbucano rari ormai quei fogli
messi di sbieco da un postino empio
che copre l’indolenza con imbrogli:
un indirizzo falso, per esempio.
Emergono da quegli scrigni spogli
imposte, tasse, schemi che non riempio
e cartoline senza monti o scogli.

No, non mi aspetto che da quella grata
scenda volando un angelo che tenda
verso di me la sua notizia lieta
a fare la mia notte meno fonda.
Anche la mail ormai è desolata:
la uso quasi solo come agenda.
Apro la posta anche indesiderata
sperando in qualche spam che mi sorprenda.

La pentola (Le cose che ci sono in casa, 141)

26 dicembre 2014

di Gianluca Garrapa

[Le regole del gioco sono qui].

Oggi è accaduto (chissà che pensavo)
Tu, la pentola migliore (e cucinavo)
Ricordi? Attendesti insieme a tua sorella
(quella grande pareva più bella)
Nel negozio sotto casa e sotto costo
Alcun ti voleva (perché non saresti durata?)
Nel mio cuore-cucinino fu il tuo posto
Sempre disponibile ad un veloce pasto.

Il manico oggi ha ceduto
: Questo è accaduto
mentre ti lavavo (antiaderente scavo)
Il grasso scivolava docilmente
(Prima d’olio continente
Quando la chiazza si richiudeva e il foco
sotto la tua rotonda faccia d’aglio
E di cipolla insieme a frigger
Era gasato e blu e fosco e rosso).

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Il pappagallo di plastica (Le cose che ci sono in casa, 140)

14 novembre 2014

di Lorenzo Costantini

[Le regole del gioco sono qui].

Ho udito nella notte la tua voce,
era il suono di un perduto amore.
una bocca che gridava nell’ombra:
per me è stato l’abisso. Come se un uccello
m’avesse scavato il cuore e poi, per gioco,
m’avesse lasciato vivere, per sempre solo.

Mi alzo dal letto esausto, attendo solo
che sparisca dalla stanza quella voce
di cui serba memoria solo il gioco.
Lo comprai perché sapevo del tuo amore
per il colorato tropicale uccello.
colui che risplende anche nell’ombra.

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Lo sgabello (Le cose che ci sono in casa, 139)

9 novembre 2014

di Antonella Palermo

[Le regole del gioco sono qui].

Volevo provare la centrifuga
non quella per le verdure
ma della testa
quando gira sulle giostre

Stare pronta, almeno,
in posizione
Salire e fissare i piedi
aderire allo schienale
trasparente
possibilmente in nudità di veste
così da ancorarsi meglio
indovinare la giusta forza
per non rigarsi nel metacrilato
a colazione

E fuori oggi è pulito
niente pollini
impazzito lo yogurt, beffardi fermenti
i sandali persi
fermaglio che cadi

Per lo sgabello gemello
nessuno ha fatto il biglietto.

La poltrona (Le cose che ci sono in casa, 138)

9 novembre 2014

di Pietro Pancamo

[Le regole del gioco sono qui].

Sei pigra. Sei poltrona.
Mai che tu ti muova.
Ecco perché pesi
in maniera sterminata.
Snellire un pochettino
è ciò che ti conviene.
Vai in bicicletta!
Oppure corri a piedi.
Ed anche ci vorrebbe
un minimo di dieta.
Parlo di digiuni?
Figurati, no no!
Di certo non ci tengo
a vederti, poveretta,
languire e poi morire
d’isedia (scusa… inedia).

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Il divano (Le cose che ci sono in casa, 137)

9 novembre 2014

di Ludovica Tagliabue

[Le regole del gioco sono qui].

Largo
forte
maestoso
ma umile
morbido
basso
entrasti

Di un comodo
molle
colore
maròn
al tuo fianco
ciò che amo
trovasti

Guardavano te
i libri ordinati
sfiorato dalle piante
carezzato dalla luce
dai giornali scomposto
cantava la musica

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L’acquario (Le cose che ci sono in casa, 136)

4 novembre 2014

di Nicola Gallino

[Le regole del gioco sono qui].

Il viso è cuoio antico, fatto nero
Da venti e soli. Parla contro il lume.
«Sarà del Trentaquattro. Lungo il fiume
Battevan con tre giunche. Il forestiero

Lo spinsero sul fondo, vivo e intero
A far da cibo ai pesci e al putridume.
La chiglia calafata di bitume
Si fece rossa d’ossa, sangue e siero».

Così, se dal vasetto all’apertura
Scrolli le scaglie verdi e arancione,
Quei mostri dello Yangtze in miniatura

Si avventano con morsi da leone.
E non appena imbruna nel salone
Il vecchio appare, e inizia l’avventura.

Il calzino bianco (Le cose che ci sono in casa, 135)

2 novembre 2014

di Fernando Nappo

[Le regole del gioco sono qui].

Il calzino del colore
che é l’emblema del candore
riempie armadi e cassettoni
delle italiche magioni
ma per moda usanza o vezzo
è additato con disprezzo.

Al riguardo cresce un tarlo,
perché mai non indossarlo?
Per scovare la morale
di quest’odio viscerale
interpello vari esperti
per aver riscontri certi.

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Il borsone (Le cose che ci sono in casa, 134)

10 ottobre 2014

di Simone Magnani @purtroppo

[Le regole del gioco sono qui].

Rientro da questa vacanza
e butto per terra la borsa
che sbuffa perché semiaperta
sapendo che resterà a terra.

Mi tolgo le scarpe coi piedi
poi cerco qualcosa da bere
ma scopro che c’è il frigo vuoto
e sento che un po’ mi ci specchio.

Eppure sapevo
che in fondo vacanza
deriva da vuoto
non certo da festa.
In fondo alla borsa
riporto la sabbia
ma al mare io ci ho perso te.

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Il materasso (Le cose che ci sono in casa, 133)

10 ottobre 2014

di Domenico Pugliese

[Le regole del gioco sono qui].

Bevo troppi caffè
e per questo, la notte,
non riesco a dormire
e in testa i miei pensieri vanno a frotte.

Da una parte e dall’altra
su di te mi rigiro
nella vana speranza
di addormentarmi presto come un ghiro.

Ma è inutile proprio
cambiare posizione.
Sarebbe tua la colpa,
secondo un tipo ch’è in televisione.

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