di Elisabetta Galgani
[Le regole del gioco sono qui].
Il mio ficus non sta bene.
In realtà non è mio
ma è come se lo fosse.
L’ho preso in ufficio
dove, senza luce,
stava morendo.
L’ho portato a casa.
Adesso è vicino alla finestra
e prende la luce migliore
del pranzo.
A volte, quando rientro
è la prima materia vivente
che osservo dalla porta.
Attenta a notare
ogni minimo cambiamento:
una foglia sotto o sopra,
il colore del tronco,
le piccole venature,
il modo di stare al mondo.
Ma il ficus è immobile.
Non accenna trasformazioni.
A volte mi giro di scatto
per vedere se, magari,
si sta muovendo,
in combutta con la mia distrazione.
Lui, imperturbabile,
mi guarda.
Tag: Elisabetta Galgani
26 febbraio 2015 alle 23:58
Divertente questo rapporto alla pari tra te e il ficus. Hai fatto bene a salvarlo o forse ti ha salvata lui ?
4 marzo 2015 alle 10:19
Che bella!!!