di giuliomozzi e Alessandra Celano
L’estate scorsa ci siamo divertiti con le Lodi del corpo maschile. Il gioco poetico di vibrisse per l’estate del 2014 avrà invece per tema Le cose che ci sono in casa. Il tavolo della cucina, l’aspirapolvere, la porta, il termosifone, la sveglia, il vaso dei fiori, la radio, i piatti, l’armadio guardaroba, le cianfrusaglie dello sgabuzzino, e così via: chi più ne ha più ne metta.
Le regole di composizione sono, al solito, molto semplici e poco vincolanti.
1. Le poesie dovranno essere inedite.
2. Ogni poesia dovrà avere per oggetto una “cosa che c’è in casa”.
3. La forma sarà libera; ma saranno sempre graditi gli esperimenti e i giochi con le forme chiuse.
4. Saranno particolarmente gradite le poesie nelle quali la “cosa che c’è in casa” venga anche descritta.
5. Saranno particolarmente gradite le poesie nelle quali si racconti, o si accenni, una piccola storia.
6. Le poesie potranno rivolgersi alla “cosa che c’è in casa”, oppure no.
7. Saranno particolarmente gradite le poesie che contengano un elogio della “cosa che c’è in casa”.
8. Cantine, soffitte e autorimesse fanno parte della casa; tuttavia saranno particolarmente gradite le poesie dedicate a cose con le quali si ha che fare più o meno quotidianamente.
9. Il fatto che una “cosa che c’è in casa” sia stata oggetto di una poesia pubblicata non impedisce che sia oggetto di altre poesie (ovvero: se è già uscita una poesia dedicata al mestolo da minestra, niente impedisce che se ne pubblichino altre: anche perché ogni mestolo da minestra, lo sanno tutti, ha una sua propria personalità).
Le regole per partecipare sono appena un pochino più rigorose:
a. Il gioco inizia oggi 17 giugno 2014 (cioè: da oggi è possibile inviare le poesie) e terminerà alla mezzanotte del 15 settembre 2014.
b. Le poesie andranno inviate all’indirizzo lecosechesonoincasa@gmail.com.
c. Le poesie dovranno essere contenute in un documento (in qualsiasi formato; preferibilmente non pdf) allegato all’email.
e. Nel documento (non nell’email!) dovranno essere indicati anche: nome e cognome dell’autrice o autore, email. Chi desidera comparire anonimamente o pseudonimamente, indichi nel documento anche il desiderio di anonimato o lo pseudonimo.
f. Chi possiede un sito o blog e desidera essere linkato, dovrà indicare nel documento anche l’indirizzo del sito o blog.
g. Sarà possibile partecipare con più poesie (anche spedite in tempi diversi) o con serie di poesie.
h. Non saranno ammesse immagini (ma saranno ammesse poesie visive, videopoesie, eccetera.)
Ecco cosa poi avverrà:
alfa. Saranno pubblicate in vibrisse, man mano che perverranno, tutte le poesie; con eccezione di quelle che ci parranno intollerabilmente brutte (avviseremo gli interessati).
beta. Al termine del gioco tutte le poesie pubblicate in vibrisse saranno raccolte in una pubblicazione digitale distribuita gratuitamente nei più diffusi formati (esattamente come fatto per le Lodi del corpo maschile).
gamma. Se poi si troverà un editore disposto a pubblicare e commercializzare l’intera raccolta o una selezione dei testi, ben venga.
* * *
L’immagine che introduce questo articolo è un acquerello di Giovanna Melliconi, della quale si riproduce qui – anche a mo’ di stimolo – una poesia dedicata alla lavatrice:
O lavatrice.
Che lavando mi levi lavoro:
o levatrice
di lavoro, alleviante, che elevi
il mio spirito, levando lavoro al corpo.O bella, o cara, o progressista
lavatrice.
O serva non serva: o levatrice
d’ogni senso di colpa.
O pura, o santa, o bianca
lavoratrice mai stanca.
O amica sempre al mio fianco,
o cosa che affranca.O tu che partorisci il bucato.
O tu che risciacqui dolcemente.
O tu che prelavi.Senza di te, io che sarei?
Io nel mirar nel tuo
oblò il rotar del tuo
cestello, o lavatrice, mi oblio.È bello. E non son più io.
E sono, o lavatrice, più mia.
Ecco tutto, dunque. Buon divertimento. Astenersi perditempo.
17 giugno 2014 alle 10:06
bello Giulio!
17 giugno 2014 alle 10:30
Auguri!
17 giugno 2014 alle 10:52
“ Senza data [1976] – entra in cucina con le mani in tasca, i / capelli ritti perché ha dormito, guarda / la cucina economica, guarda la strada / senza aprire i vetri, vede il negozio / « panificio », chiuso. // pensa che « chiuso » l’aveva già / pensato, anzi, l’aveva letto « panificio / chiuso ». ma « chiuso » è scritto accanto / alla manopola della cucina a gas. / « chiuso » + « panificio » = « panificio / chiuso ». infatti o tuttavia è chiuso. “.
17 giugno 2014 alle 11:09
L’ha ribloggato su Piove sul bugnato e ha commentato:
un nuovo gioco poetico con vibrisse
17 giugno 2014 alle 17:08
Ma sai che quasi quasi…
17 giugno 2014 alle 19:36
Bella idea! MI è subito venuto in mente Francis Ponge, e poi Perec…sarà bello vedere le cose comuni con occhi nuovi!
17 giugno 2014 alle 22:25
Anche questa bella poesia di Patrizia Cavalli potrebbe fungere da stimolo:
Cambiando posizione al tavolino
altro governo avrà il mio ragionare;
sarà più lento il passaggio al divano
dove sempre a ogni ostacolo dormivo.
Seduta, d’improvviso mi tuffavo
tra quei cuscini grandi e il mio pensiero
di sé sognando sciolto pascolava
fra tante erbette facili, qua e là.
(in Sempre aperto teatro, Einaudi, 1999, p. 114)
17 giugno 2014 alle 23:34
Come si fa a sapere se si è perditempo e…astenersi?
18 giugno 2014 alle 06:15
Maria Rosa: il mondo è pieno di chiromanti.
18 giugno 2014 alle 11:15
che bellino. Voglio giocare 🙂
18 giugno 2014 alle 12:01
” 3 dicembre 1975 – mi dia un trattato sulla fame / nel mondo / a casa mia siamo satolli / di polli / e di salami e di formaggio / gruviera / col vino ci facciamo il bidet / alla sera / mi dia un trattato sul mondo / ho fame / di fame. “.
19 giugno 2014 alle 19:35
Ma che bella idea! Ricordo di aver apprezzato le poesie del tema “le lodi al corpo maschile”….
Non so, potrei anche cercare, per una volta, di ironizzare di me stessa ….giocare praticamente 😀
Grazie per questa iniziativa
Ciao
.marta
22 giugno 2014 alle 11:47
Bellissima iniziativa! Complimenti! 😀
24 giugno 2014 alle 13:36
[…] Questo, intanto, è un mio contributo al gioco, le cui regole sono qui: […]
8 luglio 2014 alle 12:07
[…] (perché nei brevi momenti di non-studio, mica ci si alza prima!), ho scoperto un bellissimo gioco poetico e tràcchete, me ne sono uscita con questa. Che ora è sul Bollettino […]
10 luglio 2014 alle 19:26
[…] tema delle cose, fino a settembre si può partecipare al gioco poetico proposto dal blog Vibrisse: Le cose che ci sono in casa, a cura di Giulio Mozzi e di Alessandra Celano, col suo blog Piove sul […]
16 luglio 2014 alle 09:52
trovo curioso che a distanza di un mese dall’inizio del gioco, nessuno dei partecipanti (o per lo meno di quelli fino ad ora pubblicati) abbia scritto su una libreria o sui libri … mi aspettavo fosse anche quella la quotidianità dei ‘frequentatori’ di un blog come questo. complice l’immagine di copertina?
16 luglio 2014 alle 09:54
ecco. a parte cristian miotto
16 luglio 2014 alle 13:48
Forse si fa fatica a pensare che i libri siano “cose”.
16 luglio 2014 alle 13:59
“ 24 maggio 1994 – Il nonno stava in una piccola stanza in fondo al corridoio. Ho detto « in fondo », ma sarebbe meglio dire « all’inizio », dato che era proprio davanti alla porta d’ingresso. « In fondo » vuol dire che era una stanza separata dalle altre, più quieta, più solitaria. Fra le pareti dipinte a piccole macchie rosa, dietro al paravento che difendeva il letto dalla luce del giorno, sulla scrivania falso cinquecento, nella libreria dai vetri lavorati che sembravano rossi per la stoffa rossa tesa dietro, non arrivavano le querele (della zia e della nonna), i pianti (miei, della zia, della nonna), tutte le voci più o meno con-citate della famiglia. La stanza del nonno era un’area protetta, un’énclave silenziosa dove io andavo a nascondermi quando volevo stare un po’ solo. Aperta, la libreria offriva lo spettacolo dei libri che, allora, a me sembravano molti e molto vecchi. Passavo ore frugando fra i volumi e le vecchie carte in quello spazio favoloso che per me era la più visibile traccia del mondo di prima che io nascessi, leggendo, indagando, fantasticando. Quando si avvicinava l’ora di cena, il nonno arrivava a riprendere possesso dei suoi territori. Che io tuttavia non abbandonavo prima di aver consumato con lui un rito calmo e solenne: la preparazione del letto. La pacifica cerimonia aveva spesso un contrappunto guerriero, quando il nonno, in vena di scherzi, mi sommergeva di cuscini, in una incruenta bagarre da collegiali. Poi, lungo quel corridoio che a me, allora, sembrava così interminabile, oscuro e deserto, tanto da richiedere un sovrappiù di coraggio per essere percorso, facevamo rotta verso la cucina, il fulcro luminoso della casa, dove erano già tutti gli altri, mentre di là dai vetri la notte inutilmente affermava il suo impero. “.
16 luglio 2014 alle 14:38
a volte mi tocca ricredermi sulle storie. chi è bravo/a si ostini a raccontare. che è bello leggere. oggi. domani non so
16 luglio 2014 alle 15:51
non sono stati tra i primi, è vero, ma di libri e librerie ne stanno arrivando
16 luglio 2014 alle 20:57
Mi pare davvero molto bello il commento di acabarra59.
18 luglio 2014 alle 14:36
[…] https://vibrisse.wordpress.com/2014/06/17/le-cose-che-ci-sono-in-casa-un-gioco-poetico/ […]
23 luglio 2014 alle 14:40
[…] C’è questa iniziativa di Giulio Mozzi che raccoglie poesie per farne un ebook, e il tema è Le cose che ci sono in casa. Io non sono un tipo partecipativo e non ci pensavo per niente, e nemmeno mi piace l’idea di […]
30 luglio 2014 alle 15:52
[…] è una non poesia ispirata dalle cose che non ci sono in casa ma ancor più dalla mia bambola […]
2 agosto 2014 alle 16:38
Il mio contributo è un po’ insolito, forse. E’ una filastrocca un po’ sciocca, nata per gioco e per caso,mentre accudivo le mie piante di casa..
26 agosto 2014 alle 17:42
Ho ritrovato un bell’orologio che era in casa di Salvatore Quasimodo.
26 agosto 2014 alle 23:40
ho cliccato sul link indicato da alessandra ma non riesco a collegarmi. succede solo a me?
27 agosto 2014 alle 05:20
Ho corretto il link.
27 agosto 2014 alle 11:32
Sì, c’era un errore nel link, di cui non mi ero accorta. Grazie, Giulio.
12 settembre 2014 alle 16:52
E qui c’è una pendola (molto, molto bella) di Antonio Turolo.
19 giugno 2015 alle 17:11
[…] [Le regole del gioco sono qui]. […]