Dieci risposte autentiche, da parte di autori e autrici, a un rifiuto di pubblicazione

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L'autore dell'articolo non si sente la vocazione del San Sebastiano

L’autore dell’articolo non si sente la vocazione del San Sebastiano

di giuliomozzi

[I testi sono stati rimaneggiati quel tanto che basta a tutelare la privacy degli autori. Ovviamente la maggior parte delle reazioni al rifiuto non sono di questo tenore; ma le reazioni di questo tenore costituiscono una parte rilevante del tutto (ora non chiedetemi statistiche, però)].

1. “Caro Mozzi, apprezzo la sua franchezza. Sarò anch’io franco con lei: da oggi, la ritengo ufficialmente un idiota” (14 aprile 2015).

2. “Non è questa la risposta che mi aspettavo da te. Credevo che tu fossi ancora capace di distinguere il frumento dalla gramigna, invece vedo che non sei migliore degli altri” (6 marzo 2015)

3. “Se questa è la sua capacità di giudizio, Mozzi, posso solo sperare che nell’attuale crisi dell’editoria la prossima testa a essere tagliata sia la sua” (3 marzo 2015).

4. “Ma poi, alla finfine, a quale titolo lei viene a dirmi che il mio romanzo è brutto? Che cosa ne sa lei della bellezza e della bruttezza? Chi si crede di essere? Solo la sua stupidità pareggia la sua aridità morale” (18 febbraio 2015).

5. “Non le porterò rancore. Evidentemente lei è stato educato male, ha studiato male, ha frequentato cattive persone, è entrato in un ambiente di lavoro malsano” (16 febbraio 2015).

6. “Di due sole cose sono certo, Mozzi: che lei non ha letto nemmeno una riga del mio lavoro, e che se l’avesse letto non ci avrebbe capito un cazzo. Mi scuso per la volgarità, ma quando bisogna farsi capire da certe persone l’estrema risorsa è quella” (30 gennaio 2015).

7. “Ti credevo un amico” (28 gennaio 2015).

8. “Ho capito che solo gli amici suoi hanno qualche speranza. E magari le amiche, specie se giovani” (18 gennaio 2015).

9. “Ma si può sapere chi è il fesso che l’ha messo lì a fare il lavoro che è là a fare? Ci sono tanti giovani preparati e seri che cercano lavoro, proprio lei dovevano prendere?” (13 gennaio 2015).

10. “La sua risposta non può che rafforzarmi nella convinzione di aver composto un romanzo veramente artistico e fuori dagli schemi. La ringrazio sentitamente” (30 dicembre 2014).

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78 Risposte to “Dieci risposte autentiche, da parte di autori e autrici, a un rifiuto di pubblicazione”

  1. Francesca de Lena Says:

    meraviglia!

  2. follettina747 Says:

    Ehm… magari qualcuno ogni tanto potrebbe aver ragione e tu torto? Bisogna porsele, certe domande, eh 😀

  3. marco Says:

    Beh… bellissimo!!! Diavolo… Duro il lavoro dell’editor (e io che mi pensavo degli scrittori!)

  4. Domenico Says:

    Allora rispondi anche a me così sarò libero di dare sfogo alla fantasia!

  5. amnerisdicesare Says:

    Ah ah ah.,.. ma Lollone! (come dicono i CCiovani di oggi, 😀 )

  6. Domenico Says:

    Scusa, dimenticavo, il romanzo da stroncare è Gioco di Società di Domenico Rega!
    Ti ringrazio anticipatamente!

  7. Ludovico Says:

    che ci dice un”articolo” così?forse che su tot italiani delusi da un rifiuto alcuni diventano frustrati e intemperanti?si,ma non è una cosa nuova..( capita anche in altri hobbies,cinofilia,modellismo,etc etc..succede la stessa identica cosa,e so di quel che parlo..)

    semmai il punto 9,molto criticabile quando dice “Ma si può sapere chi ..”etc etc , è gia più “commestibile” quando dice “Ci sono tanti giovani preparati e seri che cercano lavoro”

    Giusto oggi (!!)su fb parlavo con una editor di una casa editrice da lei definita medio grande e lei stessa (ripeto, in privato) mi ha detto che è molto critica sul tipo di libri pubblicati in giro (parla di gusto e tipologia di essi, nel campo narrativa e dintorni )

    Al solito giulio mi dirà “ok davide,mi fai il nome?”-al che io rispondo “si te lo faccio,ma solo in privato” (la privacy è un diritto,direi )

  8. GiuseppeC Says:

    Da talent scout editoriale ad assistente sociale. Eheheh.

  9. Claudio Rabiolo Says:

    He he he, un po’ mi vien da ridere per come 
     ( emmenomale) vai frantumando i sogni e le aspettative di questi poveri scrittori. Ma che cattivo! Sei senza pietà in quest’era di tragica benevolenza editoriale.Personalmente apprezzo molto la modalità del tuo lavoro  ed era per questo che qualche anno fa ti avevo proposto  una sorta di documentario /videoconferenze sulla tua operatività, che definirei indefessa . Poi ci siamo persi di vista, ma sono sempre dell’idea, che dovresti mettere in video la tua persona e i tuoi insegnamenti.oltre a quelli che già hai lanciato in rete.
    Se l’idea può essere ancora di attualità mi piacerebbe riparlarne.
    Ciao buon lavoro e grazie  a nome della scrittura.
    Claudio Rabiolo  Milano
    burma04@gmail.com
    3470169578

  10. Giulio Mozzi Says:

    Follettina: certo che posso sbagliarmi. Come tutti.

    Ludovico (alias Davide). Certo: se tu riporti quello che ti ha detto in privato una persona che non si sa chi sia, sono libero di pensare che stai inventando. E se pensi di far passare per argomentazione una cosa del genere, ti mando a quel paese.

  11. paolo Says:

    Mi viene in mente una frase assai celebre di Nietzsche:”non esistono fatti ma solo opinioni”. Però un gate Keeper va rispettato, come il giudice, come l’insegnante, come la giustizia sportiva. In fondo la risposta 10 e’ digeribile.

  12. Ludovico Says:

    giulio (al di la del linguaggio ruvido tuo),magari posso mandarti coordinate in privato:a quel punto che diresti?

    Magari che almeno in quel caso ti sbagli,:)Ora,perchè tanta testardaggine nel difendere in maniera così accidiosa percorsi che almeno alla voce “vendite”,son ormai inflazionatissimi ?

    A volte bisogna cambiare direzione davvero, non il contrario

  13. Monica Bauletti Says:

    Mi viene vogli a di inviarle anche il mio!

  14. deborahdonato Says:

    È difficile sceglierne una. Consolati: anche a me è capitato, durante una interrogazione a un alunno impreparato, sentirmi rispondere: “Lei non ha veramente capito il senso della Rivoluzione Francese, è tutto sbagliato!”.

  15. Amanda Pitto Says:

    Va beh…a me che non sarei stata nell’elenco non hai risposto con un commento negativo, e ci tenevo a una critica. Magari mi hai portato fortuna lo stesso, il libro lo pubblico e da quest’inverno sono talent scout pure io, vedrò come prenderanno i rifiuti!

  16. Giulio Mozzi Says:

    Ludovico (alias Davide): se intervenuto in pubblico; quindi è a questo pubblico che devi dare le “coordinate”.

  17. Andrea D'Onofrio Says:

    Il 10 è un grande. Il 5 no, ma si difende.

  18. Ludovico Says:

    Giulio,nessuno del pubblico mi ha chiesto coordinate,semmai è a te che dico da mesi(forse un paio d’anni)che l’ottica perseguita finora è mezza fallimentare,almeno alla voce “libri che vendano”-di quel che pensa tutto o parte del pubblico mi interessa un po meno,sorry;quello nel mondo editoriale sei tu,qua,non altri(suppongo);ed è te che vorrei far un po riflettere,non altri/e, eh Mi par una cosa ovvia da capire..

  19. normanna albertini Says:

    Lei, signor Mozzi, frequenta cattive compagnie. L’ hanno traviata, l’hanno convertita alle vie del peccato. Peccato. Sembrava un cosi` bravo figliuolo! 🙂 🙂

  20. Giorgio Says:

    Applauso a quello che la butta sull’amicizia

  21. Silvia Says:

    Una cosa non mi è chiara: se Giulio Mozzi non risponde a coloro che gli hanno inviato un romanzo da lui giudicato non interessante, a cosa rispondono gli autori delle invettive di cui sopra? Al suo silenzio?

  22. Giulio Mozzi Says:

    Nei limiti del possibile – è un problema di quantità e di tempo -, se uno mi scrive chiedendomi notizie, rispondo.

  23. AmandaPittoMelling Says:

    Ma..io ti avrò scritto un paio di volte in momenti lontani,non mi hai risposto!

  24. acabarra59 Says:

    “ 1 aprile 1994 – « 19 aprile 1945, mattina – Resoconto al 31 dicembre u. s. della vendita del Diario, dall’editore Tumminelli: quattrocento trenta copie! Quattrocento trenta copie durante l’intero anno della pubblicazione!!! Inaudito. E in conclusione io sono a dare a Tumminelli di L. 16. 962!! » (Sibilla Aleramo, Diario) “. [*]
    [*] La s-formazione dello scrittore / 349

  25. Nadia Bertolani Says:

    Ma queste risposte sono inventate, vero?

  26. Marina Says:

    Un cornetto rosso. Sempre in tasca.
    Non cestini il suggerimento! 🙂

  27. Giulio Mozzi Says:

    Amanda: nei limiti del possibile. Ora vado a vedere nell’archivio della posta.

  28. Luan Says:

    Per quanto mi riguarda, raccontai la mia reazione al rifiuto di una giovane editor romana con questo articolo: https://lucioangelini.wordpress.com/2011/03/14/nuovi-flagelli-delleditoria-leditor-iper-invasivo/

  29. acabarra59 Says:

    “ Giovedì 9 novembre 2001 – Entriamo in ascensore, io, il collega che fa anche l’editore, e due gentili signore delle pulizie. Siamo in tanti, c’entreremo tutti? Si fa il conto dei pesi. « Tu devi essere sui cento », mi dice il collega. « No, sui novanta », rispondo, barando un po’ sulle cifre, e contrattacco: « Tu invece… ». « Io?… io novantotto… – replica baldanzoso – ma c’ho du’ sise così », e fa il gesto, rotondamente espressivo. Ridiamo tutti, soprattutto le donne – « A Vecchiarè [si chiama Vecchiarelli] – dice una – nun ce fa ride… ». Alle donne le sise fanno ridere? O i vecchiarelli? O gli editori? Comunque ridono. “ [*]
    [*] La s-formazione dello scrittore / 350

  30. Sara Meddi Says:

    Fatico a scegliere la mia preferita.

  31. AmandaPittoMelling Says:

    Grazie mille per il pensiero, ma ormai ho ceduto i diritti di quel libro, e come futuro direttore editoriale, finalmente ho terminato anche “quella gavetta” che tutti odiamo. Però un giudizio mi avrebbe fatto piacere, comunque. Più che altro sulla fattibilità di successo. Ora si vedrà quando esce 🙂

  32. helgaldo Says:

    1. “Caro Mozzi, apprezzo la sua franchezza. Sarò anch’io franco con lei: da oggi, la ritengo ufficialmente Franchini” (28 maggio 2015)

  33. RobySan Says:

    Giulio; io invece, in tutta franchezza, non so come tu possa reggerli (oltre a leggerli). Sono tempi duri e bisogna tenersi il lavoro che ci si è trovato, ma boia di un mondo…

  34. Gabriella De Fina Says:

    Forse se si usasse un po’ di gentilezza, tanto nell’esprimere giudizi che nel rispondere al giudizio altrui…

  35. Giros Says:

    Del resto chi si presenta dicendo “io leggo tutto ma se non rispondo vuol dire che il libro è brutto” cosa può aspettarsi ? Se lui giudica è normale che gli altri lo giudicano. Il credito che si è creato per poter giudicare è inoltre poco chiaro. Lo potrebbe fare un grande scrittore ad esempio ma non mi sembra che sia il caso visto che viene apprezzato solo dal suo giro di seguaci (molto pochi) e non da altri. E’ un professionista del settore? Nemmeno questo risulta perchè lavora saltuariamente per case editrici e che pare adesso lo abbiano anche scaricato del tutto. In definitiva…tieniti le risposte, anzi secondo me sono state abbastanza garbate per il modo in cui tu ti poni. Io, se ti avessi mandato un mio libro, credo sarei stato ben più duro con te. Ma nessuna paura…proprio a te non ho intenzione di far leggere niente 🙂

  36. owletqueen Says:

    Purtroppo l’umiltà è un valore fuori moda.

  37. Giulio Mozzi Says:

    Ah, Giros: c’è qualche tua frase che mi pare vada un po’ discussa.

    Ad esempio:

    …chi si presenta dicendo “io leggo tutto ma se non rispondo vuol dire che il libro è brutto” cosa può aspettarsi?

    Disistima, forse. Non insulti (estesi, magari, anche alla famiglia, all’ambiente ecc.).

    Se lui giudica è normale che gli altri lo giudicano.

    Concordo. Tuttavia, faccio notare che i miei giudizi sono espressi sulle opere che mi vengono sottoposte. Non sulle persone.

    Il credito che si è creato per poter giudicare è inoltre poco chiaro. Lo potrebbe fare un grande scrittore…

    Non mi pare che un grande scrittore sia necessariamente un buon giudice; né mi pare che per essere un buon giudice sia necessario essere un grande scrittore.

    …visto che viene apprezzato solo dal suo giro di seguaci (molto pochi) e non da altri

    Non vedo che relazione ci sia tra la “grandezza” di uno scrittore e la numerosità dei suoi estimatori.
    Non mi risulta di avere dei “seguaci”. Definizione da dizionario: “Chi aderisce al pensiero di un maestro, di una scuola, di una religione”.
    E’ vero che sono uno scrittore che vende poco: solo uno dei miei libri “letterari” ha superato le diecimila copie. Ma che c’entra?

    E’ un professionista del settore? Nemmeno questo risulta perchè lavora saltuariamente per case editrici

    Saltuariamente? E’ dal 2002 che lavoro continuativamente per case editrici: prima Sironi, poi Einaudi Stile Libero, ora Marsilio.

    pare adesso lo abbiano anche scaricato del tutto

    Ah sì? Qual è la fonte di questa notizia?

    Io, se ti avessi mandato un mio libro, credo sarei stato ben più duro con te. Ma nessuna paura…proprio a te non ho intenzione di far leggere niente

    Mi hai mandato un romanzo il 13 luglio 2014 e uno il 29 agosto 2014. Il 5 dicembre 2014 mi hai rispedito il romanzo già spedito in luglio. Mi autorizzi a pubblicare ciò che mi hai scritto il 20 ottobre 2014?

  38. Giros Says:

    Cerco di rispondere anche io sui singoli punti per quanto riesco.
    – Non mi sembra dalle risposte che hai riportato che qualcuno abbia esteso gli insulti spostandoli sul personale ed alla tua famiglia. Poi se effettivamente è avvenuto non so ma lo ritengo ovviamente non giusto.
    – Concordo sul fatto che un grande scrittore possa non saper giudicare opere altrui. E’ indubbio però che la sua sensibilità sia maggiore di chi non ha prodotto opere di grosso rilievo.
    – Sul fatto che uno scrittore si misuri dall’ampio numero di persone che apprezzano le sue opere io la penso così: credo che siano gli altri a determinare il valore di un’opera così come di una persona. E’ un mio parere, forse sbagliato, ma la penso così.
    – Che tu sia stato scaricato (scusa se il termine è crudo) mi sembra di averlo letto in qualche post stesso tuo o su qualche blog. Se non è così vale la tua precisazione. Per il fatto che lavori in maniera saltuaria mi è sembrato di capire che collabori con case editrici ma non sei assunto in maniera stabile. Se anche questo non è corretto ovviamente solo tu puoi saperlo.
    – E’ probabile che ti abbia mandato un testo. Un testo molto vecchio e fra i primi che scrissi perchè l’ho inviato con una mailing list a diversi nominativi di editor ed agenzie. Per la cronaca quel testo è stato riscritto completamente ed ora dovrebbe giungere alla pubblicazione.
    – No, non ti autorizzo a pubblicare se ti ho scritto cose in privato proprio perchè erano scritte in privato. Non ricordo però di averti insultato o altro ma di solito se scrivo a qualcuno a cui ho inviato dei testi è solo perchè l’essere ignorati (e nemmeno degnati di un cenno di risposta) è una cosa che giudico in maniera molto negativa. Io ho sempre rispetto di tutti, ma se qualcuno dice che valuta dei testi, lo pubblicizza dappertutto, e poi non si degna nemmeno di dire: scusa ma non mi interessa, la trovo una cosa non giusta. Probabilmente ne ricevi troppi di testi, sarà vero, ma se dici che sei disposto valutarli mi sembra ovvio che la gente te li spedisca.

  39. Giulio Mozzi Says:

    Giros, scrivi:

    Non mi sembra dalle risposte che hai riportato che qualcuno abbia esteso gli insulti spostandoli sul personale ed alla tua famiglia.

    Ma guarda il numero 5:

    …Evidentemente lei è stato educato male…

    Scrivi ancora:

    Sul fatto che uno scrittore si misuri dall’ampio numero di persone che apprezzano le sue opere io la penso così: credo che siano gli altri a determinare il valore di un’opera così come di una persona. E’ un mio parere, forse sbagliato, ma la penso così.

    Quindi sei convinto che i più grandi scrittori del Novecento siano Guido Da Verona e Liala. Giusto?

    Scrivi ancora:

    Che tu sia stato scaricato (scusa se il termine è crudo) mi sembra di averlo letto in qualche post stesso tuo o su qualche blog. Se non è così vale la tua precisazione. Per il fatto che lavori in maniera saltuaria mi è sembrato di capire che collabori con case editrici ma non sei assunto in maniera stabile. Se anche questo non è corretto ovviamente solo tu puoi saperlo.

    Effettivamente, a metà febbraio 2014 Einaudi mi comunicò di non voler rinnovare il contratto di consulenza, che scadeva a fine mese. Nel giro di due giorni trovai un accordo con Marsilio. Di entrambe le cose diedi notizia in vibrisse (vedi qui, qui e qui): quindi non è vero che “solo io posso saperlo”.
    Dal 2002 lavoro continuativamente con contratti di collaborazione, di solito annuali. “Saltuariamente” significa, stando al Sabatini-Coletti, “di tanto in tanto”. Che non è la mia situazione.

    Scrivi ancora:

    E’ probabile che ti abbia mandato un testo.

    No: è certo che me ne hai mandati due. La ri-spedizione del 5 dicembre 2014 era accompagnata da una lettera esplicitamente rivolta a me. Ciò che mi hai scritto il 20 ottobre 2014, in una lettera non firmata spedita da un indirizzo diverso da quello dal quale mi hai spedito i romanzi (lo stesso che usi qui per commentare in vibrisse), era del tipo esemplificato nel mio decalogo al numero 10. Ti risposi, ovviamente, chiedendoti chi eri; e tu fornisti il tuo nome dichiarando di non avere problemi a firmarti.

  40. Marco Proietti Mancini Says:

    A onor del vero c’è da dire che – aldilà dei contenuti, sul cui merito non mi pronuncio – la forma con la quale vengono espresse queste rimostranze mi pare letterariamente impeccabile e meritoria di pubblicazione.
    (a meno che tu non ne abbia fatto l’editing)

  41. giros Says:

    La mail che ti ho inviato non riesco proprio a ritrovarla…se la ritrovo comunque la pubblico stesso io perchè sono sicuro di non averti mai insultato.
    Questa è una risposta che invece ho mandato ad un altro che predicava il verbo “il silenzio è dissenso” (sarebbe il contrario ma evidentemente per alcuni non è così…)

    Ecco il testo:

    Gentile Signore

    Le invio nuovamente il mio libro, quello al quel tengo di più. Magari è andato perso, e sarebbe per me cosa terribile sapere che non è mai stato ricevuto, che è andato smarrito. C’è la mia anima dentro, non posso perderla (l’anima ovviamente, del libro ne ho una copia)
    E’ un po’ come il vino, che a volte lasciavo nel bicchiere. Mi rimproveravano allora, nel vino c’è il lavoro dei contadini, della gente semplice e comune, se lo lasci lì a loro cosa racconterai ? Cosa dirai alla gente che tanta fatica ha messo in ciò che tu dimentichi proprio davanti a te, sulla tua tavola ?
    Ecco, è quasi come un bicchiere di vino il mio libro … scherzo ovviamente e mi perdoni. Certo che se il libri inediti fossero del buon vino, sai ad assaggiarli tutti …
    Glielo invio nuovamente, lui non è cambiato (il libro) e nemmeno io lo sono. Non dica purtroppo la prego, almeno un sorriso spero di essere riuscito a strapparglielo. Quello costa poco ma vale tanto, per davvero.

    Un saluto cordiale
    Suo Autore in cerca di valutazione

  42. Giulio Mozzi Says:

    Ti ho rispedita la lettera in questione, Giros.

  43. giros Says:

    Il punto 5 non l’avevo letto bene. Se ti hanno detto così allora hanno torto loro.
    Per il libri che io adoro il paragone che fai con quei due autori (che evidentemente hanno avuto largo seguito) credo sia fuori luogo. Erano altri tempi e la diffusione molto diversa da quella di oggi. Secondo me un buon autore diventa anche fenomeno di costume, fenomeno di massa che non è mai deprecabile, anzi. Dal punto di vista musicale esistono tanti gruppi rock anche sconosciuti e pur bravissimi. Magari c’è gente che canta anche meglio di Mick Jagger o suona meglio di Keith RIchard. Però Satisfaction l’hanno scritta loro. Il riff sono tre note, sono diventati un fenomeno commerciale e di costume ma la storia della musica è cresciuta anche grazie a loro non grazie al chitarrista semidio che suona nel buio della sua cantina. Forse sbaglio e con i libri c’azzecca poco, ma mi piace pensarla così.
    Per il resto solo un’ultima cosa. Se quando si rifiuta un testo e non lo fa un editore ma una persona a cui hai scritto personalmente, a volte anche due righe ti possono aiutare. Io ho trovato qualcuno che in poche righe mi ha fatto capire dove sbagliavo, se non me l’avesse detto non avrei mai appreso nulla. Lui trovava la mia idea buona e mi ha detto quali erano gli errori, le storture, senza perdere più di tanto tempo. Questa è una cosa che ho apprezzato e che mi ha aiutato molto. Il silenzio, il non essere presi in considerazione ti aiuta ben poco. A volte, ma non era questo di certo il caso, ti ferisce anche. Profondamente.

  44. stefanoaranginu Says:

    Caro Giulio,
    secondo lei perché è presente tutto questo rancore (che sfocia nel personale, ma questo per palese mancanza di argomentazioni valide), una volta ricevuto un rifiuto? Ogni singolo punto da lei elencato, mi pare di constatare, contiene più o meno palesemente molti punti in comune. Leggendo tra le righe è facile constatare egocentrismo, superbia, fallacie argomentative (appunto ingiurie ad hominem e simili). So che sarebbe necessario analizzare caso per caso, ma mi chiedo se sia possibile, in un discorso più ampio e generale, asserire che molti autori non tengano conto di due punti:

    1. L’eventuale immaturità della loro opera;
    2. La mancanza di una capacità dialettica.

    Ora, suppongo che (ma vorrei avere conferma di questo) che nello leggere (in maniera professionale) un’opera, si debba dare una critica imparziale, ma che ci sia, per così dire, un sostrato di gusto personale che non può prescindere dalla propria persona, ma forse molti pensano che un rifiuto sia causa di un gusto personale che non di una critica.
    Mi chiedo dunque, potrebbe essere che la motivazione alla base delle offese ricevute, una volta dato il suo riscontro, sia riconducibile non solo agli elementi di cui sopra, ma anche all’incapacità di saper distinguere la critica dal giudizio?

    Grazie,

    S.A.

  45. Carlotta Borasio Says:

    A me sembra che qui si manchi il punto fondamentale (o magari me lo sono perso io).
    Se io mando un manoscritto a Mozzi (o a chiunque altro) significa che ho dei motivi per fidarmi di lui e del suo giudizio.
    Quindi o accetto il responso per quello che è o se non sono pronta evito di mandare manoscritti in giro.
    Mi sembra ridicolo che prima io lo ritenga un genio e un maestro di vita e poi se il responso non mi piace, diventi automaticamente imbecille e incompetente.
    Ma perché se è tanto incompetente gli hai mandato il manoscritto?
    Cioè.
    Boh.
    Vado a perplimermi nell’angolino.

  46. giros Says:

    Mai detto che è un genio e nemmeno che è incompetente. Io, sinceramente, manco lo conosco. Anzi, dopo ho letto qualcosa di lui ma a dire il vero non mi piace affatto (magari ho sbagliato libro, tutto può essere…) Se gli ho inviato il manoscritto è perchè il suo nome figurava in un elenco pubblicato da qualche forum di persone che si occupano di questo per mestiere.
    Ciò che detesto è il silenzio, lo ritengo questo sì una mancanza di rispetto perchè parliamo di un invio alla persona e non ad un ente o un editore (ma anche gli editori che non rispondono te li raccomando). Se mi sento mancare di rispetto è probabile che la mia stima decada e se non ho stima di qualcuno posso infischiarmene del suo giudizio o anche dissentire…giudizio che tra l’altro non ha emesso.
    Vedi comunque il tempo che ha perso sul blog…ne perdeva meno e rispondeva “Guarda non mi interessa, non è nelle mie corde etc” e non c’era bisogno nemmeno di risentirsi o altro.
    Sai che ti dico ? Mi sa che a volte l’ego di chi si propone di leggere i manoscritti altrui è più grosso dell’ego di chi scrive e cerca qualcuno da cui farsi leggere.

  47. Lucia Astrobello Says:

    Secondo me è Carlotta che, pur con logica ferrea, manca il punto, colto con molta meno logica ma assai maggiore efficacia da giros. Fatta salva la stima – o disistima – per Giulio Mozzi, l’esordiente medio gli manda il suo testo unicamente perchè desidera essere pubblicato, e Giulio Mozzi questo è: una possibile via per la pubblicazione. Le reazioni dei refusés, per quanto biasimevoli, dovrebbero indurre a provare umana solidarietà non per Giulio Mozzi, per il quale esse rappresentano soltanto uno degli aspetti sgradevoli del mestiere (e quale non ne ha), ma per quei poveri disgraziati che speravano e sono stati amaramente delusi. E non sono nemmeno riusciti a nascondere elegantemente la loro frustrazione. Andare a sbattere contro il principio di realtà (qui rappresentato da Giulio Mozzi) è salutare, ma non sempre facilmente digeribile. In fin dei conti chi sta peggio non è il Mozzi, ma i poveri infulminati.
    Il punto vero poi è un altro: che in questa società (giustamente) democratica tutti vogliono (vogliamo) scrivere. Chissà perché.
    Une refusée (che però l’ha presa meno tragica)

  48. Carlotta Borasio Says:

    I commenti di Lucia e Giros mi hanno fatto capire una cosa: che certi scrittori sono un po’ come quelli che cercano lavoro.
    Mandano curriculum a chiunque nella speranza di essere considerati. Chissene frega dove mandano, cosa fanno, chi sono le persone che ricevono. L’importante sono io e il mio curriculum.
    La differenza è che un lavoro è necessario per sopravvivere, dovrebbe essere un diritto garantito a tutti. Quindi la disperazione la capisco anche.
    Pubblicare un manoscritto con un editore non solo non è necessario ma con un po’ di applicazione qualcosa si ottiene, molto più facilmente di un posto di lavoro.
    Il problema non è che l’ego di chi legge i manoscritti, che ripeto basta lasciarli nel cassetto o mandarli a qualcun altro.
    Il problema è la poca voglia di studiare e di guardarsi intorno, invece di mettersi sempre al centro. Io non affiderei mai un manoscritto tanto per a una persona che stimo poco o perché ho trovato l’indirizzo su un forum (ma davvero? Vi sembra una scusa accettabile?).
    State senza pubblicare che mica l’ha ordinato il dottore.

    Carlotta

    P.S. E per inciso io sono una lettrice. NON una scrittrice. Tanto per chiarire la mia posizione.

  49. dm Says:

    C’è che passare interi pomeriggi (per non parlare delle notti, o dei mattini anticipati) piegati a scrivere e scrivere, già è di per sé una assurda costrizione, di cui è sano vergognarsi; sentirsi poi dire che è stato anche inutile, deve fare abbastanza male. Bisognerebbe invece accogliere la notizia come una liberazione, o come un’improvvisa miracolosa guarigione. Ma come si fa. Come quei malati che hanno fatto del proprio male un punto di forza dell’identità, con l’abitudine e col tempo. A dirgli che sono finalmente guariti si rischia la colluttazione. Il narcisismo ferito è veramente pericoloso.

    Il bello sarebbe avere una stroncatura terribile ancor prima di cominciare a scrivere. Quella sì che sarebbe prevenzione.

  50. Lucia Astrobello Says:

    @dm: proprio così. Unica via d’uscita praticabile: convivere col narcisismo ferito e curarlo a forza di umiltà (non che io abbia imparato).

  51. RobySan Says:

    Be’, c’è chi si giudica!

  52. acabarra59 Says:

    “ Venerdì 9 maggio 1997 – Lo devo confessare: certe volte mi piace quello che scrivo. « Narcisista? » No, cinquantenne. « Splendido? » Cinquantenne basta. “ [*]
    [*] La s-formazione dello scrittore / 353

  53. giros Says:

    Mia cara Carlotta mi spiace dirlo ma il punto davvero non l’hai centrato.
    Chi scrive è narcisista ? Si dispera se non pubblica ? Mi sembra una sequenza di banalità e luoghi comuni. Aggiungiamo anche che non ci sono più le mezze stagioni e siamo a posto. Chi scrive lo fa perché gli piace. Se pubblica è meglio e per farlo non c’è niente di male a puntare sulla quantità ovvero provarci spedendo in giro il proprio testo. Pensi che le case editrici puntino sulla qualità ? A guardare quello che c’è in libreria penso proprio di no. Il tuo consiglio che i manoscritti a volte è meglio stiano nel cassetto si applica agli inediti ma ti assicuro anche a molti testi già stampati. Se anche loro fossero rimasti nel cassetto male non faceva.
    Ricordo di una volta che ho spedito ad un’agenzia un testo e la risposta era sempre “Non è nelle nostre corde”. Gli ho spedito così l’elenco del telefono in pdf. Mi hanno risposto “Non è nelle nostre corde”. Meno male … aggiungo io. Quindi sono questi che valutano i testi ? Siamo messi bene, allora. A proposito … se un giorno vedrai l’elenco del telefono in libreria non spaventarti. Succede.

  54. Giulio Mozzi Says:

    Lucia: mi diverte l’idea di essere un “principio di realtà”. Purché si ricordi sempre che sono un principio di realtà fallibile

    La discussione con la persona che qui si firma Giros mi pare esemplifichi abbastanza bene la “mancanza di capacità dialettica” di cui parla Stefano Aranginu. Giros
    – mente (dice non avermi mandato nulla in lettura, e invece mi ha mandato due romanzi),
    – non legge bene ciò che commenta (dice che nel decalogo non ci sono insulti estesi alla famiglia, e invece ci sono),
    – è male informato e non si cura di informarsi bene (sa che ho perso un lavoro, ma non sa che me ne è stato immediatamente offerto un altro),
    – attribuisce all’interlocutore affermazioni che l’autore non ha mai fatto (sostiene che c’è contraddizione tra il mio offrire disponibilità a leggere e il mio lamentarmi dei troppi testi che ricevo: ma non mi pare di essermi mai lamentato perché ricevo troppi testi: al massimo mi stupisco della frequente incapacità di autogiudizio di chi me li manda),
    – cambia argomento di continuo (si risente perché non ha ricevuto risposta da una persona alla quale ha “scritto personalmente”, e un momento dopo dice di aver mandato il suo testo a una lista di persone di alcune delle quali manco sapeva chi fossero: e questo non è “scrivere personalmente”),
    – eccetera.

    Sono esattamente questi gli inutili scambi di corrispondenza che io non voglio riempiano le mie giornate. Ho risposto alla persona che qui si firma Giros esclusivamente a scopo di esempio.

    Per finire, ricordo a Giros che, dopo avermi (com’è suo diritto) negato il permesso di riportare una frase da una sua lettera destinata a me, si era detto pronto a pubblicarla lui stesso. Poiché diceva di non ritrovarla, gliel’ho spedita. Attendo dunque la pubblicazione.

    Sia chiaro: ho parecchie conversazioni per corrispondenza (o al telefono) con persone garbate e dotate di capacità dialettica.

  55. giros Says:

    – mente (dice non avermi mandato nulla in lettura, e invece mi ha mandato due romanzi)
    Ti ho risposto mi sembra, ed accusarmi di mentire è questo sì un insulto gratuito: “E’ probabile che ti abbia mandato un testo. Un testo molto vecchio e fra i primi che scrissi perchè l’ho inviato con una mailing list a diversi nominativi”
    Quindi io dovrei avere te sempre al centro dei miei pensieri e ricordarmi cosa ho fatto un anno fa ?

    – è male informato e non si cura di informarsi bene (sa che ho perso un lavoro, ma non sa che me ne è stato immediatamente offerto un altro),
    Anche qui ti ho risposto. Vale sempre il fatto che mi informo di quello che mi interessa. Magari quello che fai non è che sia sempre in cima ai miei pensieri

    E mi fermo qui.

    Per il resto alla mail che ti avevo inviato tu avevi detto che non mi ero firmato e che quindi non potevi aggiungere altro. Mi sono firmato ma lo stesso non mi hai risposto. Direi che siamo pari e che la cosa si può chiudere qui.
    Saluti.

  56. Stefano Trucco Says:

    Beh, qui posso vantarmi un po’. Quando mai il mio primo libro a Mozzi lo feci indubbiamente perchè volevo essere pubblicato e perchè era gratis. Ma prima mi informai un po’, lessi ‘Il male naturale’ e, fra le altre cose, appresi della sua ammirazione per ‘Dune’ di Frank Herbert, che indicava l’assenza di pregiudizi verso il genere del romanzo, quello fantascientifico. Gli telefonai, la conversazione fu cordiale e spedii il manoscritto.
    Mozzi ne lesse 80 pagine (giusto perchè gli ero rimasto simpatico) e lo stroncò, di nuovo in conversazione telefonica.
    Io ci pensai un po’ e decisi che aveva ragione. Tentai di tenere conto delle sue osservazioni per il secondo romanzo, che ha avuto più fortuna ed è stato pubblicato.
    Devo ammettere che gli voglio molto bene: quella stroncatura è stata per me estremamente salutare. Se altri non ci arrivano peggio per loro.

  57. gian marco griffi Says:

    Mi vanto anch’io: ho scritto per tanto tempo. Fatica molta, divertimento un po’. soddisfazioni zero.
    Di fatto i miei racconti non piacciono/non interessano a un cazzo di nessuno.
    A ben vedere Giulio Mozzi è stato l’unico a darmi una mano.
    Ma se un libro fa cagare, fa cagare.

  58. enrico ernst Says:

    Che brutta cosa Giros quando dici: è un esperto del settore? ma se l’hanno scaricato le case editrici. A parte il fatto che non è vero, mostri cosa possa fare il risentimento. Il suo capitale di… beh… una parola diversa da “violenza” non mi viene… e se posso capire, forse, con quale senso di frustrazione si possa vivere una non-risposta (o una risposta negativa)… il risentimento fa male, nuoce, inficia le parole e le relazioni. E quindi mi veniva solo da darti un consiglio: perdona…

  59. giros Says:

    @enrico ernst : ma si certo che perdono, figurati. Per me è acqua passata. Il mio testo sto per pubblicarlo comunque e di quello che è successo un anno fa manco me lo ricordavo. Purtroppo me l’ha ricordato questo post… comunque il discorso è sempre quello: una risposta qualunque essa sia è importante. Il silenzio è deleterio, in ogni cosa della vita. Non solo i libri ma per tutto.

  60. Giulio Mozzi Says:

    Nella pagina Istruzioni per mandare un dattiloscritto a Giulio Mozzi scrivo:

    …Ho deciso dunque di farmi vivo solo quando ciò che leggo mi interessa, […] cerco di tenere il passo con le letture, se non mi faccio vivo entro due mesi vuol dire che l’opera non mi interessa.

    E naturalmente spiego perché mi comporto così. Quindi chi mi manda un testo, se si è premurato di informarsi un poco, sa fino a dove arriva la mia disponibilità.

    Se non rispondo, non vengo meno a un impegno preso. Se uno vuole un lettore che si impegni a una risposta, si rivolga pure alle agenzie che danno questo servizio (e se lo fanno pagare, giustamente).

  61. dm Says:

    A me sembra di capire le ragioni di Giulio che preferisce non rispondere. E mi sembra di capire le ragioni di chi vorrebbe invece una risposta.
    Quello che non capisco è invece quel che succede qui.
    Ricapitoliamo.
    La versione di Giros è: Giros legge un post sul rifiuto editoriale scritto da uno cui Giros ha inviato l’anno scorso 3 romanzi. Giros non ricorda di avere inviato 3 romanzi all’autore del blog che evidentemente segue (ma può essere capitato per caso nel blog di quello che gli ha rifiutato i romanzi). Pur dimentico, Giros assalta alla baionetta l’autore del blog, grondando sangue e risentimento. Talmente dimentico è che asserisce con forza (o con sdegno) di non aver sottoposto e di non voler mai sottoporre un testo all’autore del blog.
    La versione dell’uomo semplice: Giros ha inviato 3 romanzi (2+1) all’autore del post sul rifiuto editoriale… Dunque si vendica come può. Comprensibilmente.

    Arrabbiarsi è umanissimo, agire in modo subdolo e strisciante è troppo umano. Troppo per me.

  62. Lucia Astrobello Says:

    “Immagino il suo calvario con i lettori editoriali. Ma anche il loro.”

    Giuseppe Pontiggia, Nati due volte

  63. Cristian Says:

    Ecco brava Lucia: che balle con questo dibattito, perché non andate qui sopra e scrivete qualcosa su Pontiggia

  64. dm Says:

    Mi spiace, su Pontiggia non ho niente da dire. Su Giros, un mezzo scibile.

  65. giros Says:

    @dm: vedi che così si riesce a movimentare l’ambiente ? Tutti presi, tutti seriosi etc. Arrivo io e porto lo sconquasso… Pensa se leggi il mio libro allora 🙂 Scherzo… comunque non so perchè ma quando scrivo qualcosa, di qualunque cosa si tratti, non passo mai inosservato… secondo me dovrei mettere a frutto meglio questa cosa (a ri-scherzo ovviamente)

    Per @giuliomozzi: secondo me te le sei presa più tu di me. Pace fatta ? Tanto mi sa che proprio adesso, dopo questa amichevole chiacchierata, un mio libro non è davvero il caso di mandartelo … 🙂

    @dm: i miei libri adesso sono diventati 3 ? Sarei curioso di sapere chi ha scritto il terzo…io no di certo perchè ne ho scritti solo 2 (per fortuna, potrebbe dire qualcuno …)

  66. dm Says:

    Giros, sì, ho letto che hai spedito due romanzi diversi, e poi hai spedito nuovamente uno dei due inviati. Ho scritto infatti “3 romanzi (2+1)”, mi sono immaginato il terzo come un premio, nella strategia promozionale.
    Comunque buona fortuna: io ho capito un po’ di tempo fa che quella morchia interiore che fa invidia dispetto e risentimenti vari può essere trasformata in energia creativa, termovalorizzandola. Insomma, auguri moralistici. E sinceri.

  67. enrico ernst Says:

    Giros Narcissos

  68. Giulio Mozzi Says:

    Ah: e la lettera che ti dicevi pronto a pubblicare, Giros?

  69. Monica Ferraioli Says:

    Quando sono sveglia mi dico che la risposta forse non ci sarà, forse ci sarà ma non si sa quando, in fondo ci sta che non si può rispondere a tutti, i limiti del possibile pongono, appunto, limiti. Ma che ci posso fare se poi la risposta me la sogno di notte?

  70. Monica Ferraioli Says:

    ma alla fine grazie comunque

  71. Livio Romano Says:

    Giros, devi mangiare ancora tanta pastina! Ma hai provato a mandare ad altri la tua roba? Nel 90% dei casi non ti rispondono per il semplice motivo che non ti hanno letto perché non sei stato presentato da uno del giro (e questo accade anche a chi ha già pubblicato, e magari bene). Invece Giulio è pressoché l’unico che dà davvero uno sguardo agli “invii spontanei”. Trovo inoltre orrendo quel che scrivi 1) perché Mozzi è uno scrittore grandissimo, secondo me già un classico, 2) perché lo stesso ha alle spalle migliaia di ore di insegnamento di narrazione ed è l’autore di decine di libri sulla scrittura creativa, punti di riferimento imprescindibili per chiunque insegni questa materia.

  72. AmandaPittoMelling Says:

    Giulio, scrivo qui perché, sensatamente, prendi i concetti come campione per parlare con più persone possibili in modo da non ripeterti. È da poco che ho iniziato a valutare manoscritti come direttore di una collana che sta per essere presentata ai lettori, e devo essere onesta, ho delle difficoltà ad avere a che fare con gli esordienti. Tra l’altro sono una donna, e gli insulti sono per me particolarmente sgraditi. Non riesco a immaginare come imparerò a conviverci, essendo tra l’altro una persona sincera. Imparerò a mentire, probabilmente. Oggi ho ammesso di capire dopo un paio di pagine se un libro per me può essere valido o meno, creando uno scandalo in una discussione. Ho appena scoperto che dall’altra parte non ti è permesso sbottonarti, gli esordienti ti sbranano, vogliono i tuoi brandelli. E dunque l’ho scritto per pura solidarietà, terrò a mente questo elenco, ricordandomi che se siamo tutti nella stessa barca, di sicuro è in mezzo a una tempesta.

  73. Giulio Mozzi Says:

    Amanda, già chiamando “esordienti” quelli che sono degli “aspiranti” (“esordisce” chi pubblica la prima opera; non chi cerca di pubblicarla), cioè considerando come “già dentro” coloro che sono “ancora fuori”, commetti un errore. Perché, evidentemente, sono gli “aspiranti” più sgomitevoli a promuovere questo uso errato, o se preferisci esagerato, della parola “esordiente”.

  74. Giulio Mozzi Says:

    E comunque, Amanda, se dopo un paio di pagine già ti sei fatta un’idea precisa, ti invito a leggerne almeno altre ventotto. Non si sa mai.

  75. Monica Ferraioli Says:

    In qualità di poco più che esordiente posso solo dire che già ricevere una risposta è una cosa “grandiosa”, a volte hai l’impressione di lanciare sassi nella stratosfera. Poi saper cogliere come anche una critica serva a migliorare è una questione di “carattere”. Certo che se negli Stati Uniti “tutti possono diventare presidente” non è detto che in Italia “tutti possano diventare scrittori”.

  76. AmandaPittoMelling Says:

    Terrò a mente questa sostanziale differenza, che già in effetti rende l’idea dell’atteggiamento di chi vorrebbe pubblicare. Si assolutamente, anch’io insisto a leggere comunque, però devo ammettere che l’intuito iniziale non mi ha ancora tradito, solo a volte quando ho avuto eccessiva aspettativa. Non è facile…far aspettare,deludere, incassare, infrangere i sogni e probabilmente realzizzarli. Imparerò 🙂

  77. mariagiannalia Says:

    Però sarebbe stato interessante leggere anche una piccola antologia delle tue risposte. Così avremmo potuto capire meglio.

  78. susana Says:

    susana

    Dieci risposte autentiche, da parte di autori e autrici, a un rifiuto di pubblicazione | vibrisse, bollettino

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