di Lorenzo Costantini
[Le regole del gioco sono qui].
Ho udito nella notte la tua voce,
era il suono di un perduto amore.
una bocca che gridava nell’ombra:
per me è stato l’abisso. Come se un uccello
m’avesse scavato il cuore e poi, per gioco,
m’avesse lasciato vivere, per sempre solo.
Mi alzo dal letto esausto, attendo solo
che sparisca dalla stanza quella voce
di cui serba memoria solo il gioco.
Lo comprai perché sapevo del tuo amore
per il colorato tropicale uccello.
colui che risplende anche nell’ombra.
Di quel giorno rimane solo l’ombra
di un ricordo, un istante solo:
quando finalmente ti donai l’uccello
che ripete per ore l’umana voce,
e sperai che tu mi mostrassi amore,
sperai in un grazie per il bel gioco.
Morì la speranza. Scartato il gioco,
vidi sul tuo viso cadere l’ombra:
“È questo il simbolo del nostro amore?
Ti ho chiesto un pappagallo, uno solo:
Va’ che al bar di Gianni gira voce
che Lisa abbia ogni giorno un nuovo uccello.
Neanche è vivo questo uccello!
È uno stupido inutile gioco!”
“Ma cara, replica anche la voce…”
“Ecco! Ti lascio con quella!” E nell’ombra
sparì urlando. Rimasto solo,
piansi sulla plastica lacrime d’amore.
Questa è la storia del mio triste amore:
morto per colpa dell’inanimato uccello.
E ora tutte le volte in cui mi sento solo
e penso a te, e col ricordo gioco,
dal cuor scompare un poco l’ombra
udendo ancor di te sonar la voce.
Dimmi se in quella voce c’è ancora amore,
ti imploro, o uccello: rispondi a questo solo.
Ma tace, crudele, il gioco e m’inghiotte l’ombra.
Tag: Lorenzo Costantini
14 novembre 2014 alle 18:01
Lugete, o Veneres Cupidinesque … ( ed anche tu, mio buon Catullo) . Partecipo anch’io al dolore del blog. Non so voi. la Matta
14 novembre 2014 alle 18:34
“ Domenica 8 maggio 2005 – « Lazzaro Pappagallo ». « È un nome d’arte? » No, è un giornalista. (Non ci si crede… ) “. [*]
[*] La s-formazione dello scrittore / 91