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La formazione del fumettista, 33 / Mauro Uzzeo

7 luglio 2015

di Mauro Uzzeo

[Questa è la trentatreesima puntata della rubrica del martedì, dedicata alla formazione di fumettiste e fumettisti. La rubrica è a cura di Matteo Bussola. Ringraziamo Mauro per la disponibilità. gm].

mauro_UzzeoSono uno di quelli che credono nel qui e ora, perché il futuro faccio fatica a capirlo persino nei film e indietro, come dicevano quei due, non ci torno mai, neanche per prendere la rincorsa.
Risalire alle origini di un percorso, poi, è nuotare vestiti e controcorrente tra le rapide di un fiume incazzato, per questo posso raccontarmi soltanto mettendo a fuoco pezzi di fotografie.

Come su Tralfamadore, le cose non sono avvenute nel passato e non avverranno domani, il tempo è una linea retta in cui tutto accade nel medesimo momento.
Tutto accade ora.

E ora è il 2001, ho 22 anni e la mia odissea non è ambientata nello spazio ma in un volume di 64 pagine che – scopro adesso – non verrà più pubblicato da quella stessa casa editrice che ho contribuito a fondare un paio d’anni prima e con cui ho firmato un contratto.
Questo è il primo problema.
Il secondo è che devo dire a Marco Marini – che quelle pagine le ha disegnate e colorate TUTTE – che il volume non si fa più.
Uhm.
S.E.S.S.A.N.T.A.Q.U.A.T.T.R.O. pagine, disegnate in sette stili diversi, scritte in sette stili diversi per rendere unico ognuno dei sette protagonisti di quei sette racconti che avevano un solo filo comune: il desiderio di avere qualcuno vicino, almeno per un minuto. E Almeno un minuto insieme sarebbe stato il titolo di quel volume nato l’anno prima e ancora schiavo di quell’adolescenza alla quale speravo d’essere sopravvissuto.
Come glielo dico a Marco?

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La formazione del fumettista, 17 / Gipi

10 marzo 2015

di Gipi

[Questa è la diciassettesima puntata della rubrica del martedì, dedicata alla formazione di fumettiste e fumettisti. La rubrica è a cura di Matteo Bussola. Ringraziamo Gipi per la disponibilità. gm].

gipi_gipiHo due portamine, sono identici. Stanno sul tavolo. Sono blu, all’esterno. Hanno due mine diverse, all’interno. Una dura, una morbida. Uso la dura per i primi tratti, la morbida per ripassare le linee importanti, per capire dove metterò l’inchiostro. Voglio una sigaretta, appoggio il portamine a mina morbida sul tavolo. Le sigarette sono in cucina, quando torno al tavolo ci sono i due portamine identici uno accanto all’altro. Riconosco quello che stavo usando perché è caldo. È così che li riconosco. E così riconosco i pennarelli che sto usando. Ho sul tavolo, adesso, almeno una ventina di pennarelli neri identici, stessa punta. Almeno, sarebbero identici se fossero nuovi, ma con l’uso si trasformano, si slabbrano o assottigliano. Fanno goccine di inchiostro al principio o al termine di un tratto oppure sono quasi asciutti e permettono di tracciare linee sottilissime. Anche in quel caso, per capire quale stavo usando, li tocco. Quello caldo è quello buono.

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