Lombroso è vivo (e lotta insieme a noi)

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di giuliomozzi

Le teorie di Cesare Lombroso sull’uomo criminale, l’atavismo eccetera sono ormai completamente screditate. Tuttavia, come spesso succede, sono ancora vive nell’immaginario popolare: tant’è che spesso, nel primo contatto con una persona, ci si fanno delle idee sulla base della faccia, delle posture, dell’abbigliamento (l’abito fa il monaco) e così via. E, ad esempio, anche Federica Sgaggio ci ha scherzato su, qui, in un commento alla mia noterella Omettere un particolare.
Che le cose stiano così, lo sa bene chi fa i giornali. Basti guardare, ad esempio le due fotografie di Crescenzio Sepe con le quali La Repubblica e Il Giornale illustrano due articoli sostanzialmente identici nel contenuto informativo, ma di tenore assai diverso: favorevole a Sepe quello del Giornale, sfavorevole quello di Repubblica.

Il Giornale

La Repubblica

Il Giornale ci mostra un uomo fiero, che guarda davanti a sé (non dritto nei nostri occhi, ma un po’ più su: come si conviene a uno del suo rango); l’abito è il cosiddetto abito piano, quasi la tuta da lavoro del cardinale; i segni del rango cardinalizio sono appena visibili (la berretta rossa s’intravede appena) o comunque discreti (l’orlatura scarlatta della tonaca).

La Repubblica ci mostra un uomo che non ci guarda, che anzi nasconde gli occhi, che suda (segno d’imbarazzo); e, soprattutto, che ci sembra oppresso dai simboli (l’abito liturgico) del suo stesso potere.

Per approfondire:

Araldica vaticana.

Norme ceremoniali per gli eminentissimi signori cardinali, 1943.

Sacre sfilate. Alta moda in Vaticano da Pio X a Benedetto XVI, di Luca Scarlini, Guanda.

Dal film Roma, di Federico Fellini.

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14 Risposte to “Lombroso è vivo (e lotta insieme a noi)”

  1. andrea barbieri Says:

    Credo che l’idea a monte delle teorie di Lombroso, riassumibile in un concetto di ‘degenerazione’ dell’umano, sia viva e vegeta nel mondo scientifico e religioso.

  2. alcor Says:

    provo molta e maggior diffidenza guardando la foto del Giornale, un uomo così chiaramente uomo di potere e non di spiritualità (parlo della foto), così evidentemente “di mondo”, non può che essere grandemente spregiudicato

    nella foto di repubblica invece vedo un poveraccio al quale caduta una tegola in testa, nonostante l’abito da sera

  3. federica sgaggio Says:

    Come dice va Wilde, «solo i superficiali NON giudicano dalle apparenze».
    Quel che si vede, quel che appare, consente in genere una mappatura di massima della realtà.
    Ovvio che la realtà viene mappata in base alle proprie convinzioni e anche in relazione ai propri preconcetti.
    Però è anche vero che i sensi sono ciò attraverso cui l’apparente riesce a raggiungerci.

  4. andrea barbieri Says:

    “Solo i mediocri non giudicano dalle apparenze: il vero mistero del mondo è ciò che è visibile, non l’invisibile” lo diceva Oscar Wilde o un personaggio di Wilde?

  5. federica sgaggio Says:

    Lo diceva lord Henry Wotton nel «Ritratto di Dorian Gray» («It is only shallow people who do not judge by appearances. The true mistery of the world is the visible, not the invisible»).

  6. cletus Says:

    “…ma la figliola di Clinton ?”

  7. federica sgaggio Says:

    In chiave lombrosiana?

  8. dmuriano Says:

    Credo che in molti ragionino confrontando le apparenze dei “buoni” e dei “cattivi” che gli sono capitati. Questo fa parte del nostro carente bagaglio istintuale. La fisiognomica è solo un tentativo ingenuo di formalizzare l’impressione istintuale, per tanto irrazionalizzabile. Esistono un magnetismo animale e una sensitività che ci informano in modo dettagliato dell’altro, a livello più o meno inconscio (a seconda del rapporto che ciascuno ha con la parte di sè più sensitiva). A me è capitato di conoscere persone sensitive che ne facevano un uso quasi magico.

    Comunque, qui, secondo me il problema viene dall’uso ingannevole dell’immagine che da meno di un secolo si fa in Occidente. Immagine che ha sovvertito l’idea di corporeità, o meglio che ha contribuito a fondarne una nuova, scollegata dal corpo. I corpi vengono riprodotti in modo semplificato e stilizzato, e una fisiognomica (stilizzata e di facile comprensione) viene divulgata per informare di questi corpi, quasi per dar loro vita, anima, psicologia, insomma realismo. L’idea è che se si può ricreare il corpo, anche ciò che passa da corpo a corpo, quel magnetismo animale rivelatore, si può ricreare in vitro, in imagine. Il presupposto è cioè che il nostro rapporto con i corpi mediali sia della stessa natura di quello con i corpi viventi.

    A questo proposito, ricordo una strana diatriba, in un bar vicino Pavia, sugli occhi e sull’espressione di Alberto Stasi. Due signore commentavano su un giornale la foto dell’allora accusato che, anche a me, in effetti dava un’impressione inquietante. (I giornali si devono pur vendere.) E ne parlavano come di una persona conosciuta, commentavano i tratti del viso, il sopracciglio, gli occhi, la bocca etc: come se Stasi fosse lì, sul tavolo, presente: e con tutte le attenzioni e i meccanismi valutativi che si rivolgono a un corpo, che in quel momento si esprime nonverbalmente, che sta respirando sudando movendosi comunicando. In realtà non era strana, la diatriba, ma abbastanza normale.

  9. vibrisse Says:

    Alcor, è ovvio che tu provi più “molta e maggior diffidenza” guardando la foto pubblicata da “Il giornale”. Ma che cosa avranno provato i lettori de “Il giornale”? g.

  10. andrea barbieri Says:

    “[…] uso ingannevole dell’immagine […] che ha sovvertito l’idea di corporeità, o meglio che ha contribuito a fondarne una nuova, scollegata dal corpo. I corpi vengono riprodotti in modo semplificato e stilizzato, e una fisiognomica (stilizzata e di facile comprensione) viene divulgata per informare di questi corpi, quasi per dar loro vita, anima, psicologia, insomma realismo.”

    Si vero, anche se più che “riprodotti” i corpi sono “prodotti” ideologicamente, ci sono norme che stabiliscono quali sono i corpi “legittimi” indipendentemente dalla realtà. Le teorie sulla ‘degenerazione’, la fisiognomica del degenerato, gli scienziati misuratori di bernoccoli sono un esempio facile da vedere perché lontano nel tempo. Ma oggi c’è sempre il potere religioso e le ideologie che attraversano la medicina a descrivere i corpi “legittimi”. Noi cresciamo dentro le norme che producono i corpi, pensiamo, vediamo e proviamo repulsione secondo ciò che ci viene insegnato.
    Può sembrare buffo dire queste cose partendo dalla foto del cardinale inquisito e dalla battuta Federica che ricordava quella di Montanelli su Previti, ma il meccanismo all’opera è lo stesso.

  11. andrea barbieri Says:

    Scusate non ho virgolettato il primo blocco di testo del messaggio sopra, che è una citazione da “dmuriano, 23 giugno 2010 alle 19:08”

  12. Alcor Says:

    chi lo sa? comunque il mio lombroso incorporato aveva già reagito all’aspetto di Sepe quando era arrivato a Napoli, sbagli, mi dicevo, il tuo lombroso incorporato è una patacca screditatissima, come del resto sai

    ma è difficilissimo superare i propri pregiudizi fisiognomici, con tutta la buona volontà razionale, anche l’istinto ha le sue ragioni e a volte salvano la vita

  13. dmuriano Says:

    andrea barbieri: Anch’io, in effetti, mi stupisco della potenza generativa di questo luogo virtuale. E sono anche d’accordo che i corpi siano prodotti, e non ri-prodotti, anche se la riproducibilità tecnica (viene da dire, un po’ impropriamente: “il corpo nell’era della sua riproducibilità tecnica…”) è alla base dell’inganno: perché la differenza e la distanza tra l’immagine e la cosa, dopo duemilacinquecento anni, sono state cancellate. La “falsa apparenza” di Platone è diventata verità. L’immagine della cosa, il riflesso della cosa è diventato cosa: gli specula (mediali, transmediali) sono diventati la realtà, la verità. Tutto è avvenuto nell’era della tecnica, per mezzo della tecnica, il cui sfondo di riferimento è nutrito di metafore religiose, a partire da Bacone, per cui nulla di strano che siano proprio la medicina e la religione, come giustamente dici, a legiferare sulla legittimità dei corpi. In breve, se anche l’uomo della strada – l’uomo del grande fratello – avesse bene in chiaro la distinzione che tu fai tra produrre e riprodurre, tutto il discorso di questa nuova corporeità crollerebbe miseramente.

  14. andrea barbieri Says:

    Ma deve crollare. I corpi sono corpi di persone, un corpo negato è una persona senza diritti.
    Pensa al caso della Englaro, a come veniva ‘prodotto’, ‘costruito’ il suo corpo dai discorsi di chi avversava l’eutanasia. La decostruzione è importante perché alla base ci sono dei diritti da conquistare.

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