di Hélinand de Froidmont (tr. gm)
5.
Oh morte, che ci hai presi tutti al laccio,
che ovunque fai ghiaccio
per farci scivolare,
certo, è vero che ho te in odio,
ma non quelli ai quali ti mando:
ti mando perché tu li conforti,
perché scacci la vanità
che è lì che li perseguita
fino dar loro il matto.
Ma chi ti vede circondargli l’anima
da ogni parte, e abbracciarla,
è matto se non molla i suoi stravizi.
6.
Oh morte, sortisci il corno e suonalo
a Proneroi e a Peronne:
fa’ che per primo lo senta Bernardo,
lui che è più vicino alla fine
(prego che Dio non lo rifiuti e scacci
come una moneta falsa).
Oh morte, digli lo stile è noto
del giovanotto che si fuorvia
quando Domineddio gli dà salute
e torna a pregarlo se gliela toglie:
fa un pessimo gioco
chi teme Dio soltanto quando tuona.
7.
Oh morte, morte, salutami Bernardo,
l’amico mio, che Dio me lo conservi;
per lui il mio cuore sospira e piange:
digli che lo vedo esitare troppo
nell’eleggere il miglior partito,
nel mettere la vita sottosopra.
Perché non viene? Perché si attarda?
Se vuole che Dio lo soccorra,
perché vuole servirlo solo in ultimo?
Matto è chi aspetta che il fiume scorra:
se lascia passare l’ora giusta,
Dio gli dirà: “Les jeux son faits!”.
22 agosto 2014 alle 10:30
da correggere
è matto se non molla i suoi stravizi
22 agosto 2014 alle 10:40
Grazie, manu.
22 agosto 2014 alle 13:51
“…ci tutti hai preso al laccio,” è proprio così? Orrendo!
23 agosto 2014 alle 06:50
Grazie, Mery. Ho corretto.
23 agosto 2014 alle 18:57
Un sorriso.