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Hélinand de Froidmont, “I versi della morte” (1195), 5-7

22 agosto 2014

di Hélinand de Froidmont (tr. gm)

5.

Oh morte, che ci hai presi tutti al laccio,
che ovunque fai ghiaccio
per farci scivolare,
certo, è vero che ho te in odio,
ma non quelli ai quali ti mando:
ti mando perché tu li conforti,
perché scacci la vanità
che è lì che li perseguita
fino dar loro il matto.
Ma chi ti vede circondargli l’anima
da ogni parte, e abbracciarla,
è matto se non molla i suoi stravizi.

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Hélinand de Froidmont, “I versi della morte” (1195), 3-4

21 agosto 2014

di Hélinand de Froidmont (tr. gm)

3.
Oh morte, che ovunque hai le tue rendite,
che su tutti i mercati fai vendite,
che sai spogliare i ricchi,
che azzanni i più elevati,
che scaraventi giù i potenti,
che dài e togli a tuo bel grado gli onori,
che fai sudare freddo i più forti
e sdrucciolare i più avveduti;
tu che cerchi le vie e i sentieri
nei quali farci impantanare;
voglio salutare i miei amici
per mezzo tuo: li voglio spaventare.

4.
Oh morte, ai miei più cari ti invio:
non come a nemici,
né come a gente che io abbia in odio;
anzi prego Dio (che mi ha messo in cuore
di sollecitarli; e l’ho promesso)
che dia loro lunga vita, e la grazia
di vivere bene tutto il loro tempo.
Ma tu, che godi nella caccia
di coloro in cui Dio non ha messo timore,
fai grandi beni con la tua minaccia:
il timore di te purga e raffina
l’anima, come un setaccio.

(continua) (vedi il testo originale)

Hélinand de Froidmont, “I versi della morte” (1195), 1-2

20 agosto 2014

di Hélinand de Froidmont (tr. gm)

1.
Oh morte, mi hai messo nel secchio
a far la purga del mondo in eccesso:
tu sventoli su tutti la tua mazza,
ma vedo che nessuno cambia pelle
né smette i suoi usi e costumi.
Ti teme, oh morte, solo il saggio:
tutti corrono al proprio danno
e chi non sa correre, rotola.
Per questo ho cambiato il mio cuore
e ho abbandonato giochi e lazzi:
non asciugarsi dopo il bagno, è da pazzi.

2.
Oh morte, da chi canta l’amore
e di vanità si vanta, va’; a nome mio
insegnagli a cantare
come quelli che ti incantano:
quelli che fuori dal mondo si ràdicano,
così che tu non possa sradicarli.
Quelli che ti cantano, oh morte,
con un canto gravido di timor di Dio,
tu non sai incantarli:
il cuore che dà un tal frutto,
lo dico in verità,
nessuna tua lusinga lo sradicherà.

(continua) (vedi il testo originale)