Valter Binaghi, La pecora nella rosa
Il sole era già alto nel cielo e il biancore dei marmi risplendeva nella piazza come una benedizione: allora lo scultore si avvicinò al portale della cattedrale. Salì sull’impalcatura, per continuare l’opera: nuove offerte erano giunte al vescovo dal popolo, ed il rosone poteva finalmente essere ultimato.
La scultura del rosone raffigurava il Figlio dell’Uomo nella capanna: la Madre di Dio lo teneva tra le braccia mentre tutt’intorno il mondo degli angeli e delle creature viventi lo adorava. Vi erano alberi e montagne, pecore e pastori e, di lontano, il corteo dei Magi sapienti veniva da Oriente.
Passava in quel mentre un dottore in Teologia, e si fermò a guardare.
Squadrò l’opera e l’uomo e gli gridò : “Cosa fai lassù col tuo scalpello?”
“Da tre giorni”, rispose l’artefice, “lavoro ad una pecora”.
“Che cosa ha a che fare una pecora con la gloria di Dio?” chiese il teologo.
L’uomo rispose: “Chi può avvicinarsi alla Musica senza danzare? Il Tempio prende per sè forme e colori, erbe e animali, perchè la festa sia piena e non si possa più distinguere tra ciò che è Musica e ciò che non lo è”
Il dottore aguzzò lo sguardo e vide la bellezza dell’opera nel rosone.
“Qual è il tuo nome?” chiese: “chi dovrà ricordare la città. per questo?”
“Che importa il mio nome?” rispose lo scultore : “Sono forse io il suonatore? Nessuno decora il Tempio se non è il Tempio a decorare il mondo. Infatti non il Tempio è nel mondo, ma il mondo nel Tempio”
Il dottore sorrise : “Non sei forse tu a scolpire la pecora nel rosone? O sei così temerario da dire che Dio stesso la scolpisce?”
L’artefice scosse il capo: “Lui chiama la pecora, ed io ve la conduco”, disse.
“Parli come uno che contempla meraviglie”, disse indispettito il teologo: “Ma non sono forse semplici pecore quelle che tu disegni?”
L’altro sorrise: “Non tutte le pecore possono entrare in una rosa. Ma queste vi entrano”
E continuò il suo lavoro sotto il sole.
Tag: Arte sacra, Cosmo, Tempio
20 giugno 2013 alle 14:26
La bellezza di questo dialogo riesce a sfiorarmi da subito. Credo che per avvertire meglio tutto quel che c’è dietro a questo dialogo, avrò però bisogno di numerose riletture. Cosa c’è di più prezioso di quel che merita di essere riletto?
Grazie e a rileggerci!