Giulio Mozzi: La smemoratezza
Il creatore creò il mondo. Poi se ne dimenticò. Qualche tempo dopo, gli si presentarono delle anime.
“Chi siete?”, disse il creatore.
“Siamo le anime dei morti”, dissero le anime.
“Quali morti?”, disse il creatore.
“Quelli che sono stati vivi nel mondo che hai creato, e poi sono morti”, dissero le anime.
“Ah, mh, sì”, disse il creatore. “Mi sembra di ricordare. E quindi?”.
“E quindi”, dissero le anime, “ora che i nostri corpi sono morti ti abbiamo raggiunto”.
“Ah… Perché era previsto così, in quel mondo?”, disse il creatore.
“Non saremmo certo state capaci di arrivare fin qui di nostra iniziativa”, dissero le anime.
“Indubbiamente”, disse il creatore. Fece una pausa. Continuò. “Bene, ora siete qui. Vi serve qualcosa?”.
“Soltanto un posto dove stare”, dissero le anime.
“Potreste mettervi…”, il creatore si guardò attorno, “…poteste mettervi lì”, disse, indicando un posto né migliore né peggiore di tanti altri.
“Grazie”, dissero le anime: e andarono a mettersi dove era stato loro indicato.
Qualche tempo dopo, altre anime si presentarono al creatore. Anche loro chiesero un posto dove stare. Anche loro andarono a mettersi dove era stato loro indicato. E poi altre ancora. E altre ancora.
“Ma muoiono tutti, laggiù?”, domandò a un certo punto il creatore.
“Tutti, tutti”, dissero le anime.
“Ma quanti ce n’è, di voi, ancora, laggiù?”, domandò un’altra volta il creatore.
“Non tantissimi in assoluto”, dissero le anime, “però si riproducono in continuazione”.
“Si… Che cosa?”, domandò il creatore.
“Si riproducono”, dissero le anime.
“E cioè?”, domandò il creatore.
“Due corpi si uniscono in un certo modo, e dopo un po’ uno dei due corpi si apre, e ne esce un altro corpo”, dissero le anime.
“Un altro corpo con l’anima?”, domandò il creatore.
“Noi crediamo di sì”, dissero le anime. “Ma alcuni credono di no”.
“Ma chi ha ragione?”, domandò il creatore.
“Ovviamente chi crede di sì”, dissero le anime. “Altrimenti non staremmo qui a parlarne”.
“Effettivamente”, disse il creatore.
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