di giuliomozzi
1. Andare a cena dal Capo o alle Sette teste.
2. Discutere di James Ellroy.
3. Bere un bianco nelle piazze.
4. Litigare a proposito dell’autofiction.
5. Terminare il litigio con un brindisi a Tolstoj.
6. Raccontarci il nostro desiderio di morire.
7. Fare programmi e progetti nettamente al disopra delle nostre possibilità.
8. Disquisire sull’ombelicismo della narrativa italiana attuale.
9. Disquisire sul mal d’Africa.
10. Abbracciarci.
Vedi: Romolo Bugaro, Ricordo di Marco Bellotto. Se Marco fosse ancora tra noi, oggi sarebbe il suo quarantasettesimo compleanno.
Tag: Marco Bellotto
24 novembre 2012 alle 08:40
Meravigliosa nostalgia dell’amicizia, che sopravvive nonostante l’evidente incongruenza
24 novembre 2012 alle 09:48
“Raccontarci il nostro desiderio di morire”. Nel suo caso: se soddisfatto di averlo realizzato…
24 novembre 2012 alle 11:01
Mi dispiace tanto.
Un abbraccio.
24 novembre 2012 alle 11:32
Come sono larghe le vie del cuore quando s’intrecciano a quelle del ricordo d’una amicizia. Sembra che riportino tutto indietro, per un attimo, e che tutto sfugga, anche; e invece, mai più…
Un abbraccio
24 novembre 2012 alle 11:43
Ciao Marco.
25 novembre 2012 alle 06:04
Sì, un bianco nelle piazze è un bianco al quadrato. Un bianco nelle piazze con un amico è un bianco al cubo.
25 novembre 2012 alle 18:44
è bello per me trovare in rete un ricordo di Marco. La sua scomparsa mi ha fatto star male, ed il ricordo condiviso diminuisce -per quel che si può- questo dolore. L’ultimo suo messaggio dall’Africa mi diceva “Io sto bene qui – ma non ti preoccupare : avrai il tuo maledetto aperitivo” . Molto noir.