
Dieci preziosi minuti. Clicca per vedere e ascoltare.
Vuoi condividere alla svelta?
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Tag: Alberto Mondadori, Carlo Verde, Geno Pampaloni, Gian Giacomo Feltrinelli, Giulio Einaudi, L'approdo, Livio Garzanti, Luigi Silori, Umberto Eco, Valentino Bompiani
This entry was posted on 24 settembre 2010 at 06:00 and is filed under Industria culturale. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.
24 settembre 2010 alle 23:13
Il margine disponibile per i costi pubblicitari di un prodotto è dato da due componenti. La prima è di valore assoluto e riguarda il costo minimo di un qualsivoglia “evento pubblicitario”. L’esempio calzante è quello citato nel video “… se si pensa ad un fatturato medio per prodotto di 6-7 milioni non si può spendere per il lancio più di 600mila che corrispondono a due colonne su un gran quotidiano, operazione questa di valore ampiamente insufficiente per garntire un maggior successo al prodotto”. Esiste quindi una riflessione da fare sui costi assoluti minimi per i vari “eventi” o “azioni” di lancio. Un prodotto che non produce per sua natura un fatturato minimo di soglia non potrà mai avere accesso ad una serie di “eventi” pubblicitari.
La seconda componente, legata comunque alla prima, è caratterizzata dal cosiddetto “valore aggiunto” di un singolo prodotto. Per questo c’è poi l’esempio “…pensate invece ad un singolo dentifricio che spende (cito a memoria) trecento e passa milioni in un anno per interventi pubblicitari. Le due domande da porsi quindi sono prima di tutto che valore aggiunto contiene il prodotto libro e di conseguenza quante risorse percentuali può mettere a disposizione per la propaganda di se stesso. Dopo di che resta il problema di quale fascia di fatturato totale può esser raggiunta da un singolo testo e generare quindi un valore assoluto investibile per il lancio e l’incremento delle vendite.