La pipa di Papa (e i calzini di Mesiano)

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di giuliomozzi

Vi ricordate il giudice Mesiano e i suoi calzini viola? Vi ricordate quanto baccano ci fu, perché in un servizio di un tg Mediaset si indugiava sui calzini viola del giudice Mesiano?

Ora: ieri leggo nel Corriere un articolo su Alfonso Papa, di Fabrizio Roncone. Non lo ritrovo nel sito del giornale, ma si può leggerlo qui.

[…] Gli piaceva girare dentro Napoli con l’autista dell’ultimo viceré (ed era uno spettacolo vederlo poi scendere sotto al suo ufficio in via Santa Lucia, con cinque telefonini e quei magnifici abiti cuciti da un sarto che ora nega persino di averlo mai conosciuto — «Alfonso come? No no… questo signore non è tra i nostri clienti» — E lasciamo stare il vezzo, proprio un misero vezzo, di tenere la pipa nel taschino della giacca). […]

Vi par tanto diverso? A me no. Ho letto tutto l’articolo, tre volte. E mi son detto: che cosa c’è, in questo articolo, oltre al contenuto diffamatorio? C’è vera informazione? Mi par di no.

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15 Risposte to “La pipa di Papa (e i calzini di Mesiano)”

  1. alessandrolanni Says:

    pero’ mi sa che erano turchesi i calzini.

  2. luca massaro Says:

    A me, invece, pare di notare qualche differenza:
    1) il numero dei lettori dell’articolo di Roncone è considerevolmente minore ai telespettatori di Studio Aperto.
    2) l’articolo di Roncone “racconta” e non “mostra” una pipa: e tra la lettura e la focalizzazione dell’immagine si compie nel lettore – si spera perlomeno si compia – quel processo critico che lo porta a “denigrare” Roncone piuttosto che Papa.

  3. luca massaro Says:

    Ah, mi dimenticavo il facile “Ceci n’est pas une pipe”

  4. mauro mirci Says:

    C’è una differenza nel contesto dal quale nascono i due articoli. Il pezzo su Mesiano mirava a ridicolizzare il giudice e, per il tramite del ridicolo, togliere forza alla sentenza che egli aveva sancito. Sentenza che, almeno fino a oggi, pare sia stata emessa “secondo giustizia”. L’articolo su Papa è nato a valle di un’indagine che ha rivelato alcuni aspetti poco ortodossi della vita di questo magistrato. Il primo era un articolo che voleva creare opinioni su Mesiani, il secondo raccoglie opinioni di chi ha avuto a che fare con Papa.

  5. Giulio Mozzi Says:

    Perché, Mauro, il pezzo di Roncone secondo te non mira a ridicolizzare Papa? (E, per il tramite del ridicolo, a togliere credito a tutta una classe dirigente – o blocco di potere, come si voglia chiamarlo).
    Luca, secondo me c’è una qualche differenza tra l’essere messo in ridicolo difronte a quattro o a quattrocentomila persone. Ce n’è di meno tra l’essere messo in ridicolo difronte a quattrocentomila o quattro milioni. Specie se le quattrocentomila sono “quelle che contano” (posso solo immaginarlo, e vale quel che vale: ma immagino che il profilo dei lettori del “Corriere” sia un po’ diverso dal profilo degli spettatori di “Studio Aperto”).

  6. mauro mirci Says:

    Perché, Giulio, sono due o tre passaggi, nel pezzo di Roncone, dove si calca la mano su particolari quali la pipa, i cellulari, l’autista. Ma la gran parte del testo parla di fatti (o presunti tali) tipo questo: “Gianni Letta, sentito come testimone, racconta ai pm: «Effettivamente ricordo che un giorno Papa mi disse che aveva aspirazioni politiche» . Luigi Bisignani conferma: «Papa mi chiese di appoggiare la sua candidatura alle elezioni del 2008 e io ne parlai con Verdini, che compilò le liste. Papa fu sicuramente appoggiato da Pera e da Castelli» .”
    Lo trovo, sì, un pezzo fazioso in certe parti, ma la figura di Papa non ne emerge ridicolizzata. Inquietante, quello sì.

  7. Ezio Tarantino Says:

    Allora, Mauro, diciamo che il giornalista usa (abusa) di stilemi coloristici del tutto inappropriati e soprattutto inutili, per dare forza a un ritratto che, per la verità, era appunto inquietante di suo.
    ll metodo (ridicolizzare l’ oggetto del discorso) è lo stesso. E’ sbagliato nel primo come nel secondo caso. Certo, il pezzo passato su Italia Uno non aveva altro obiettivo; questo svela una debolezza deontologica del giornalista (che non sa trattenersi dal ritratto da strapaese) in un contesto decisamente diverso.
    Ezio

  8. mauro mirci Says:

    Ezio, in verità la verà discriminante è il mandante. Il pezzo su Mesiano era, palesemente, “commissionato” da chi aveva ricevuto una sentenza sfavorevole. Non era né un buon né un cattivo pezzo. semplicemente non era giornalismo. Quello di Ronconi è forse un pessimo esempio di giornalismo, ma giornalismo. Non so, io la differenza continuo a vederla. Certo, a meno che anche dell’articolo di Ronconi non si possa individuare un committente.

  9. Giulio Mozzi Says:

    Puoi provare, Mauro, che il pezzo nel “Corriere” non è stato “commissionato”?

  10. mauro mirci Says:

    Giulio, l’onere della prova sta a chi sostiene la colpevolezza (Vero: potresti chiedermi come faccio a sostenere che quello su Mesiano è stato commissionato. Ma diciamo che lì c’è l’evidenza dei fatti)

  11. Giulio Mozzi Says:

    Nel caso di Papa, a me pare che ci sia l’evidenza dei fatti.

    Sono interessanti questi elementi collaterali qui: uno (e uno e mezzo), due, tre.

  12. mauro mirci Says:

    Gli elementi collaterali (“uno” l’avevo già letto, grazie per gli altri) sono interessanti. Ma costituiscono prova di commissione dell’articolo su Papa? O piuttosto non indicano che l’autore tende a calcare la mano su certi particolari di colore, come dire, a fare narrativa più che notizia, a prescindere dalla collocazione politica, o anche sportiva, dell’oggetto della notizia? E anche a prescindere dalla sostanza della notizia?

  13. mauro mirci Says:

    Vabbè, mi son letto meglio gli “elementi collaterali”. Ci sono buoni indizi per ipotizzare l’inclusione di Roncone tra i manganellatori mediatici di centrosinistra. La domanda, a questo punto (almeno per me) diventa: c’è davvero un mandante?
    Certo, a pensare con spirito andreottiano, si dovrebbe dire di sì. Ma bisogna comunque andare oltre il semplice contenuto del pezzo dal quale è partita la discussione. Nel nostro caso, gli “elementi collaterali” appunto.

  14. Giulio Mozzi Says:

    Mauro, quando tu ritieni che vi sia “evidenza dei fatti” circa il servizio sul giudice Mesiano, è perché tieni conto degli “elementi collaterali”: perché sai chi è il padrone di quel mezzo di comunicazione, eccetera.

    Invece, per vedere che le due operazioni si somigliano (e si possono avere valutazioni diverse sulla somiglianza, come effettivamente abbiamo), basta guardare le immagini del servizio di qua e il testo dell’articolo di là.

  15. mauro mirci Says:

    Ecco, il fatto è che mi tocca ribadire: resta da dimostrare la presenza di un mandante anche nel caso del Corriere. E non solo per la necessità di non darti pienamente ragione (ché, se si desse sempre ragione in prima botta, morirebbe sul nascere qualsiasi dialogo; e se si desse ragione alla fine, quello di aver, comunque, l’ultima parola) ma anche perché altrimenti rimarrei senza giornali non apertamente schierati da leggere, visto che l’unico quotidiano nazionale che, avevo sperato, contenesse anche dei fatti oltre alla loro esondante interpretazione, era proprio il Corriere. Pensaci e pentiti del dolore che mia hai dato.

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