Intercettazioni

by

di giuliomozzi

[Questo articolo è apparso ieri nel quotidiano Il mattino di Padova].

Signor presidente del consiglio, sono veramente felice che – grazie al suo impulso – sia ormai in dirittura d’arrivo la legge che garantirà la riservatezza delle nostre telefonate. Davvero, non se ne poteva più. La chiacchierata intima con la morosa lontana, la lite con il debitore che non paga, il vaffanculo a quello che ti chiama per «confermare» l’ordine di sessanta litri d’olio che non ti sei mai sognato di ordinare: tutto, tutta la nostra vita, ormai, rischiava continuamente di finire nella piazza mediatica.

Se è vero però che chi ben comincia è a metà dell’opera, mi permetto di ricordarle che chi lascia l’opera a metà non l’ha mica finita. E sono qui dunque con questa mia a ricordarle alcuni provvedimenti davvero urgenti che, sulla scia della legge contro le intercettazioni, immagino che il suo Parlamento vorrà celermente approvare.

Oscuramento delle telecamere nelle strade. Lo sa, signor presidente del consiglio, che ormai un cittadino non può praticamente muovere un passo fuori di casa senza essere spiato? Ci sono telecamere ad ogni angolo di strada, davanti a ogni negozio, nelle stazioni, nelle metropolitane, sotto i cavalcavia. Se una sera, ora che è quasi estate, mi permetto una birra in più ai tavolini del Bar Sport, zac!, una telecamera mi intercetta. Se in ospedale, mentre aspetto il mio turno fuori della porta dell’ambulatorio, mi metto un dito nel naso, zac!, una telecamera mi intercetta. Ormai chiunque può sapere dove vado, quando vado, con chi vado, cosa faccio e tutto il resto. Si dice: le telecamere servono alla sicurezza. Ma se i ladri un giorno spaccano la vetrina di un negozio, mi dice lei a che cosa servono le telecamere tutti gli altri giorni? Bisogna fare una legge, sull’esempio di quella ormai quasi approvata, per stabilire che le telecamere possono essere accese solo nel momento in cui qualcuno stia effettivamente compiendo un reato. Per tutto il resto del tempo non servono.

Abolizione delle scritture contabili. Prelevo dei soldi al Bancomat, e sono intercettato. Pago il ristorante con la carta di credito, e sono intercettato. Faccio un assegno alla colf, e sono intercettato. Compero una cyclette su E-Bay, e sono intercettato. Signor presidente del consiglio, ma le pare il caso? Lo sa che da quando l’uso della moneta elettronica è diventato universale non è più possibile fare un solo acquisto preservando la propria privacy? E lo sa che un’azienda deve registrare ogni singola operazione contabile? (So che lei è un imprenditore, e che imprenditore!, ma dubito che si occupi di certe minuzie). E che è tenuta a esibire le sue scritture a qualunque finanziere la intercetti? E che addirittura tutti gli anni deve portare il proprio bilancio in Tribunale? Sarebbe come se, per dire, dovessi io stesso consegnare periodicamente ai magistrati, che dio li benedica, i miei tabulati telefonici. Bisogna fare una legge, sull’esempio di quella ormai quasi approvata, che imponga la cancellazione di ogni scrittura contabile non appena l’operazione sia compiuta. Se faccio un bonifico a un amico che sta alle Cayman, per dire, è ovvio che un qualchecosa di scritto ci vuole: ma una volta che i soldi gli sono arrivati, e lui ce li ha ben saldi in mano, si potrà ben buttare via tutto, no?

Convinto di aver toccata la sua sensibilità, e fiducioso nel suo rispetto per il diritto alla segretezza della propria vita privata, colgo l’occasione per porgerle i miei più distinti saluti.

L’immagine che adorna l’articolo è tratta da qui.

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3 Risposte to “Intercettazioni”

  1. daniele Says:

    Direi che rende bene l’idea…..

  2. Gnofle Says:

    Non solo: si risparmierebbe tanta corrente elettrica…. 🙂

  3. saamaya Says:

    aggiungerei l’eliminazione dei controlli agli aereoporti che ci costringono a camminare senza cinture e a tirar fuori il peggio delle nostre paranoie quando ci fanno spogliare dei nostri ori, orologi e cellulari da mettere su un nastro..!

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