Retoriche

by

Tag: ,

11 Risposte to “Retoriche”

  1. roberto Says:

    Ormai Nanni Moretti e i suoi girotondi sono scaduti, come il latte andato a male. E’ proprio fuori tempo. Converrebbe conservarlo in un museo paleontologico e mostrarlo agli alunni in gita scolastica. BASTA!!!

  2. dm Says:

    … Umh, che strano, mi è successa la stessa cosa ieri sera. Stavo parlando a un caro amico, di vecchia data, ora berlusconiano, di Nanni Moretti e dei suoi film, per convincerlo ad andar al cinema per vedere Habemus Papam. Anche lui se ne viene fuori con la faccenda dei girotondi.
    Allora perdonami, Roberto, faccio a te la stessa domanda che ho fatto a lui. Cosa c’entrano i girotondi con i film di Nanni Moretti? Domanda secondaria: hai visto i film di Nanni Moretti? E voglio dire Bianca, La messa è finita, Ecce bombo, Io sono un autarchico, Palombella rossa (da cui viene la sequenza pubblicata da Giulio, forse un pochino troppo inflazionata…)?
    No perché il mio timore è che ormai anche i nomi di persona, non soltanto i nomi astratti e i nomi collettivi attivino una sorta di automatismo che prescinde dal significato, dalla storia e da tutto quanto. Il Vocabolario Automatico della Lingua Italiana, potremmo chiamarlo.
    E’ una mia opinione ovviamente, magari mi sbaglio.

  3. roberto Says:

    Non ti sbagli. Auguri di buona Pasqua.

  4. Paola Martini Says:

    Le parole sono importanti, ma qui si tratta di sberle date ad una donna, tanto per cambiare; e che si tratti di Nanni Moretti, non migliora di certo l’effetto!

  5. Giulio Mozzi Says:

    Appunto, Paola: alla retorica cheap della giornalista, il vero snob sa opporre solo la retorica dell’interruzione: schiaffo e “basta!”.

  6. Carlo Capone Says:

    Evidentemente nell’89, anno di produzione di Palombella, lo schiaffo a una donna appariva concepibile, oggi certo che no.
    Ma al di là della notazione la scena è memorabile per la questione delle parole da restituire al significato originale (le parole sono pietre!, all’epoca non lo capivo ma oggi sì) e per l’avversione del protagonista ai luoghi comuni, di cui in 20 anni si è verificata un’insopportabile efflorescenza.

  7. enrico Says:

    no no scusate un attimo: che il cinema di Moretti sia un lavoro sulla aggressività… forse sulla aggressività del suo “autore”, e che i protagonisti del suo cinema siano “arrabbiati”, persino sadici, per questo dobbiamo ringraziare Nanni, ha parlato anche di noi, no? non credete? di certe nostre pulsioni? politiche? E poi: ok non avere cognizione della differenza tra io narrante e autore e personaggio ma… in “Bianca” Nanni Moretti (l’attore? L’uomo? Il personaggio?) è un serial killer, per futili motivi, altro che sberletta a una Palombelli (Barbara?). In “caro diario” Nanni Moretti lega e tortura un giornalista del manifesto, reo di avergli “consigliato” Henry pioggia di sangue? E nessuno è andato al più vicino commissariato per denunciarlo. Lo storcimento di naso poi sui girotondi, bhe, altro che snobismo!

  8. Giulio Mozzi Says:

    Di me e delle mie pulsioni politiche, Enrico, credo che Moretti non abbia proprio parlato mai.

  9. enrico Says:

    personalmente, Giulio, alcune posizioni e interrogazioni di Moretti sono state, sempre dialetticamente cioè mai dogmaticamente, dei punti di riflessione e di “coagulo” interessanti – e più ci penso più mi vengono in mente momenti del suo cinema non propriamente politici: il vasellame sbreccato della “Stanza del figlio” dopo la morte del ragazzo, e il finale toccante dello stesso film, oppure il monologo insolente delle scarpe in “Bianca”, oppure quando si chiede come mai la sinistra non è dove sbarcano le carrette del mare, o ancora quando racconta il suo confronto frustrante con la diagnosi della malattia in “Caro diario”, e alla fine – dopo il tumore – beve un bicchiere d’acqua… così mi sembra di poter parlare – in maniera molto soggettiva certo – di una grande generosità del suo lavoro… di grande narciso certo, anche…

  10. enrico Says:

    magari t’arrabbi giulio: ma “Sono l’ultimo a scendere” mi pare molto “morettiano” – che ne pensi?

  11. Giulio Mozzi Says:

    Non so perché dovrei arrabbiarmi. Se quel libro ti sembra “morettiano”, posso solo prenderne atto. Non so – non lo dici – perché a te sembri tale: quindi non posso avere nessuna opinione su questa tua lettura.

Lascia un commento