Best European Fiction 2011

by

Hilary Mantel (Gran Bretagna)
Ersan Üldes (Turchia)
Verena Stefan (Svizzera)
Mercè Ibarz (Spagna / lingua catalana)
Drago Jančar (Slovenia)
Vladimir Arsenijević (Serbia)
Andrei Gelasimov (Russia)
Lucian Dan Teodorovici (Romania)
Gonçalo M. Tavares (Portogallo)
Olga Tokarczuk (Polonia)
Frode Grytten (Norvegia)
Ognjen Spahić (Montenegro)
Iulian Ciocan (Moldovia)
Blaže Minevski (Macedonia)
Danutė Kalinauskaitė (Lituania)

Stefan Sprenger (Liechtenstein)
Nora Ikstena (Lettonia)
Marco Candida (Italia)
Éilís Ní Dhuibhne (Irlanda / lingua irlandese)
Kevin Barry (Irlanda / lingua inglese)
Kristín Eiríksdóttir (Islanda)
Ingo Schulze (Germania)
Anita Konkka (Finlandia)
Toomas Vint (Estonia)
Peter Adolphsen (Danimarca)
Michal Ajvaz (Repubblica Ceca)
Nora Nadjarian (Cipro)
Mima Simić (Croazia)
Alek Popov (Bulgaria)
Goran Samardžić (Bosnia ed Erzegovina)
François Emmanuel (Belgio)
Victor Martinovich (Bielorussia)
Dieter Sperl (Austria)
Arian Leka (Albania)

57 Risposte to “Best European Fiction 2011”

  1. lucio angelini Says:

    Certo, secondo il curatore dell’antologia:-)

  2. marino Says:

    E’ una bella cosa dai. I dubbi sono invece sulla scelta geografica. La Bielorussia è in Europa? Sono rimasto agli ultimi acquisti… E un’altra cosa.
    Possibile che un esordio grandioso in Olanda come quella di Pia de Jong, ( Verso nord, Eliot ) sulle tracce del miglior Hermans, non sia stato incluso, e che non ci sia un autore dal nederlandese, né un autore dal francese.
    Ma bravo Marco.

  3. lucio angelini Says:

    Senza nulla togliere a Marco & Elisabeth, chiunque può intitolare la propria raccolta “Il meglio della letteratura mondiale – o anche solo dell’emisfero boreale – 2011” e metterci dentro magari la propria zia o il badante ucraino del proprio bisnonno.

  4. Giulio Mozzi Says:

    Certo, Lucio. Il curatore dell’antologia è Aleksandar Hemon.

  5. lucio angelini Says:

    @ Giulio. Che Marco Candida rappresenti, lui solo, l’Italia in una raccolta del meglio della narrativa europea 2011 fa comunque ridere i polli. Non voglio scavare sulle amicizie universitarie della morosa americana di Marco, ma dubito fortemente che, senza lei, Hemon avrebbe mai avuto idea dell’esistenza del Nostro. Comunque buon per lui. E anche per te che l’hai inventato quasi dal nulla:-)

  6. Marco Candida Says:

    Angelini, mi dispiace che la prendi cosi’. Elizabeth ha inviato il testo alla Dalkey Archive e il testo e’ stato accettato. Non c’e’ nient’altro. Non c’e’ amicizia tra Hemon (in Italia pubblicato da Einaudi) e la Harris. Ne’ tra University of North Dakota e la Dalkey Archive Press di Champaign-Urbana. Il testo (estratto del romanzo Il diario dei sogni pubblicato da Las Vegas Edizioni) e’ stato (con mia grande sorpresa e immensa gioia) giudicato adatto. Grazie per la segnalazione, Giulio.

  7. lucio angelini Says:

    Marco, se invece di Candida avessero scelto Angelini sarebbe stata la stessa cosa: spacciare per “miglior autore italiano di narrativa 2011″ un solo nome (che fa pensare al risultato di chissà quale rigorosa selezione tra ***tutti****i gli autori italiani del non ancora iniziato 2011) rende il titolo della raccolta semplicemente grottesco, oltre che cretino. E’ semplicemente un’antologia di autori ritenuti interessanti dal curatore, ma in nessun modo la raccolta della ‘BEST european fiction”. E’ il classico titolo inventato per attrarre le allodole. Scorretta propaganda, che non onora il curatore.

  8. Marco Candida Says:

    Angelini, se ti puo’ consolare considera che l’antologia si intitola “Best european fiction 2011” e non “Best European Author 2011”. Inoltre se ci prestiamo alle analisi che fai tu, qualsiasi titolo potrebbe allora apparire cretino e grottesco. Anche Il vecchio e il mare, ad esempio. E la barca? E il pesce? E la rete? E la canna da pesca? Perche’ Hemingway si e’ limitato a chiamarlo solo Il vecchio e il mare? E Tolstoj? Non e’ grottesco che Tolstoj abbia riassunto un romanzo di mille pagine con un titolo di tre parole? Ogni titolo puo’ pensarsi in fondo come specchietto per attirare allodole.

  9. Giulio Mozzi Says:

    Lucio, ma: io credo sia sensato considerare Marco Candida uno degli scrittori più potenti di questi anni. Ha avuta scarsa fortuna editoriale, senz’altro; ma questo non ha importanza.
    Mi pare cosa bella che un autore poco considerato in patria trovi riconoscimento altrove.
    E non si può proprio dire – mi pare ignobile dirlo – che io abbia “inventato dal nulla” Marco Candida. Io non ho inventato niente. So che le sue opere sono cose davanti alle quali mi pare non ci sia altro da fare che inchinarsi.

  10. lucio angelini Says:

    @ Marco. La tua risposta (in particolare l’accenno a Il vecchio e il mare) mi conferma nella convinzione che tu non sia ancora del tutto fatto e finito come scrittore… *-°
    @Giulio. Come sai, il ‘Libro dei Sogni’ mi parve una semplice rifrittura dell’Alfabeto, da me peraltro recensito in più puntate nell’autorevole ‘Cazzeggi Letterari’.
    Vabbè, dai. Evviva il Dalkey Archive, dove secondo me non hanno la più pallida idea della produzione italiana contemporanea.

  11. lucio angelini Says:

    P.S. Eh no!!! Mi inchino davanti a Michele Mari, se vuoi, e gli bacio pure gli alluci, ma davanti a Candida proprio no, se permetti.

  12. Giulio Mozzi Says:

    Permetto, Lucio, permetto. Se il tuo giudizio di valore è diverso dal mio, non so che farci. Non posso ignorarlo, poiché ho stima di te; non posso condividerlo, perché la bellezza di certe cose di Marco (di tutte? no, non di tutte; ma che c’entra? Neppure Tolstoj è in ogni pagina bello) mi si impone con grande evidenza. (E poi, non posso non notare che la scrittura di Marco diventa sempre più forte e perentoria).

    Mi scoccio invece quando il giudizio di valore, anziché essere espresso in forma diretta, è espresso per vie traverse, con allusioni (anche alla vita privata), malignità eccetera.

  13. lucio angelini Says:

    @giulio. candida sarà anche un autore già interessante per alcuni, ancora acerbo per altri, ma infilarlo in una raccolta intitolata “BEST EUROPEAN FICTION 2011” come unico rappresentante della produzione letteraria italiana contemporanea fa immaginare che l’Archive di cui sopra abbia preso in considerazione e vagliato solo le proposte inviate in traduzione inglese dalle morose di alcuni singoli autori, anziché le reali produzioni nazionali.

  14. Giulio Mozzi Says:

    Be’, Marco è “unico rappresentante” perché c’è un “rappresentante” per ogni Paese (o per ogni lingua). Non potevano essercene due. Su questo non si può mica sindacare.

    Mi fai venire in mente, Lucio, tutti quelli che di tanto in tanto mi accusano di aver lavorato per la pubblicazione di Laura Pugno, di Tullio Avoledo, di Leonardo Colombati, di Giorgio Falco, di Vitaliano Trevisan, eccetera, solo perché costoro sarebbero “amici miei”. E a nessuno viene in mente che se il sottoscritto diventa amico di certe persone è proprio perché queste persone – conosciute prima nei loro scritti, e poi di persona – sono eccezionali, dotate di grandi qualità artistiche. L’amicizia è un effetto, non la causa.

    Se Kafka, uomo appartatissimo e piuttosto misantropo, non avesse avuto un amico del cuore ben piazzato nella società letteraria del tempo, che ne sarebbe oggi dei suoi scritti? Possiamo accusare Max Brod di essersi battuto per l’amico Franz solo perché Franz era “amico suo”?

    Suvvia, dunque. Cerchiamo di non essere grotteschi. E cerchiamo di evitare le allusioni alla vita privata, le malignità eccetera.

  15. Marco Candida Says:

    Lucio, o forse puo’ voler dire che una volta uscito dai circuiti italiani in cui e’ difficilissimo muoversi un testo di valore ha raggiunto istantaneamente un risultato eccezionale.

  16. lucio angelini Says:

    @giulio. non discuto la tua buona fede. so da un pezzo che sei soggetto a rapsodiche – e sincere – sbandate letterarie che non solo a me, ma anche ad altri talvolta sembrano del tutto incomprensibili.

    @marco. ti auguro di tutto cuore (davvero!) di trovare in America quel successo che nella Las Vegas italiana ti è mancato. ma al momento, perdonami la franchezza, sono ben lontano dal considerarti il più significativo rappresentante della fiction italiana contemporanea. comunque forse hai ragione tu, da quelle parti magari sono di bocca più buona che da noi*-°

  17. Marco Candida Says:

    Angelini, Aleksandar Hemon non e’ di origine americana. Nato nel 1964 ha cominciato a vivere negli Stati Uniti a 22 anni dopo essersi laureato a Sarajevo. Percio’ il background socio-culturale di Hemon non e’ precisamente americano. “Quelle parti” sono anche un po’ “queste parti”. La contrapposizione a cui alludi non e’ solo stereotipata ma in questo caso e’ anche un po’ infondata.

  18. lucio angelini Says:

    @marco. alludevo alla tua frase “uscire dai circuiti italiani” (e confidare nel Dalkey Archive)

  19. roberta Says:

    così come
    Mercè Ibarz (Spagna / lingua catalana)
    Éilís Ní Dhuibhne (Irlanda / lingua irlandese)
    Kevin Barry (Irlanda / lingua inglese)

    allora anche Verena Stefan (Svizzera/lingua tedesca)

    buona serata. r.

  20. dmuriano Says:

    Complimenti. Buona fortuna letteraria anche in Italia.

  21. lucio angelini Says:

    NOTA BENE. Abbiamo parlato di nulla. Controllando il sito
    http://www.dalkeyarchive.com/
    viene fuori che si tratta di iniziative editoriali paragonabili ai periodici concorsi della Firenze Libri, premio “L’Autore”:

    http://www.firenzelibri.com/premio_autore_bando.html

    Troppo comico.

  22. Giulio Mozzi Says:

    Ingo Schulze, Victor Pelevin, Zadie Smith, Jean-Philippe Toussaint, Ornela Vorpsi… Tutti autori (tra l’edizione di quest’anno e quella dell’anno scorso) che evidentemente abbisognano di pagare per essere pubblicati.

    Un sistema per dirimere la faccenda potrebbe essere questo: leggere, e decidere se è un’operazione sensata o una bufala. Io ho letto il BEF del 2010, e mi è sembrato un’operazione tutto sommato sensata; più di ricerca che di celebrazione.

  23. Marco Candida Says:

    Comunque, a me va anche bene tutto questo dibattere, perche’ questa e’ la mia gente, questo e’ l’atteggiamento che riconosco e che qualifica la mia gente e tutto sommato ci sono affezionato. Appartiene anche a me (impossibile nasconderlo) l’atteggiamento di porsi delle domande sul significato di un titolo come questo. E pero’ a un certo punto si puo’ anche prendere atto che semplicemente esiste un libro che si chiama cosi’ e che due autori italiani nel 2010 e nel 2011 ci sono finiti. C’e’ questa possibilita’, adesso lo sappiamo. Va anche detto che negli Stati Uniti esiste un trend di libri intitolati “Best”. Come si puo’ leggere qui: http://en.wikipedia.org/wiki/The_Best_American_Series. Dentro ci finiscono effettivamente i migliori e sono curati dai migliori. A volte questi “migliori” sono ancora “giovani promesse” altre volte sono autori affermati.

    Stando negli Stati Uniti ho potuto qualificarmi moltissimo. Pubblicare per riviste di prestigio ad esempio. Negli Stati Uniti nelle riviste in cui ho pubblicato hanno pubblicato premi Nobel, Pulitzer, vincitori di premi importanti. Ho partecipato a eventi letterari a cui in passato hanno partecipato autori che sono oggi nella storia della letteratura e ero seduto accanto ad autori pur giovani e non famosi che vantavano curricula da capogiro. Questi sono gli Stati Uniti d’America. E comporre un quadro come se questo Paese fosse una specie di stagnetto con quattro ranocchi che ci gracidano sopra non e’ realistico e non serve. Serve o trasportare in Italia questo modello oppure prendere un aereo e andare a vivere li’. Ci si accorgera’ presto delle differenze.

    Il dibattito potrebbe secondo me essere piu’ interessante, e di livello vertiginosamente piu’ alto, se ci si ponesse ad esempio questa semplice domanda: il testo di Mozzi nel 2010 e quest’altro testo del 2011 rispecchiano una italianita’ della nostra letteratura? Sono rappresentativi della nostra letteratura attuale? Si puo’ rintracciare un’identita’ della nostra letteratura e confrontarla con quella di altre letterature? Ecco, questo, forse, potrebbe essere interessante.

  24. lucio angelini Says:

    @Marco. Dicono qui a Fano: “Guarda che a me non mi incanti!”. Il giorno in cui avrai avuto *veramente* successo in America lo verremo a sapere, non ti preoccupare. Intanto continua pure a sbatterti – come è giusto – per averlo. Ciao. In bocca al lupo.

  25. lucio angelini Says:

    P.S. Il fatto che nel 2010 nell’antologiuzza sia finito il povero Mozzi (che meriterebbe ben altro, tengo a precisare), nel 2011 il suo pupillo Marco Candida, e sempre nella traduzione della solita Elisabeth, conferma i miei peggiori sospetti:-)

  26. Marco Candida Says:

    Mi pare, Angelini, che tu infanghi anche il povero Mozzi. Mozzi ha ottenuto gia’ molto nella sua vita. Otterra’ ancora tanto. Anzi forse il meglio deve ancora arrivargli. Io ho trentadue anni. Mozzi ne ha cinquanta. Tu sessanta. Non e’ ancora finita, per nessuno dei tre. Ho conosciuto Elizabeth Harris a Piacenza. Lei stava traducendo un libro di racconti di Mozzi che doveva essere tradotto inizialmente dal Professor Geoff Brocks il traduttore di uno dei romanzi di Umberto Eco – La misteriosa fiamma della principessa Luana. Le ho dato la mia e-mail. Elizabeth e io ci siamo cominciati a scrivere. Dopo una settimana le ho inviato per e-mail i miei libri. Incredibilmente mi ha detto che le sono piaciuti e che voleva tradurne uno. L’anno scorso a Los Angeles ho fatto un reading di questi testi tradotti e incredibilmente (almeno per me) si e’ fatta avanti una professoressa universitaria di Cambridge, Massachussets e mi ha detto di voler tradurre in spagnolo quello che aveva sentito. A Philadelphia ho conosciuto quest’anno una professoressa polacca che insegna a Boston e le ho inviato il mio testo per e-mail. Non l’ho piu’ sentita: evidentemente non e’ convinta che valga la pena tradurlo. Le cose possono accadere solo se i testi circolano. Se si tengono li’, non accade proprio niente. Oggi e’ piu’ facile far circolare testi con le e-mail, con facebook. E’ piu’ facile almeno far giungere i testi, segnalarsi. Ma ti faccio anche un altro esempio piu’ banale. A ventitre’ anni scopro Internet. Su Internet e’ possibile accedere a calendari di eventi letterari organizzati a Milano, in Emilia, in Piemonte. Cosi’ sapendo questo ho potuto prendere dei treni e cominciare a frequentare quegli ambienti. Mai sarei entrato in contatto con quegli ambienti senza Internet. Avrei probabilmente seguitato a scrivere da solo e a inviare per posta ordinaria e non avrei mai trovato nella mia provincia uno straccio di nessuno con cui parlare liberamente di libri, confrontarmi, avrei dovuto tenere nascosta per sempre questa mia passione piu’ o meno come fino a cinque anni fa si doveva nascondere d’essere omosessuali, perche’ e’ cosi’ che le cose stanno in provincia a proposito dei libri. Nessun dibattito come questo. Nessuna possibilita’ di essere aggiornato continuamente sui maggiori trend letterari in Italia e addiritutra all’estero. Niente Mozzi, Biondillo, Krauspeenhaar, Tiziano Scarpa, Teatro I. Nessuna e-mail di Daria Bignardi. Niente di niente. Internet e’ la possibilita’ di entrare nei circuiti e non solo, ma, attenzione!, a volte e’ anche la incredibile opportunita’ di saltarli in blocco. Evvai!

  27. lucio angelini Says:

    @marco. sfondi una porta aperta. anch’io riesco a comunicare con quelli che condividono la mia passione per i libri anchee forse soprattutto attraverso internet (a Venezia, luogo privilegiato, arrivano comunque i più grossi nomi internazionali). sul mio blog di oggi mi sono complimentato con Piersandro Pallavicini, di cui ho molto apprezzato “African Inferno” (in passato l’avevo un po’ strapazzato). Non era questo il punto. Se un tuo intero libro venisse tradotto e commercializzato in America, ne sarei felice. Ma non spacciarmi per grande risultato la comparsata in una delle tante “series” di dalkeyarchive. non lo è. a venezia riescono a vendere ai turisti anche un inesistente “Amaretto di Venezia”…
    Cmq chiudiamola qua. Stiamo dicendo cose diverse. Ciao

  28. Marco Candida Says:

    Nessuno ha spacciato niente. Mozzi ha messo un’immagine con una lista di nomi. Io nel mio blog anche. Pero’ di fronte a certe cose che hai detto, mi hai costretto, con una certa sinistra abilita’, devo dire, a fare delle precisazioni… Il libro e’ stampato in piu’ venticinquemila copie ed e’ distribuito negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. E’ stato recensito positivamente tra gli altri su Guardian, Los Angeles Time, Time Magazine, Pubblisher Weekly, The New York Times.

  29. vibrisse Says:

    Vedi, Lucio, alla fin fine la domanda è: quei testi mèritano? La scelta è adeguata?
    Perché, se alla fine ci rendissimo conto che effettivamente quei testi sono una scelta adeguata, tutti i tuoi ragionamenti sui retroscena andrebbero a farsi friggere.
    Quindi domando: ti sembrano bei testi, buoni testi, adeguatamente rappresentativi o provocatori (un “Best Europea Fiction” non è necessariamente un’antologia monumentalizzante, può anche essere un lavoro di ricerca e di provocazione: ma bisogna guardarci, per capire cos’è), i testi antologizzati?
    Nell’antologia 2010 (riferita al 2009), a me sembrò di sì. Quella del 2011 non mi è ancora arrivata.
    Proviamo a discutere, un’altra volta, con conoscenza di ciò di cui stiamo parlando?

  30. lucio angelini Says:

    Okay. Ben arrivato tra i Rich and Famous.

  31. lucio angelini Says:

    @giulio. già detto cosa penso de ‘Il libro dei sogni’. escludo nel modo più assoluto che rappresenti la miglior narrativa italiana del… prossimo anno.

  32. vibrisse Says:

    Nel frattempo io attendo di ricevere il BEF 2011 (che, come già spiegato due volte, è riferito al 2010: come le denunce dei redditi). giulio

  33. vibrisse Says:

    E vedo ora che Ingo Schulze, dopo essere stato pubblicato nel BEF, entra ora nella collezione Murene di Nazione indiana (vedi). giulio

  34. lucio angelini Says:

    E io vedo in fb che l’efficientissima elisabeth ti ha appena fatto accettare da Agni:-)
    congratulazioni. spero che la brava mediatrice linguistica porti fortuna a entrambi (maestro e allievo)

  35. Marco Candida Says:

    Il Best European Fiction 2011 si riferisce al 2011, anche e’ stato pubblicato nel novembre del 2010. Quello del prossimo anno verra’ pubblicato intorno al novembre del 2011 e si riferira’ all’anno successivo.

    Le recensioni per adesso sono buone, ottime. Ci sono anche le recensioni dell’anno scorso per chi volesse dare un’occhiata e fare un confronto. Immagino che sul sito della Dalkey sia raggruppato piu’ o meno tutto.

  36. Marco Candida Says:

    Per completezza Angelini sappia anche che Elizabeth sta (forse) per pubblicare un romanzo di Rigoni Stern, ha tradotto che cose mie e di Mozzi anche racconti di Fabio Stassi, Marco di Marco, Domenico Starnone.

  37. lucio angelini Says:

    P.S. Che il BEF si riferisca al 2010 (anziché all’anno che appare in copertina) non cambia la sostanza delle cose. Si tratta di una raccolta di testi ritenuti interessanti dal curatore, non dell’effettivo MEGLIO della fiction di alcuna porzione di mondo.

  38. lucio angelini Says:

    @Marco. Nulla da dire contro Elisabeth, che magari sarà anche riuscita a migliorarti in inglese:-)
    In genere, però, sono le case editrici stesse a vendere i diritti di traduzione ad altre case straniere, che poi affidano i titoli acquistati a traduttori di loro scelta.
    Quanto a me, ho tradotto persino l’americana Patricia Cornwell (“Oggetti di reato”, per Mondadori), oltre a Charlotte Bronte, Virginia Woolf e via discorrendo. Anzi, salutami Elisabeth, visto che è mia collega. Ciao

  39. Marco Candida Says:

    Non conosco Lucio Angelini di persona. E’ bene fare anche questa precisazione visto come si rivolge agilmente a me in questa serie di commenti. Cosa posso dirti, Angelini? Ti prego di non farmi l’elenco degli autori tradotti da te, perche’ non voglio che mi avveleni il gusto di leggerli. Trovo raccappricciante che tu abbia fatto lavori per Mondadori, ma lo devo accettare. Prova ad accettare anche tu, qualche volta, che io, i Wu Ming, Piersandro Pallavicini, Gianni Biondillo e tutte quelle persone che attacchi quotidianamente con decine e decine di commenti (negativi, maligni, pieni di insinuazioni e a volte di insulti) che lasci sui blog e su facebook, prova ad accettareanche tu, dicevo, che questi autori taglino i loro traguardi.

  40. lucio angelini Says:

    Checché tu ne dica, sono sempre felice dei successi degli altri, quando mi sembrano meritati, mentre non sopporto – e continuerò a non sopportare (ne ho il diritto, mi pare) – il trombonismo delle mezze calzette. La tua precisazione “non conosco Angelini di persona” è del tutto oziosa. Cosa cambia? L’importante è che io conosca “Il diario dei sogni” (da prima che uscisse per Las Vegas, come sai) e che non abbia rilasciato la mia opinione senza averlo prima letto. Giulio Mozzi già si “inchina” davanti alle tue “opere” (così ha detto). Io ancora non mi sogno di farlo, e allora? Non escludo di potermi ricredere. Ho appena lodato Pallavicini nel mio blog, pur avendo criticato le due opere precedenti. E allora? O dobbiamo inchinarci proprio tutti davanti al novello Eroe dei Due Mondi?

  41. lucio angelini Says:

    “opere POTENTI” (è saltato l’aggettivo)

  42. vibrisse Says:

    Lucio, scrivi: “Si tratta di una raccolta di testi ritenuti interessanti dal curatore, non dell’effettivo MEGLIO della fiction di alcuna porzione di mondo”.
    Indubbiamente.
    E quindi? Che male c’è?

    Poi scrivi: “Sono sempre felice dei successi degli altri, quando mi sembrano meritati”
    Si tratta, ovviamente, dei successi che Lucio Angelini ritiene siano stati meritati; non degli effettivi successi meritati.
    Giusto?

    Vedi, Lucio, il guaio è che tu critichi una cosa opponendo un argomento che è di pari valore. Il giudizio del curatore è soggettivo? Sì. Lo è anche il tuo? Altrettanto. Uno a uno, palla al centro. Non si dirime così la questione.

    A questo punto, essendo gli argomenti di pari valore possiamo, per decidere sulla questione, basarci su qualcosa d’altro. Ad esempio, sul credito che di cui godono i due contendenti. Chi gode dunque di maggior credito nel mondo? Aleksandar Hemon o Lucio Angelini? Esiste un modo per fare questa valutazione? (Ovviamente, poiché è della validità del BEF che si discute, il fatto che Hemon abbia curato il BEF non costituisce credito).

    Oppure spostiamo il discorso, e diciamo: non è in questione il BEF, ma la pretesa che il BEF accampa. Un volume che s’intitola “Best European Fiction” accampa sicuramente una pretesa; e dovrebbe argomentare tale pretesa (in linea di massima: spiegando come sono stati selezionati i testi). E su questo c’è poco da dire: il BEF dell’anno scorso non argomentava un bel niente; quello di quest’anno non so – non mi è ancora arrivato.

    giulio

  43. lucio angelini Says:

    @giulio. se rileggi il mio primo intervento, peraltro seguito da faccetta sorridente, proprio questo intendevo dire (mi riferisco al tuo paragrafo finale). Mi spiace aver ferito Candida, ma nemmeno lui è così tenero quando dice ” trovo raccapricciante che tu abbia lavorato per Mondadori”. Se sapesse che ho lavorato anche per Einaudi, Einaudi Ragazzi, Einaudi Stile Libero (Tobias Wolff, ‘Un vero bugiardo’) e addirittur…a Vibrisselibri gli verrebbe uno sturbo, come dicono a Roma. Vabbè. Chiudiamola davvero qua.

  44. Marco Candida Says:

    Giulio, quando una casa editrice pubblica un libro, argomenta la sua scelta? Esiste una scheda in fondo al libro che spiega i motivi che hanno fatto ritenere quel testo cosi’ interessante da essere pubblicato? Io non l’ho mai vista. Che cosa dovrebbe esserci scritto esattamente, Giulio? Dovevamo scegliere tra un testo di Candida, Angelini e Mozzi e abbiamo scelto Angelini? E’ questo? Ma dove si e’ mai vista una cosa simile? Non credi che sarebbe terribile per te e per me sapere che in un libro c’e’ scritta per sempre una cosa come questa? Io non posso crederci, Giulio, che Angelini sia davvero riuscito a farti venire anche solo il minimo dubbio. Il Best European Fiction e’ un libro di cui essere orgogliosi. Per me che in Italia non posso vantare di aver pubblicato per Einaudi, Mondadori, Bompiani o Rizzoli (ma posso vantarmi di aver pubblicato per quella macchina da guerra che e’ stata per un certo tempo Sironi) l’inclusione in questa antologia ha il sapore della grande impresa. E’ un evento assai e assai significativo. Ripeto, forse e’ semplicemente accaduto che una volta fuori dai circuiti italiani ossia una volta fuori dagli ambienti dove alcuni ti vedono solo come una minaccia e lavorano (con successo) per distruggerti e per stroncare sul nascere ogni tua opportunita’ di realizzazione (seminando dubbi, maldicenze), il testo e’ stato visto per cio’ che effetivamente e’: e cioe’ un testo di valore, e ha subito raggiunto un risultato eccezionale.

  45. lucio angelini Says:

    Questo è “fingere di non capire”.

    Rileggere il paragrafo:

    *** Un volume che s’intitola “Best European Fiction” accampa sicuramente una pretesa; e dovrebbe argomentare tale pretesa (in linea di massima: spiegando come sono stati selezionati i testi). E su questo c’è poco da dire: il BEF dell’anno scorso non argomentava un bel niente; quello di quest’anno non so – non mi è ancora arrivato.”***

    Nessuno dubita sul fatto che Marco pensi un gran bene di se stesso.

  46. vibrisse Says:

    Marco, di solito i volumi antologici contengono un testo del curatore che spiega in che modo, secondo quali criteri, è stata fatta la selezione. Il BEF dell’anno scorso non conteneva un testo del genere: il curatore si limitava a una rassegna dei testi selezionati, esprimendo per ciascuno un elegante giudizio critico. Non so quello di quest’anno (non mi è ancora arrivato). giulio

  47. Marco Candida Says:

    Il volume di cui stiamo parlando si intitola Best European Fiction 2011 a cura di Aleksandar Hemon con la prefazione di Colum Maccann. E’ stampato in venticinquemila copie e distribuito negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. E’ stato recensito tra gli altri dal Los Angeles Times, Pubblisher Weekly, The Guardian, Time Magazine, New Yorks Times. Le recensioni sono finora tutte quante piu’ che positive. Il testo incluso nell’antologia e’ stato letto una prima volta a Cuneo nell’ambito della manifestazione Scrittoriincitta’. Ricordo Alessio Arena, Massimiliano Virgilio e persino Giorgio Vasta essersi avvicinati a fine lettura per complimentarsi, dicendomi che a loro era piaciuto. L’ho letto a Torinopoesia organizzato da Sparajuij ed era arrivato terzo nella competizione e gli stessi Sparajurij erano rimasti sorpresi, si erano complimentati. A Elizabeth e’ piaciuto. Il testo e’ piaciuto anche a Minna Proctor che lo ha pubblicato su The Literary Review. Infine e’ piaciuto anche a Aleksandar Hemon e e’ stato messo nel Best European Fiction 2011. Si puo’ leggere in versione originale da pagina 87 a pagina 95 di Il diario dei sogni Edizioni Las Vegas.

    Giulio, forse se ti va mi potrebbe essere interessante mostrare esempi concreti di antologie dove vengono spiegati i criteri di selezione. E forse potrebbe essere interessante spiegare meglio che cosa significa “spiegare i criteri di selezione”.

  48. vibrisse Says:

    Ad esempio, Marco, tutte meno una le antologie che sono elencate qui (dico “meno una” perché la terza della lista non la possiedo, e quindi non posso dir nulla) contengono delle pagine – di solito in prefazione – che spiegano le scelte del curatore o dei curatori.
    Naturalmente le spiegazioni sono di tono e tenore molto diverso; le selezioni sono basate su criteri diversissimi. Le prefazioni possono essere di una decina di pagine o di un centinaio. A volte la selezione punta alla rappresentatività; altre volte segue un’intenzione poetica; a volte è generazionale; a volte è deliberatamente ed esplicitamente tendenziosa; eccetera.
    Puoi anche guardare le antologie “under 25” curate da P. V. Tondelli. E perfino “Gioventù cannibale”.
    Ovviamente un testo antologizzato è bello o brutto indipendentemente dalla presenza o assenza di una spiegazione dei criteri di selezione.

    giulio

  49. lucio angelini Says:

    Sarebbe bello che Hemon spiegasse se ha scelto Candida fra altri dieci, fra altri cento, fra altri mille o solo perché il suo testo gli è piaciuto tout court. In tal caso resta scorrettissimo titolare l’antologia “Best fiction 2011”. Se l’Italia è rappresentata solo da Marco Candida, è più che lecito – per un osservatore anche distratto – domandarsi: e tutti gli altri e pur notevolissimi autori italiani 2011 (= 2010) che fine hanno fatto? Sono stati presi in considerazione solo quelli già tradotti in inglese o solo quelli di cui qualcuno si è preso la briga di inviare il testo tradotto? Questo il punto essenziale. Mi par di intuire che solo una manciata abbia inviato a Hemon una traduzione inglese del proprio lavoro… in linea di masima quelli non vincolati per contratto alle grandi case editrici. E dove si può leggere il bando di concorso per partecipare alla Best Fiction 2012? Così, tanto per capire. Rispondere, prego.

  50. Marco Candida Says:

    Giulio, consideriamo il titolo dell’antologia “Under 25”. Se vogliamo guardare alla lettera e’ il titolo piu’ neutro e oggettivo possibile, significa semplicemente “Categoria sotto i venticinque anni di eta’”. Gia’, ma questo titolo si riferisce a quella particolare e problematica categoria che sono da sempre gli scrittori. Dunque Pier Vittorio Tondelli aveva selezionato un gruppo di testi di giovani di meno venticinque anni e aveva detto: “Signori miei, questi giovani sono gia’ scrittori” Se teniamo conto di questo, il titolo neutro e oggettivo “Under 25” assume sfumature assai piu’ provocatorie. Naturalmente anche allora si sarebbe potuto obiettare: “si’, ma secondo Pier Vittorio Tondelli”. Cosa invece che non si sarebbe potuto fare per “Gioventu’ Cannibale”, dove l’indicazione del curatore non c’e’. Nel Best European Fiction 2011 non c’e’ l’indicazione del curatore, ma e’ segnato anche l’anno (per l’appunto 2011). Ad esempio “Gioventu’ Cannibale” avrebbe potuto chiamarsi “Gioventu’ Cannibale 1996”. Immagino che noterai la sfumatura: con quel 1996 vicino, il titolo si fa meno perentorio e anche meno provocatorio: e, diciamolo, anche meno d’effetto.

    Scrivi: “Ovviamente un testo antologizzato è bello o brutto indipendentemente dalla presenza o assenza di una spiegazione dei criteri di selezione”. Se e’ cosi’ perche’ discutere ancora? Tanto lo sappiamo di che cosa stiamo discutendo: se si chiama “Best European Fiction 2011” allora perche’ ci hanno messo Marco Candida e non Ermanno Cavazzoni, Claudio Magris, Umberto Eco, Aldo Nove? Un’altra domanda che si potrebbe fare e’: “Se Candida e’ stato messo in questa antologia, siamo sicuri che il quel testo non sia di valore?”.

  51. Marco Candida Says:

    Angelini, ti ripeto che e’ stata una sorpresa tanto per me quanto per Elizabeth l’inclusione dell’estratto di Il diario dei sogni in questa antologia – e se permetti io voglio pensare che sia stato il testo che ha fatto il suo lavoro e ha convinto Hemon, e non le fesserie che insinuato tu. Elizabeth aveva inviato il testo per e-mail. Dopo qualche mese ormai senza troppe speranze aveva scritto alla Dalkey per sapere che cosa ne era stato, se per caso lo avevano letto, cosa ne pensavano. Ricordo che tornavo da una passeggiata con i cani di Elizabeth. Sono entrato e dal piano superiore Elizabeth mi ha dato la notizia che l’estratto e’ stato accettato.

    Non so come siano andate le cose quest’anno. Quello che so e’ che l’anno scorso (anzi ormai due anni fa) Elizabeth aveva sentito dell’esistenza di questa casa editrice grazie a una professoressa qui di University of North Dakota e cosi’ per e-mail (ma non pensare che Claudia abbia raccomandato in nessun modo Elizabeth!) ha inviato il testo L’apprendista di Giulio Mozzi. Solo che quel testo era troppo vecchio (risale al 1993). Allora la Dalkey ha chiesto a Elizabeth di tradurre un testo di Diego Marani e uno di Tiziano Scarpa, perche’ li stavano valutando per includerli in questa nuova antologia del Best European Fiction. Elizabeth ha tradotto i due pezzi, ma aveva sottomano anche un altro pezzo di Mozzi (scritto con lo pseudonimo di Carlo Dalcielo) e alla fine hanno deciso di mettere il suo.

  52. lucio angelini Says:

    @ Marco. C’è una bella differenza tra chiamare un’antologia “Under 25” e “***BEST*** EUROPEAN FICTION 2011”. Certo, potrei organizzare anch’io un concorso di bellezza qui a Fano e assegnare il titolo di “MISS EURASIA 2011” alla commessa più decente che decidesse di iscriversi. Di qui al considerarla davvero la più bella dell’Eurasia ce ne correrebbe…
    Quanto a Hemon, credo d’aver capito il tipo. Bel furbacchione. Ciao

  53. Marco Candida Says:

    Il volume e’ stato stampato in venticinquemila copie ed e’ stato recensito dai maggiori giornali mondiali piu’ che positivamente. Il curatore e’ uno scrittore che, mi permetto di dire dopo aver dato un’occhiata alle cose che ha scritto, si puo’ solo stimare. Il prefatore anche. Alcuni degli autori sono ben conosciuti come Hilary Mantel e Ingo Schulze, altri autori appaiono in inglese per la prima volta e probabilmente su di loro si scommette. Il titolo del volume e’ Best European Fiction 2011 ed e’ edito dalla Dalkey Archive Press.

  54. lucio angelini Says:

    Mi pare di dialogare con un sordo. Le domande erano:

    “Sono stati presi in considerazione solo gli autori italiani già tradotti in inglese o solo quelli di cui qualcuno si è preso la briga di inviare il testo tradotto? Fra quanti sei stato scelto? Fra dieci, venti, dodici (la manciata che era al corrente dell’iniziativa e aveva inviato a Hemon una traduzione inglese del proprio lavoro… in linea di massima autori non vincolati per contratto alle grandi case editrici)? E dove si può leggere il bando di concorso per partecipare alla Best Fiction 2012? Così, tanto per capire meglio.

  55. Marco Candida Says:

    A me invece sembra di dialogare con un non vedente. Ho gia’ risposto a queste domande.

  56. lucio angelini Says:

    OK, cercherò queste informazioni altrove.

  57. vibrisse Says:

    Marco, il curatore di “Gioventù Cannibale” è Daniele Brolli. Nell’edizione che ho in casa (credo sia la prima) è scritto in copertina.

    giulio

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