Il capitalismo straniero

by

di Tiziano Scarpa

Solo l’essere amati, solo l’essere
voluti conta: non l’amare, non
il volere. Mio zio si è suicidato
perché aveva investito tutti i suoi
risparmi (trent’anni da elettricista
dentro una fabbrica di alimentari,
la Chiari & Forti di Silea, TV)
in un’operazione finanziaria
che acquisiva terreni in Romania.
(Il primo supermercato di Bucarest
è stato aperto dai soldi italiani).

Mio zio era sindacalista cattolico,
scapolo, in casa badava a mia nonna
(cioè sua madre), nella campagna veneta.
Spesso le tragedie in Veneto tendono al
patetico. Qualcuno si ricorda
di Giorgio Mendella? Quell’uomo brutto
che si vedeva di notte in tivù,
tra un canale di fighe e uno di tette?
Vendeva la Romania agli italiani,
trionfava nelle convention (Viareggio,
millenovecentonovantatre).
Ai suoi telespettatori notturni
prometteva di guadagnare molto.
Di recente è stato assolto dal reato
di associazione a delinquere. Gli è
stato considerato prescritto il
reato di truffa aggravata e
continuata. È stato condannato per
la bancarotta fraudolenta della
holding finanziaria Intermercato. È
latitante. Mio zio mi ha domandato
“se mi aiuti a scrostare via la ruggine”
dalla rete di recinzione. “Zio!
Non ti sembra ora di cambiarla? È
marcia!” Quando l’abbiamo ritrovato
nella Fiat Ritmo, è risultato chiaro
che non aveva più una lira per
cambiare né la rete né la vita.
(A proposito, sconsiglio a chiunque
di suicidarsi con i gas di scarico:
la faccia ti diventa una bistecca
metà cotta e metà cruda, perché
il sangue tenta di scappare da
un corpo che sta morendo asfissiato,
e si raggruma tutto in una guancia,
calca dentro un occhio, lo fa scoppiare).
Mio zio è stato ucciso dalla tivù.
La televisione gli ha chiesto soldi,
lui le ha dato anche la vita. Perciò
io la capisco quella casalinga
che a cinquant’anni ha fatto la puttana
per pagare i debiti a Vanna Marchi e al
maestro di vita do Nascimiento
(la tivù ti dà i numeri del lotto,
sa come liberarti dal malocchio,
ma soprattutto riesce a farti andare
di notte a spompinare per le strade).
Capisco gli elettori del padrone
di mezza Italia, perché nella vita
l’unica cosa che conta è incappare
in qualcuno che voglia la tua vita.
Silvio Berlusconi mi vuole, mi ama,
mi fa sentire che ho anch’io qualche cosa
da dargli, che a lui risulta gradito!
La mafia, il Papa, la televisione,
la Ferrari, gli industriali del Nord,
la pubblicità, il campionato, il festival,
Miss Italia si accaparrano me.
Il potere mi vuole! Vuole me!
Solo la vita spesso non mi vuole.
Non si vive se nessuno ti vuole.
Mi volete forse voi comunisti?
Mi volete forse voi democratici
di sinistra? Mi bramate con tutte
le vostre forze come mi dimostra
(con mille prove d’amore fedele)
di bramarmi il mio dolce Berlusconi? Io
sono la Romania dopo la fine
dell’impero sovietico. È bellissimo
che arrivino finanziamenti esteri,
è commovente sentirsi contesi.
È luminoso, è nuovissimo questo
supermercato aperto nel mio cuore.

[da Il primo amore, qui]

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9 Risposte to “Il capitalismo straniero”

  1. Lucio Angelini Says:

    Si sa che Albert Einstein relativizzò le nostre categorie spazio-temporali. Pochi sanno, tuttavia, che egli relativizzò anche la nostra idea di SUCCESSO. Ecco le sue parole:

    “One should guard against preaching to the young man success in the customary sense as the aim of life. For successful man is he who receives a great deal from his fellowmen, usually incomparably more than corresponds to his service to them. The value of a man, however, should be seen in what he gives and not in what he is able to receive.”

    “Bisogna guardarsi dal raccomandare ai giovani il successo – nell’accezione ordinaria del termine – come scopo della vita. Perché l’uomo di successo, [secondo tale accezione] è quello che riesce a farsi dare moltissimo dai propri simili, in genere incomparabilmente più di quanto corrisponda al servizio reso loro. Il valore di un uomo, al contrario, andrebbe visto in quello che egli dà, non in quello che riesce a FARSI DARE DAGLI ALTRI.”

  2. mario Says:

    Io sono la Romania/ dopo la fine dell’impero sovietico

    I versi più belli degli ultimi anni.

    Poesia perfetta. Perfetta, nient’altro.

  3. marta turato Says:

    mi ha fatto piangere. E’ così vera. Così crudele.
    E’ bellissima.

  4. morganasuppo Says:

    La comunicazione persuasiva
    è un’arma molto potente.
    In tivù e nelle convention
    viene usata continuamente.
    Con essa cercano d’influire
    sul nostro comportamento
    per raggiungere i loro scopi
    attraverso il convincimento.
    Dobbiamo restare lucidi
    per non cadere nei tranelli.
    C’è troppa gente in giro
    che ci vuol prender per i fondelli.

  5. romulusletizia Says:

    sono ritornato l’ altro giorno da un viaggio a timisoara, la mia città natale, dopo due anni che non ci passavo. Ho visto qualche miglioramento a livello urbanistico: più rotonde, semafori più funzionali e vecchi blocchi comunisti ridipinti a nuovo con colori sgargianti. Per cui, cari italiani, continuate pure a investire in romania, che la crisi si fa sentire anche laggiù e abbiamo bisogno di cash.

    P.S. Mi auguro per voi che tra un pò il verso finale della bellissima poesia di scarpa diventi: “Sono l’ Italia dopo la fine dell’ impero mediaset”

  6. demetrio Says:

    a me piace molto la citazione inziale nell’incipit di Pasolini.

    d.

  7. Paul Verlaine Says:

    Je suis l’Empire à la fin de la décadence,
    Qui regarde passer les grands Barbares blancs
    En composant des acrostiches indolents
    D’un style d’or où la langueur du soleil danse…

  8. Giuseppe Says:

    è tagliente, sarcastico.

  9. Bianca M. Says:

    Bella, triste e crudele.
    Buon (?) Natale…

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