Posts Tagged ‘Vincent Price’

La formazione della fumettista, 27 / Elena Cesana

19 Maggio 2015

di Elena Cesana

[Questa è la ventisettesima puntata della rubrica del martedì, dedicata alla formazione di fumettiste e fumettisti. La rubrica è a cura di Matteo Bussola. Ringraziamo Elena per la disponibilità. gm].

elena_cesanaCi sono cose che scegli e cose che scelgono te.

Questo l’ho capito a nove anni, quando già soffrivo di mal di schiena perché avevo il vizio di disegnare fino a tardi con le spalle al divano di casa, il culo a terra e un blocco bianco o a quadretti sulle ginocchia. Amavo disegnare cavalli. Cavalli, mostri e belle donne. Il “bagaglio culturale” è una delle cose che non è che sempre puoi sceglierti, e nel mio caso quello che disegnavo arrivava in buona parte dal fatto che avessi con mio padre il rito del film horror del week end: La casa, L’esorcista, La cosa, Freaks e le trasposizioni dei racconti di Poe con Vincent Price. Il mio gusto si è formato così, tra le inquadrature di grandi registi del genere horror, le stesse che riuscivo a trovare nei Dylan Dog di Corrado Roi, perché quelli erano gli unici Dylan che mio padre comprava, assieme a quelli di pochi altri disegnatori. Gli unici che secondo lui raccontavano con il giusto peso le faccende di colui che è stato in assoluto il mio primo amore. Cartaceo, s’intende. In quegli effetti a spugnetta, in quei tratti graffiati e in quella nebbiolina così morbosamente presente, mi perdevo. Volevo capire come potesse farlo. Perché era tutto così bello e nero. Volevo farlo anche io.

Con la benedizione del papà e la rassegnazione della mamma, io e Dylan abbiamo approfondito la nostra conoscenza, tanto da portarlo “con me” alla tesi di maturità.

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La formazione dello scrittore, 3 / Tullio Avoledo

5 giugno 2014

Nascita di uno scrittore (a partire dal naso)

di Tullio Avoledo

[Questo è il terzo articolo della serie La formazione dello scrittore (parallela a quella La formazione della scrittrice), che appare in vibrisse il giovedì. Ringrazio Tullio per la disponibilità. gm]

tullio_avoledoPenso di essere diventato scrittore a causa del mio naso.
Credo sia cominciato tutto con l’enciclopedia Conoscere.
Era un’enciclopedia per ragazzi degli anni ’60. La compravi a fascicoli, in edicola, e quando avevi completato la raccolta dei fascicoli di un volume li facevi rilegare. L’odore di colla del volume appena rilegato (da un cugino di mio padre che lo faceva di mestiere) era semplicemente fantastico.
A casa mia arrivarono solo tre volumi, di quell’enciclopedia: l’XI, il XII e il XIII. Non so perché. Forse la cosa fu dovuta al fatto che nel 1966 uscì la terza edizione del Grande dizionario enciclopedico UTET, che rese immediatamente obsoleta Conoscere.
Ma la mia prima formazione alla lettura avvenne sui tre volumi di quell’enciclopedia, che aveva un odore buonissimo e la caratteristica di non essere organizzata per argomenti, o secondo criteri logici: due pagine sui Sumeri potevano seguirne due sul sistema solare, e precederne altre due su Leone Tolstoj.
Il Dizionario enciclopedico UTET piombò su quel mondo caotico e colorato con l’impatto devastante di un meteorite. Sulle rovine fumanti di una giungla d’informazioni e illustrazioni si levò un monolito che aveva sul dorso la scritta A-APO.
Ricordo ancora, a distanza di quasi cinquant’anni, la sequenza degli indici di quei volumi: A-APO, APP-BEQ, BER-CAQ, CAR-CLE, CLI-DAN… Nomi simili a quelli di divinità oscure, a un cupo rituale di evocazione lovecraftiano.
La UTET stava a Conoscere come i tripodi marziani di George H. Wells stavano alle brigate di cavalleria dei Terrestri. Era l’iPod contro il mangianastri, l’iPhone contro un telefono a disco combinatore.
Eppure…

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