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La stitichezza della letteratura italiana
19 aprile 2018Disabilità e valore
7 novembre 2014[Giovedì 6 novembre ho fatto una lettura per l’inaugurazione dell’Ufficio Disability Manager nel Comune di Alessandria. Prima di cominciare a leggere, ho fatto una breve introduzione. mc]
La letteratura è un fiorire di personaggi disabili. Pensiamo al Capitano Achab del Moby Dick. A Quasimodo di Victor Hugo. A Long John Silver dell’Isola del tesoro di Robert Louis Stevenson. A Riccardo III di Shakespeare. Si potrebbe fare un excursus molto corposo e analizzare come la letteratura rappresenti la disabilità nei secoli. A me, prima di venire qui oggi, è venuto, però, un semplice pensiero, e prima di cominciare a leggere, vorrei dirlo.
Perché ci sia una storia è necessario un conflitto. Un personaggio vuole una cosa, un altro personaggio vuole la stessa cosa, i due entrano in conflitto e si ha una storia. Renzo Tramaglino vuole Lucia. Don Rodrigo vuole Lucia. Ed ecco I promessi sposi. Si potrebbero schematizzare così moltissime storie, anche quelle apparentemente più complesse.
Però, una storia può essere pensata anche come una situazione di inadeguatezza. Pensiamo alla figura dell’eroe. Un cavaliere è dotato di abilità. Vuole salvare la donna amata. Supera prove su prove dimostrando ogni volta un’abilità. Il cavaliere affronta un drago volante che sputa fiamme. S’inoltra in un bosco con gli alberi che si muovono. Supera sabbie mobili. Ogni volta, grazie allo scudo o alla spada affilata, a volte grazie alla polvere magica in una bisaccia o all’arguzia, il cavaliere supera la prova, dimostra la sua abilità.
Pensiamo all’eroe più grande. Superman: un supereroe con superpoteri. Superman vola. Superman ha il superudito e la supervista. Superman può essere più veloce delle luce. Superman può sparare raggi laser con gli occhi. Il suo fiato può ghiacciare cose.