Posts Tagged ‘Thomas Pynchon’
13 luglio 2018
di Edoardo Zambelli
Velocità e straniamento. Se penso a Oltre il confine, romanzo di Igor Greganti da poco pubblicato per l’editore Laurana, mi vengono in mente queste due parole. Tutto succede nel giro di pochissime pagine, la narrazione presenta un primo personaggio, poi un secondo e in breve il lettore si ritrova con quattro personaggi principali e un viaggio già iniziato. L’obiettivo: portare oltre confine una valigetta di cui nessuno conosce il contenuto.
Greganti fa muovere i suoi personaggi attraverso un’Italia sfasciata, un paese devastato da una guerra civile, governato – ma si direbbe ancora per poco – da un presidente del Consiglio che quella guerra continua a negarla. L’Italia raccontata è un paese metafora – di oggi, di domani, difficile stabilirlo -, un’allucinata Macondo, un mondo narrativo regolato da leggi interne che trovano nell’assurdo la loro chiave di lettura più appropriata. Direi, anzi: l’unica chiave di lettura possibile.
(more…)
Tag:Edoardo Zambelli, Igor Greganti, Osvaldo Soriano, Thomas Pynchon
Pubblicato su Recensioni | Leave a Comment »
5 agosto 2017

di giuliomozzi
1. Sia chiaro che parliamo di “romanzi illeggibili” non nel senso di “romanzi molto brutti” (i romanzi molto brutti sono spesso assai facili da leggere), ma nel senso di “romanzi la cui difficoltà sembra, a quel che si dice, tale, da scoraggiarne la lettura”. L’esempio classico, che si fa sempre, e che quindi farò anch’io, è: Ulisse, di J. Joyce.
(more…)
Tag:Alessandro Manzoni, Denis Diderot, Frank Herbert, Henry Fielding, Henry James, Isaac Asimov, James Joyce, John Barth, Laurence Sterne, Leonardo Colombati, Ludovico Ariosto, Miguel De Cervantes, Nanni Balestrini, Paolo Cognetti, Rabelais, Stefano D'Arrigo, Thomas Mann, Thomas Pynchon
Pubblicato su Teoria e pratica | 25 Comments »
5 ottobre 2016
di Enrico Macioci
Dunque Elena Ferrante sarebbe Anita Raja. Che cambia? Nulla, a mio avviso. Ho letto L’amore molesto, I giorni dell’abbandono, La figlia oscura e il volume che apre la tetralogia de L’amica geniale; ho trovato i primi due libri piuttosto contorti, il terzo bello e il quarto una perfetta, coinvolgente macchina narrativa. Non ho mai pensato al fatto di non conoscere l’identità dell’autrice dei testi, né mentre li leggevo né dopo; tutt’al più talora mi domandavo se davvero vi si celasse un uomo. La questione è dibattuta e delicata: esiste un modo di scrivere maschile ed uno femminile? Io non posseggo risposte, però a naso mi pareva che quei libri appartenessero alla sensibilità di una donna. E comunque: finché un romanzo mi piace (o non mi piace), chi l’ha concepito può essere uomo o donna, vivo o morto o moribondo; la biografia dell’autore/autrice non aggiunge e non sottrae un’oncia al godimento estetico. Debbo precisare che le biografie degli artisti mi appassionano; amo frugare nei loro segreti, nelle loro pene, nei loro squallori; ma tengo sempre distanti testo e persona. I dati biografici risultano utili ai fini d’un più preciso inquadramento, la sociologia e la psicologia ci soccorrono; ma non possono rappresentare il perno di un’analisi degna. Di William Shakespeare, forse il più grande scrittore di sempre, sappiamo pochissimo; fu davvero l’umile figlio d’un guantaio o non invece, come riteneva Freud, un nobile d’alto lignaggio? Fu magari Cristopher Marlowe sotto mentite spoglie, che tentava di sfuggire agli agguati politici del tempo? Fu addirittura un certo Crollalanza, siciliano migrato in Inghilterra? Non lo sappiamo, non lo sapremo mai e nemmeno c’interessa quando ci immergiamo nell’Amleto, nel Re Lear o ne La tempesta; allora conta solo la voce flautata che, traversando i secoli, ammalia il nostro orecchio.
(more…)
Tag:Arthur Rimbaud, Christopher Marlowe, Don DeLillo, Elena Ferrante, Enrico Macioci, Enrique Vila-Matas, Henry Roth, J.D. Salinger, Paul Verlaine, Philip Roth, Sigmond Freud, Thomas Pynchon, William Shakespeare
Pubblicato su Teoria e pratica | 68 Comments »
27 gennaio 2016

Due scrittori a confronto
di Enrico Macioci
[Enrico Macioci (vedi qui la sua “storia di formazione”) ha pubblicato: Terremoto, Terre di mezzo 2010 (vedi); La dissoluzione familiare, Indiana 2012 (vedi); Breve storia del talento, Mondadori 2015].
Tempo fa postai su Facebook, per gioco ma nemmeno troppo, una frase in cui Cormac McCarthy disprezzava Marcel Proust, e aggiunsi di ritenere il francese inferiore a Dostoevskij: valanga di commenti, educati ma accalorati. Proust rappresenta oggi una delle poche figure letterarie davvero indiscutibili, un totem, un imperativo categorico, per tanti addetti ai lavori “il più grande scrittore di ogni tempo.” Ciò è indice, credo, di un’epoca oramai del tutto mondana e secolare; ma non è questo il punto.
(more…)
Tag:Alessandro Piperno, Alice Munro, Andre Dubus, Antonio Moresco, Arthur Rimbaud, Ben Johnson, Carlo Emilio Gadda, Céline, Charles Baudelaire, Charles Dickens, Cormac McCarthy, Cristina Campo, Dante Alighieri, Dino Campana, Edoardo Nesi, Elena Ferrante, Elsa Morante, Emanuele Tonon, Enrico Macioci, Fëdor Dostoevskij, Federigo Tozzi, Flannery O' Connor, Franz Kafka, Friederich Nietzsche, George Simenon, George Steiner, George Trakl, Gesù di Nazareth, Giacomo Leopardi, Graham Greeene, Harold Bloom, Henry James, Hermann Melville, Italo Calvino, Italo Svevo, J.D. Salinger, James Joyce, John Williams, Joseph Conrad, Kent Haruf? E Russell Banks, Marecel Proust, Marina Cvetaeva, Mario Pomilio, Nicola Lagioia, Oscar Wilde, Paul Celan, Raymond Carver, Richard Ford, Richard Yates, Roberto Calasso, Stefano D'Arrigo, Stephen Crane, Stephen King, Sylvia Plath, Thomas Pynchon, Umberto Eco, Virginia Woolf, Vladimir Nabokov, Walter Siti, William Shakespeare
Pubblicato su Teoria e pratica | 25 Comments »
24 novembre 2014
di Vanni Santoni
[Questo è il ventisettesimo articolo della serie La formazione dello scrittore, parallela alla serie La formazione della scrittrice. Le due serie escono, ormai un po’ come viene viene, il lunedì e il giovedì. Ringrazio Vanni per la disponibilità. gm]
La base di tutto: in casa mia c’erano molti libri e fumetti, e io li leggevo. Ho cominciato a scrivere molto tardi ma a leggere molto presto, e anche molto seriamente. Mio nonno mi leggeva i classici; dalla biblioteca di mio padre attingevo indifferentemente libri da bambini e libri da adulti, fumetti da bambini e da adulti (c’erano del resto a disposizione collezioni integrali di Linus, Corto Maltese, Alter, L’Eternauta…). I miei libri preferiti da bambino erano quelli di Calvino, Borges, Andrea Pazienza e Umberto Eco; tra quelli effettivamente destinati all’infanzia apprezzavo molto il romanzo La pietra del vecchio pescatore e tra i fumetti la Pimpa di Altan e tutta la produzione di Carl Barks. Anche i Ronfi di Adriano Carnevali non erano male.
(more…)
Tag:Adriano Carnevali, Alan Moore, Alberto Moravia, Allen Ginsberg, Altan, Andrea Pazienza, Andrea Zanzotto, Antonin Artaud, Arthur Rimbaud, Carl Barks, Carl Jung, Carlo Emilio Gadda, Céline, Cormac McCarthy, Curzio Malaparte, David Foster Wallace, Dino Buzzati, Dino Campana, Don DeLillo, Dylan Thomas, Edwin Abbott Abbott, Elio Vittorini, Emily Dickinson, Frank Miller, Friedrich Dürrenmatt, Garth Ennis, George Orwell, Giorgio Manganelli, Gustave Flaubert, Hubert Selby Jr, Ingeborg Bachmann, Italo Calvino, Jorge Luis Borges, Joris Karl Huysmans, Julio Cortázar, Lautréamont, Lev Tolstoj, Lewis Trondheim, Michel Houellebecq, Neil Gaiman, Pat Mills, Pat O' Shea, Paul Éluard, Paul Celan, Philip K. Dick, Philiph Roth, Pierpaolo Pasolini, Roberto Bolaño, Samuel Tylor Coleridge, Sylvia Plath, Thomas Mann, Thomas Pynchon, Thomas S. Eliot, Tomas Tranströmer, Truman Capote, Vanni Santoni, Voltaire, W.G. Sebald, Wilfred Owen, William Burroughs, William Butler Yeats, William Faulkner, William T. Vollmann, William Wordsworth, Wolfgang Goethe, Yukio Mishima
Pubblicato su Il campo letterario-editoriale, Industria culturale, La formazione dello scrittore | 12 Comments »