Posts Tagged ‘Silvia Ballestra’
La stitichezza della letteratura italiana
19 aprile 2018Nove mesi di Bottega di narrazione (con annuncio finale)
28 settembre 2011
Giovane scrittore emergente, colto nella fase di immersione
“Le viscere della coscienza”
6 gennaio 2011[Questo articolo apparve nella rivista Nexus nel corso del 2000].
Una mano adulta sbuca tra le gambe serrate di un corpo morbido e ne attanaglia nella sua morsa il ventre, penetrandolo quasi con dita spalancate a ventaglio: questa immagine forte, realizzata con una fotografia in bianco e nero molto sgranata, è stata scelta da Mondadori per la copertina dell’ultima raccolta di racconti, Il male naturale, di Giulio Mozzi (febbraio 1998). Niente avrebbe potuto sintetizzare meglio il lavoro di questo scrittore che nel giro di pochi anni si è imposto con autorevolezza nel mondo letterario italiano. Ciò che Mozzi racconta (fin dalla prima prova, Questo è il giardino, Theoria, 1993, ripubblicato da Mondadori nel 1998) attanaglia infatti le viscere della nostra coscienza, mettendoci di fronte al mondo visto e vissuto da chi non lo potrebbe altrimenti raccontare: un ladro che scrive una lettera alla sua vittima, consapevole di averne violato l’intimità; un apprendista che motiva il suo desiderio di mantenersi gregario, per esempio. Così anche nel secondo libro, La felicità terrena (Einaudi, 1996), Mozzi dà voce a chi, da sempre, non ce l’ha: un’impiegata delle poste chiusa nella sua disperata follia, una madre che reagisce alla morte del suo bambino creando rituali quotidiani d’amore che glielo mantengano vivo, e altre figure borderline, anime spezzate dalla fatica di vivere, dall’essere diverse o problematiche. Piccole esistenze descritte con un linguaggio preciso, mai ridondante, che si sofferma sui dettagli, che analizza la realtà come se fosse la trama di un tessuto da osservare al microscopio, con lucida partecipazione.
Riservato agli insegnanti di lettere delle scuole medie superiori della Provincia di Trento
3 settembre 2010di giuliomozzi
Da circa un anno collaboro con l’Istituto per la sperimentazione didattica ed educativa della Provincia di Trento (Iprase), nell’ambito del progetto Scuola d’Autore ideato e guidato da Amedeo Savoia. L’anno scorso abbiamo fatto delle belle cose: cinque percorsi dedicati alla narrativa (con Giorgio Vasta), alla poesia (con Stefano Dal Bianco), al teatro (con Marco Baliani), al documentario (con Andrea Segre) e alla scrittura diaristica (vedi le attività dell’anno scorso). Anche il videocorso di narrazione è un esito del progetto.
Quest’anno gli ospiti sono Silvia Ballestra per la narrativa (vedi la scheda del percorso), Nanni Balestrini per la poesia (vedi), Laura Curino per il teatro (vedi), Alina Marazzi per il documentario (vedi); quanto alla scrittura, si ripeterà il percorso dedicato al diario intimo e se ne proporranno altri due, dedicati al diario collettivo e all’argomentazione (vedi). Il programma (che non comprende solo questo…) sarà presentato agli insegnanti delle scuole medie superiori della Provincia di Trento venerdì 10 settembre 2010, dalle ore 15 alle 18, presso l’aula magna sud del Palazzo dell’Istruzione in via Gilli 3, zona Centochiavi. In questa pagina del sito dell’Iprase ci sono tutti i calendari, le descrizioni più dettagliate dei progetti, le date, eccetera, e anche il modulo per iscriversi online – se qualcuno volesse già iscriversi. Ovviamente il tutto è riservato agli insegnanti di lettere delle scuole medie superiori della Provincia di Trento.
Apocalittici e formattati
29 luglio 2010di Linnio Accorroni
[Questo articolo è apparso nel blog della rivista Stilos il 27 luglio 2010].
Un grido di dolore, più o meno, ma espresso con un tono piano e raziocinante, un j’accuse sostanzialmente disperato, ma lontano da quei toni enfatizzanti e da quella magniloquenza un po’ frusta che paiono una sorta di noblesse oblige quando si utilizzano dispositivi retorici di questo tipo.
L’intervento di Silvia Ballestra pubblicato sul primo numero di Alfabeta2 e intitolato un po’ anodinamente L’industria del libro di massa merita, vista la sincerità con la quale la scrittrice di I giorni della rotonda affronta problematiche di centrale rilievo, una qualche riflessione supplementare. Non è infatti l’ennesima riproposizione di un evergreen del dejà-vu, ovverosia il lamento di un autore che, riflettendo sulla propria condizione, constata l’eclisse di un modello culturale, soppiantato dall’avvento di nuove strategie editoriali-commerciali, tese essenzialmente all’abolizione tout court della Qualità e della Ricerca, felicemente prone ai diktat di un Dio Mercato sensibile esclusivamente alle leggi dell’audience e del consumo. L’intervento della Ballestra va meditato, oltre che per il fatto che la vox clamans è quella di una che, bene o male, da un trentennio circa bazzica il milieu editoriale, anche per la gran mole di spunti e di considerazioni che indicano nitidamente a che punto sia lo stato dell’arte (o, per meglio dire) del mercato in Italia.
“La Chiesa e il regalo di Papi”
4 settembre 2009di Silvia Ballestra (e anche: Carla Benedetti, Antonio Moresco, Tiziano Scarpa; e mo’ pure Giulio Mozzi)
[Questo articolo è stato ripubblicato ieri in Il primo amore con questa premessa: “La scrittrice Silvia Ballestra è stata querelata da Silvio Berlusconi per aver scritto questo articolo sull’Unità del 13 luglio. Noi lo cofirmiamo insieme a lei e invitiamo a fare altrettanto”. Lo riprendo e lo cofirmo anch’io. I lettori abituali di vibrisse potranno notare come in sostanza non sia né più duro né più diffamatorio di altri articoli da me pubblicati in vibrisse o nei quotidiani locali nei quali scrivo – che, per spiegarsi sui numeri, sono locali ma fanno tante copie quante ne fa L’Unità – e sicuramente meno “cinico” e meno duro dell’intervista rilasciata al Corriere, qualche giorno fa, dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga (qui). Questo per dire che il pericolo è vicino per tutti].
Alcuni lo chiamano cinismo, altri la chiamano semplicemente politica (segno che sono già cinici), per alcuni è pura e semplice cattiveria, per altri è dietrologia. In ogni caso è una cosa piuttosto schifosa. E si tratta di questo: per ripristinare un po’ di buoni rapporti con le gerarchie ecclesiastiche che si mostrano fredde a causa del suo privato peccaminoso e del suo essere “utilizzatore finale”, pare che Silvio Berlusconi sia deciso a fare qualche nuovo regalo alla parte cattolica del Paese. In soldoni, come ha scritto ieri questo giornale (l’Unità), il prezzo di un possibile perdono per le sue marachelle sessuali potrebbe essere un’accelerazione della legge sul testamento biologico. In soldoni e detto in parole povere, mentre qualche signorina si può comprare con duemila euro e qualche collanina, per le alte gerarchie vaticane ci vuole di più: una legge fatta sulla pelle degli altri.