Posts Tagged ‘Saverio Simonelli’

Per Valter Binaghi

14 luglio 2013

di Saverio Simonelli

Era un uomo sempre oltre. Oltre il suo tempo, le cose, le voci, i progetti. Bisognava sempre sforzarsi di inseguirlo, di stargli dietro. Oggi ci è sfuggito per l’ultima volta, stroncato da un male con il quale aveva combattuto con forza, con quel misto di fierezza e ironia che erano anche il segreto della sua personalità inimitabile e della sua scrittura. Valter lo avevo conosciuto qualche anno fa. Dopo avrelo letto per mesi sul web provai a chiedergli un ‘intervista in occasione dell’uscita di un suo romanzo, I custodi del talismano. Mi sorprese e mi chiamò lui al telefono dicendo che era un onore essere intervistato dalla mia tv.
Di lì nacque, ultima tra le ultime per lui l’amicizia, che è stata lunghe chiacchierate al telefono, scambio di pareri editoriali, qualche raro pranzo consumato insieme in una trasferta di lavoro. Sempre per me un chiedere e stupirmi di trovare accesso alla sua anima grande, ricca, sfaccettata, un’anima arcobaleno dove potevi trovarci tutto: la sua storia, l’impegno politico giovanile nell’estrema sinistra, il tunnel dell’eroina, poi la conversione, una fede maturata nel dolore personale, nella prova più acuta e quindi splendente e rigorosa, debordante, appunto come era lui.

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Il mio nome è Legione

1 luglio 2009

di Saverio Simonelli

[Questo articolo è apparso in La compagnia del libro].

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Il titolo viene dal Vangelo e fa riferimento all’episodio in cui Gesù affronta l’indemoniato di Gerasa. “Legione” è il modo in cui il Diavolo si fa chiamare in quel caso, alludendo alla sua natura: “perché siamo in molti” riporta Marco. Una molteplicità che è caratteristica dell’inafferrabilità e irriducibilità del male che non si presenta con un profilo riconoscibile ma come un agglomerato di pulsioni, stimoli, direi uno sciame di cose più reali quanto più camuffate in un’oscurità inestirpabile dal volto del mondo.
L’episodio c’entra anche se non molto con il romanzo di Demetrio Paolin, già noto al pubblico per l’eccellente “Una tragedia negata” riflessione acuminata e senza sconti sul rapporto tra letteratura e anni di piombo. C’entra proprio perché, come fosse una tattica del demonio, svia l’attenzione del lettore frettoloso o del recensore interessato da quello che è il vero nocciolo del libro che non è semplicemente il confronto col male.

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