Posts Tagged ‘Sara Loffredi’

Le “formazioni” a Milano (scrittrici e scrittori)

18 Maggio 2015
Clicca sulle copertine, leggi la scheda

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Martedì 19 maggio alle 18.30, a Milano presso lo Spazio Melampo (via Carlo Tenca 7) prima pubblica presentazione dei due volumi – La formazione della scrittrice e La formazione dello scrittore – pubblicati dall’editore Laurana: il primo a cura di Chicca Gagliardo, il secondo a cura di Gabriele Dadati. I due volumi prendono ispirazione dalle due rubriche pubblicate per diversi mesi in vibrisse, e intitolate appunto La formazione della scrittrice e La formazione dello scrittore.

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Dalla Bottega di narrazione

15 Maggio 2012

[Questo articolo è apparso nel Quotidiano della Calabria il 12 maggio 2012. Potete anche prelevarlo in pdf. Un estratto dal romanzo di Sara Loffredi si trova qui. Le informazioni sulla Bottega di narrazione sono qui. gm]


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Dalla Bottega di narrazione / Sara Loffredi

2 novembre 2011

Il terremoto nel racconto di un cantastorie

[Come ho spiegato qui, pubblico in questi giorni una serie di estratti dai lavori in corso degli “apprendisti” della Bottega di narrazione. Per leggere tutti gli estratti finora pubblicati, cliccare qui. gm].

da Le mani della musica
di Sara Loffredi

Caterina è nata nel 1892 ed è cresciuta in un orfanotrofio religioso di Reggio Calabria. Da bambina ha ricevuto le “mani della musica” da Suor Antonia, insegnante di pianoforte a cui è legata da un affetto profondo. Lei però avverte di possedere anche un potere funesto, che si esprime la prima volta quando, punita ingiustamente per un furto che non ha commesso, prega per la morte della Madre Superiora e la ottiene. Nel 1908 Caterina sta per realizzare il suo sogno: essere ammessa all’istituto musicale della città. Ma la notte del 28 dicembre un terremoto rade al suolo Reggio e lei, ferita a una gamba, viene trasportata in nave a Napoli insieme ad altre centinaia di sfollati, ritrovandosi sola in una città sconosciuta. Dopo essere stata vittima di violenza a casa di una prostituta conosciuta in ospedale, finisce per arrendersi anche lei al mestiere. Vissuto inizialmente come sopravvivenza, la prostituzione diventa gradualmente per lei un mezzo di scalata sociale: dalle “Tre vecchierelle”, un lupanare infimo di Santa Lucia gestito da Donn’Assunta, Caterina approda infatti alla “Suprema”, la più elegante casa d’appuntamenti della città, dove impara tutto quello che c’è da sapere sulla società napoletana borghese del tempo, affondata nella magia della belle époque.

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