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La formazione dell’insegnante di scrittura creativa, 1 / Giulio Mozzi

4 dicembre 2014

di giuliomozzi

[Considerata la pericolosità della rubrica, ho ritenuto opportuno fare io la prima puntata. In magazzino ho già gli articoli di Livio Romano e di Enrico Ernst. Il giorno fissato è il giovedì, ma temo che sarà difficile tenere il ritmo settimanale. Chi volesse proporsi mi scriva, mettendo nell’oggetto il titolo di questa rubrica. gm]

1994

1994

Il 30 aprile del 1993 pubblicai il mio primo libro di racconti. Non era il mio primo libro: negli anni Ottanta, quando lavoravo nell’ufficio stampa della Confartigianato veneta, mi era capitato di scrivere – oltre a innumerevoli comunicati stampa, discorsi, articoli – anche opuscoli e veri propri libri; di altri opuscoli e libri, non scritti da me, avevo curata l’edizione e la revisione. Mi fa piacere ricordare due persone che in quegli anni mi insegnarono molte cose: Guido Lorenzon e Maurizio Pescarolo.

Nel giugno del 1993 mi telefonò Roberto De Gaspari, che non conoscevo. Mi raccontò di aver fondato a Padova un nuovo circolo Arci, “Lanterna magica”, e mi chiese se ero disponibile a tenerci dei corsi di “scrittura creativa”.
Non lo so, risposi. Devo pensarci. Non so che cosa è che s’intende, con le parole “scrittura creativa”.
Restammo d’accordo di sentirci a settembre.

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Un saluto

5 agosto 2009

di giuliomozzi

In un giorno di giugno del 1993, pochi mesi dopo la pubblicazione del mio primo libro, Roberto De Gaspari – che non conoscevo – mi telefonò, si presentò come presidente del circolo Arci padovano Lanterna magica, di recente costituzione, e mi propose di tenere, all’interno del circolo, dei “corsi di scrittura creativa”. Io non avevo mai pensato a niente del genere, perciò risposi: “Mah. Boh. Ci pensiamo. Possiamo incontrarci?”.

Nell’ottobre dello stesso anno iniziai il primo corso. Ne seguirono molti altri. Altre persone mi affiancarono. Decidemmo di dare un nome alla cosa: “Piccola scuola di scrittura creativa”. Poi i ritmi della mia vita cambiarono molto. Diminuii la mia presenza. Chi mi aveva affiancato prese in mano la situazione. La piccola scuola c’è ancora, è gestita e organizzata da altri, la mia presenza è – quando c’è – saltuaria.

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