[Ennio Bissolati è un bibliofilo. Per vibrisse recensisce libri introvabili, dei quali sostiene di essere l’unico lettore. gm]
Non si può dire che il tema sia nuovo: tutti abbiamo letto, da ragazzini, in versioni più o meno sgraziatamente adattate o ridotte, almeno Il principe e il povero di Mark Twain, storia di un principe fanciullo che vuole per un giorno giocare a fare il povero e di un fanciullo povero che vuole per un giorno giocare a fare il principe (ovviamente il gioco avrà, ben oltre l’immaginazione dei due fanciulli, sviluppi tragico-patetici e finale consolatorio), o almeno l’autoparodia di questa stessa avventura inserita dallo stesso Twain all’interno di Un americano alla corte di re Artù (il protagonista Hank Morgan, intraprendente americano – del Connecticut, perfino – del tutto casualmente finito nei luoghi e nei tempi arturiani, convince il re a travestirsi da comune borghese per conoscere da vicino il proprio regno; seguiranno sviluppi tragico-patetici e finale consolatorio, c.s.); per tacere del film a episodi Il tifoso, l’arbitro e il calciatore, e in particolare l’episodio Il tifoso, protagonista un Pippo Franco figlio di padre romanistissimo nonché innamorato (Pippo, non il padre) della figlia di un padre lazialissimo, e pertanto costretto (letteralmente) a continui cambi di casacca che lo conducono (inevitabilmente) all’errore e all’equivoco e ad avventure tragicomico-patetiche destinate (lo immaginavate?) a un finale consolatorio. Il tema non è nuovo, dunque. Ma, per quello che il vostro bibliofilo ne sa, è la prima volta che càpita a un cane.