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La formazione dello scrittore, 26 / Federico Platania

20 novembre 2014

di Federico Platania

[Questo è il ventiseiesimo articolo della serie La formazione dello scrittore, parallela alla serie La formazione della scrittrice. Le due serie escono, ormai un po’ come viene viene, il lunedì e il giovedì. Ringrazio Federico per la disponibilità. gm]

La formazione del non-lettore

Tutti i miei compagni di scuola avevano la tv a colori. Io no. La mia casa era piena di statue. Nessuno dei miei compagni di scuola poteva dire altrettanto.
Credo che la mia relazione con la cultura sia stata segnata da questa diversità che io ho sempre vissuto con orgoglio. Mio nonno, Pasquale Platania, era uno scultore (ero il nipote di uno scultore!). La mia casa era piena di libri (quanti? sicuramente più di quanti ne vedevo nelle case dei miei compagni di scuola). A otto anni ero affascinato dall’atmosfera del salotto di casa mia con tutte quelle statue, quei libri e quel vecchio televisore dove mi rassegnavo a vedere Jeeg Robot D’Acciaio in bianco e nero.
Così affascinato che l’idea di prendere uno di quei libri per leggerlo non mi ha mai sfiorato. Per anni.
Ricordo però quel pomeriggio in cui mio padre, dopo aver preso un volume da uno scaffale, mi disse: vedi questo libro? Pensa che ci sono persone, anche molto intelligenti, che non sono riuscite a finirlo.
Quel libro era l’Ulisse di Joyce. Ecco. Se oggi sono un “lettore forte” è perché quel giorno mio padre (il quale, per paradosso, faceva parte di quel gruppo di lettori che non è riuscito a finire l’Ulisse) mi ha indicato una vetta da scalare, un traguardo da raggiungere. Sono stato folgorato sulla via della letteratura non grazie alla promessa di un piacere, bensì alla prospettiva di una difficoltà.
Dieci anni dopo sono sulla scalinata esterna dell’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma. Ho quella copia dell’Ulisse tra le mani. E non mi sembra vero. Mi sento come uno scalatore che dopo una serie di ferrate in montagna giunga finalmente al giorno in cui è pronto per affrontare l’Everest.

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Operazione Reloaded: quale libro ripubblichereste?

5 febbraio 2013

di Laura Pezzino

[Questo articolo di Laura Pezzino è apparso nel numero di Vanity Fair attualmente in edicola]

Se nel futuro ci aspettano biblioteche senza libri, ma piene di computer e ebook reader (come avverrà in autunno a San Antonio, in Texas, nella prima biblioteca digitale pubblica), allora bisogna portarsi avanti anche da noi. Ci ha pensato la casa editrice Laurana che ha da poco inaugurato la collana Reloaded, specializzata nel recupero di opere di narrativa italiana degli anni ’90 e 2000 ormai introvabili e nel ripubblicarle esclusivamente in ebook.
A dirigere l’operazione, lo scrittore e conduttore radiofonico Marco Drago (Zolle, La vita moderna è rumenta) che, come primi tre titoli, ha scelto Forme d’onda di Dario Voltolini (uscito nel 1996 per Feltrinelli), Il mostro di Vigevano di Piersandro Pallavicini (peQuod, 1999) e Sono l’ultimo a scendere (e altre storie credibili) di Giulio Mozzi (Mondadori, 2009, ma già indisponibile).

Drago, come è nata questa idea?
«Sono stato contattato dalla casa editrice dopo essermi lamentato, su Facebook, del fatto che certi titoli italiani di qualche anno fa non fossero più disponibili né in forma cartacea né, tantomeno, in digitale. Così, dopo averne parlato con loro, è nato questo progetto. Si tratta fondamentalmente di convincere gli autori ad abbandonare i vecchi editori, coi quali a volte hanno ancora dei rapporti, ed entrare a far parte di un progetto davvero innovativo».

Continua a leggere l’articolo nel sito di Vanity fair.