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La formazione dello scrittore, 17 / Giuseppe Caliceti

13 ottobre 2014

di Giuseppe Caliceti

[Questo è il diciassettesimo articolo della serie La formazione dello scrittore, parallela alla serie La formazione della scrittrice (che per qualche settimana sarà sospesa, mentre le “formazioni” degli scrittori uscitanno sia il giovedì sia il lunedì). Ringrazio Giuseppe per la disponibilità. gm]

giuseppe_calicetiLo vedo ancora, mio padre! Prima di andare a letto! Io e mio fratello eravamo bambini! Mio padre e mia madre! A turno! Ci leggevano interi romanzi d’appendice! Roba da farti rimanere stecchito! Storie di rapimenti di bambini! Favole con e senza lieto fine! Alcune pagine a sera! In un sussurro! Altre volte un intero capitolo! Altre ancora una sola pagina! Mezza pagina! A seconda del tempo a disposizione! Della stanchezza! Della giornata appena trascorsa! Io e mio fratello ci addormentavamo con quelle parole in testa! Ci addormentavamo dentro a quelle storie! Un’emozione fortissima! Da uno stato alterato di coscienza all’altro! In estate si prendeva in affitto un appartamento! Sull’Appennino! Il paese si chiamava Villa Minozzo! Esiste ancora! Mia madre era impiegata alle poste! All’ufficio centrale! Quello che un tempo era lì in piazza Gioberti! L’unica piazza con l’obelisco di Reggio Emilia! Uno stuzzicadente, più che un obelisco! L’unico della città, comunque! Si faceva trasferire per tutta l’estate all’ufficio postale di Villa Minozzo! Mio padre non ne aveva bisogno! Era maestro elementare! Aveva i tre mesi di vacanza estivi! Poteva starsene un po’ in pace! Giocare coi suoi figli! Andare in bicicletta su per le salite! E’ sempre stato un ottimo scalatore! Ha vinto per ben due volte la Gran Fondo dell’Appennino reggiano! Duecento chilometri di pura salita! A casa di mia madre ci sono ancora le coppe! I medaglieri di tutte le sue imprese! A ogni modo, una notte di luglio sorpresi mio padre! Sveglio! In piena notte! Seduto al tavolo della cucina! Con una stilografica in mano! Mi ero svegliato per andare a pisciare! Non avevo più di sette o otto anni! Mi avvicinai al tavolo! Un po’ preoccupato! Gli chiesi cosa faceva! Mi rispose! Stava scrivendo una favola per me e mio fratello! Oggi non ricordo più che fine abbia fatto quella favola! Se l’abbia poi completata e ce l’abbia mai letta! Ricordo solo il mio stupore! Stava scrivendo una favola! Sul retro della copertina di un libro! Un volume dei mitici Quindici! La mia serie preferita di libri di allora! Aveva una grafia ampia e ondulata, mio padre! Abbastanza illeggibile! Come la mia, d’altronde! Vederlo scrivere in corsivo sul retro della copertina di un libro stampato mi sembrò una specie di profanazione! Sì, una rivelazione e una profanazione contemporaneamente!

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