di giuliomozzi
[Riporto qui, poiché mi sembra abbiano una certa attualità, alcune pagine del mio libro Corpo morto e corpo vivo: Eluana Englaro e Silvio Berlusconi, scritto nel luglio del 2009 e pubblicato nell’autunno del 2010].
Prima immaginazione
Prima che Silvio Berlusconi tirasse in ballo Padre Pio, avevo fatta un’immaginazione. Avevo immaginato questo:
Il capo, l’uomo che è stato il capo per tutti, «lui», la presenza sempre presente, l’uomo che ossessiona i suoi avversari non meno che i suoi fan, la shekinà della politica italiana, all’improvviso cade. Cade di colpo: bum! Cade perché chi lo avversa rivela su di lui cose insostenibili; cade alla fine di una sequenza di rivelazioni di cose sempre più insostenibili; cade quando viene finalmente rivelata la cosa più insostenibile di tutte (quanti giornalisti sognano, la notte, di avere per le mani la cosa più desiderata dai giornalisti, oggi: una fotografia di Silvio Berlusconi che fa sesso con una minorenne?); ma non cade, Silvio Berlusconi, perché cede: cade perché, a un certo punto, i suoi gli si rivoltano contro. Perché per i suoi la situazione si è fatta insostenibile.