[Intervento tratto dal libro Se incontri Giulio Mozzi per la strada uccidilo].
Nicola D’Attilio ha pubblicato Una famiglia imperfetta, San Paolo Edizioni 2015.
Sentite, vi confesso una cosa: ho chiuso con Giulio Mozzi. Me lo sono gettato alle spalle. Sono andato avanti.Lo so, lo so: non è credibile. Giulio Mozzi compare nei ringraziamenti del romanzo, già. Al primo posto? Ma sì, tra i primissimi, diciamo.
E nelle note biografiche? Pure.
E ancora: ho parlato di lui nell’unica intervista (una cosa rara, l’intervista, non io che parlo di lui).
Ma è proprio per questo che dovevo, capite?
Non sono un ingrato, so che gli devo molto, se non tutto, ma non è così che si diventa grandi? Si prova ad andare oltre, a mettere a frutto tutti gli insegnamenti, a rischiare di tasca propria, che quando cadi stavolta la facciata la senti tutta e non puoi più incolpare altri al posto tuo.
Arriva un momento in cui il figlio decide di andare a vivere da solo. Se se lo può permettere, certo. Se trova un posto dove vivere. Se… vabbè, basta se. Era il momento di andare. Perché diciamocelo: Giulio Mozzi per me era una presenza davvero ingombrante.
Quando l’ho capito, dite? Lo ricordo bene: era da poco passato il weekend conclusivo della Bottega ed ero stato contattato dalla ALI, l’Agenzia letteraria internazionale. Con Giulio decidemmo di fare un ultimo editing del testo, una sorta di pulizia globale prima dell’invio all’agenzia. Mi buttai a capofitto a fare le modifiche concordate, poi Giulio fece altrettanto e, via posta ordinaria, mi rispedì il plico.
Che non arrivò.
Giorni di terrore, e fiducia in calo nelle poste italiane.
Ma Giulio è Giulio. E me lo rispedì (versione fotocopiata), con un altro plico.
Che non arrivò.
Il rapporto tra me e le poste italiane non fu più lo stesso.
Non potevo andare avanti da solo. Senza le correzioni di Giulio sarebbe stato un disastro: se il plico non veniva a me, potevo sempre andare io al plico. Così presi un treno per Milano e incontrai Giulio per ottenere quel tesoro inestimabile: l’editing di Giulio Mozzi.
Metà.
Metà?
Non aveva altre fotocopie. Aveva ricopiato tutto a mano una seconda volta e non era riuscito a finire. L’altra metà sarebbe arrivata la settimana successiva.
Non arrivò.
Ma ci sentimmo al telefono e ricevetti parole di conforto e fiducia circa la direzione intrapresa.
Ma parole di conforto e fiducia non sono un editing. E io come facevo?
Potevo farcela da solo?
Io?