Posts Tagged ‘Niccolò Machiavelli’

Come sono fatti certi libri, 18 / “Elogi degli uomini illustri”, di Paolo Giovio

16 agosto 2017

Paolo Giovio, Elogia virorum illustrium, Basilea 1577

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La formazione dello scrittore, 13 / Giulio Mozzi

18 settembre 2014

di giuliomozzi

[Questo è il tredicesimo articolo della serie La formazione dello scrittore, che appare in vibrisse il giovedì (ed è parallela a quella La formazione della scrittrice, che appare invece il lunedì). Ringrazio l’anonimo intervistatore per la pazienza. gm]

[La prima parte dell’intervista risale al 2010. Vedi le note].

giuliomozzi_453D. Allora, Mozzi, è pronto?

R. Sì, sono pronto.

D. Cominciamo?

R. Cominciamo.

D. Lei, Mozzi, in che modo è entrato nel campo letterario?

R. Be’, sostanzialmente per caso.

D. Guardi, non ci credo nemmeno se mi paga.

R. Eppure è così.

D. Può essere più preciso? Mi può raccontare?

R. Certo. Si può cominciare dall’oratorio. Da ragazzo, diciamo tra i dieci e i diciotto anni, ho molto frequentato l’oratorio. Naturalmente si era formato tutto un giro di amicizie. Tra gli altri, questo oratorio era frequentato da Stefano Dal Bianco.

D. Il poeta?

R. Sì, quello che oggi è pubblicato nello Specchio di Mondadori, ossia la collana di poesia più ufficiale che ci sia in Italia.

D. E lei divenne amico di Dal Bianco?

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La formazione dello scrittore, 7 / Vitaliano Trevisan

3 luglio 2014

di Vitaliano Trevisan

[Questo è il settimo articolo della serie La formazione dello scrittore, che appare in vibrisse il giovedì (ed è parallela a quella La formazione della scrittrice, che appare invece il lunedì). Ringrazio Vitaliano per la disponibilità. gm]

‘Was that, my friend smyled, ‘where “you have your roots”?
No, only where my childhood was unspent,
I wanted to retort, just where I started:

By now I’ve got the whole place clearly charted.

Philip Larkin, I remember, I remember

vitaliano_trevisanMi accade, di tanto in tanto, di non riuscire a dormire. Meglio lasciare il letto subito, prima che i demoni inizino con le loro insinuanti litanie. Una passeggiata notturna, lunga quanto basta perché si stanchino di aspettare. Naturalmente il paese è deserto e discretamente buio, cosa che in fondo apprezziamo, dato che non c’è niente da vedere. In questo posto, per trovarci qualcosa uno dev’esserci nato. Ma se ci è nato, com’è il caso di chi scrive, non è affatto detto che da quel qualcosa scaturiscano ricordi belli e piacevoli.

La formazione dello scrittore. Disagio è la prima parola che mi viene in mente. Molto a disagio. Anzitutto presuppone il fatto di essere formato, idea che non mi piace, specie se in riferimento alla mia scrittura – mia in corsivo non per rimarcarne il possesso, ma, viceversa, perché sono sempre più convinto che essa non sia mia. Al contempo, identificazione dello scrittore nella sua scrittura – corsivo come sopra. A questo punto, non mi è più chiaro chi stia scrivendo di chi.

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