Posts Tagged ‘Massimo Mantellini’

Libri (di scuola) fatti di bit

19 novembre 2012

di Massimo Mantellini

[…] Mi spiace dirlo così chiaramente ma le probabilità che il passaggio al libro digitale nelle scuole italiane si trasformi in un bagno di sangue e in un enorme spreco di denaro pubblico sono consistenti. Già l’apologia dei tablet, decisa dal Ministro, è un passo ampiamente più lungo della gamba: logica vorrebbe che prima di ipotizzare migrazioni tanto consistenti dalla carta ai bit ci si preoccupasse di una serie di altri fondamentali.
La diligenza del buon padre di famiglia, l’unico plus davvero consistente che il Governo dei ministri tecnici portava con sé, riguardo alle questioni della scuola 2.0 avrebbe dovuto portare ad una serie di considerazioni. La prima è banale e molto utile ad una scuola senza un soldo come la nostra: utilizzare Internet. […]

Leggi tutto l’articolo di Massimo Mantellini in Punto Informatico.

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Lettera a Babbo Natale

26 dicembre 2010

di Massimo Mantellini

[Questo articolo è apparso venerdì 24 dicembre in Punto informatico].

Caro Babbo Natale, Ti scrivo questa lettera per la faccenda dei regali che non arrivano mai. Sono molti anni che ti spedisco le stesse richieste ma – scusami se mi permetto – non mi pare che i miei piccoli desideri siano stati ancora esauditi. Mi rendo conto che il momento è difficile, nevica molto e gli aeroporti chiudono, i soldi scarseggiano ovunque, il prezzo del cibo per le renne lo immagino. Però mi hanno sempre detto che tu sei superiore a queste umane questioni, così mi permetto di mandarti un breve riassunto.
1- Mi piacerebbe che molte più persone in Italia utilizzassero Internet. Non sono mai stato un tifoso della tecnologia in sé, davanti ad un computer nuovo vengo colto dalla stessa eccitazione (quasi) che ho per il crick della macchina. Tuttavia penso, da molto tempo, ostinatamente, che mentre il crick solleva solo automobili (di poco, tra l’altro, quanto basta per sfilare la ruota e metterne un’altra) attraverso le reti di computer noi abbiamo sollevato di molto la qualità delle nostre vite. O per lo meno, per me e per molte altre persone che conosco è stato così. Non voglio annoiarti troppo: con Internet siamo collegati agli altri, meglio informati, collaboriamo a grandi progetti senza nemmeno conoscere i nostri compagni di viaggio. La metà degli abitanti di questo paese che non sa cosa sia la rete, non sa cosa si perde, mi piacerebbe tu riuscissi a convincerli.

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Dare una raddrizzata al legno storto?

8 luglio 2010

Lui è peggio di me. Particolare della locandina.

di giuliomozzi

In sintesi. Un quotidiano online, Il legno storto, pubblica un articolo nel quale si dice, in sostanza, che “mani pulite” fu un golpe (qui), e che i magistrati del pool di Milano furono degli utili idioti:

E’ chiaro che un Borrelli, un Di Pietro, un Davigo, un D’Ambrosio, ecc, non possono avere nessuno spessore culturale per organizzare il golpe e nemmeno il regista Violante che ha il compito di girare le piazze italiane e le procure per indicare di volta in volta il nemico da abbattere. Evidentemente, poteri forti industriali e bancari italiani ed anglo-americani sono i veri organizzatori della rivoluzione.

L’articolo, sia chiaro, è evidentemente un articolo politico, non un articolo di cronaca.

Nasce quindi Forza Italia di Silvio Berlusconi, unico baluardo che intende ergersi a difesa della democrazia italiana contro il totalitarismo incombente, somministrato con una spettacolare coreografia e campagna mediatica popolare per carpire la buona fede ed il consenso delle masse usate come un grimaldello.

E vi si trovano anche spunti analitici non privi d’interesse,

E’ proprio con Mani Pulite che lo stile del reality show si afferma e trionfa presso la gente comune, con tutti i suoi ingannevoli messaggi subliminali,

a fianco di altre affermazioni a mio avviso piuttosto improbabili:

In questo marasma si salvano solo i camaleonti che tradiscono e si rifugiano nel PCI o sotto le ali dei togati-bombardieri.

Come se non si fossero “salvati” i tanti democristiani trasmigrati in Forza Italia e An (*).

Nel complesso, direi che l’articolo è piuttosto ributtante. Non per l’interpretazione politica che propone, ma per la disinvoltura con cui afferma l’esistenza di fatti puramente ipotetici.

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Che cosa è cambiato

1 gennaio 2010

[…] Provate a spiegare a vostra figlia 6enne cos’era lo Zecchino d’Oro 30 anni fa. Con Youtube ce la farete, diversamente no. […]

Leggi l’articolo di Massimo Mantellini.

E no che non ci siamo

5 ottobre 2009

Dal blog di Massimo Mantellini, precisamente da qui. (Per la serie: che cosa mi aspetto da un giornale serio, eccetera. gm)

Una storia a questo senso

17 agosto 2009

di Massimo Mantellini

[Stavo per scriverci su qualcosa, quando mi sono accorto che Massimo Mantellini aveva già scritto, a proposito della campagna congressuale di Pierluigi Bersani, più o meno ciò che pensavo].

E’ agosto e il motto della campagna di Pierluigi Bersani per le prossime primarie del PD proprio non mi va giù. Ci penso da settimane – ok non continuamente ma ogni tanto ci penso – tipo un paio di volte al giorno. A esagerare. Magari sono in auto o leggo il giornale e all’improvviso mi viene in mente la foto con la faccia di Bersani e sotto, fra la cravatta rossa e l’abito blu quel testo dai caratteri affusolati, tratto da una recente canzone di Vasco Rossi. La canzone si chiama Un senso, il motto di Bersy è invece “un senso a questa storia”.
Ora vorrei provare a spiegare come mai una simile innocua frase mi infastidisce tanto. Intanto non ce l’ho con Vasco, per carità, è uno che ha già i suoi bei problemi: non sarò io ad infierire sull’unico autentico fenomeno vagamente rockeggiante e popolare che questo paese ha saputo produrre negli ultimi 30 anni. Siano benedetti fegatispappolati ed albechiare in quantità.

Leggi tutto l’articolo nel blog di Massimo Mantellini.