Posts Tagged ‘Marco Travaglio’

La formazione della scrittrice, 2 / Veronica Tomassini

20 gennaio 2014

di Veronica Tomassini

[Questo è il secondo articolo di una serie che spero lunga e interessante. Ringrazio Veronica per la disponibilità. Per ragioni pratiche ho cominciato invitando a scrivere delle scrittrici amiche. Chi volesse proporsi, mi scriva mettendo nell’oggetto le parole “La formazione della scrittrice”. gm]

Veronica TomassiniEro una bambina triste, tutto qui. Ma a tratti, con i nonni ad esempio non lo ero, soltanto che mi fregava un dettaglio introspettivo della mia indole, cioè stavo sempre a pensare, giocavo sola, molto spesso, avevo una barbie con i capelli ispidi e una bambola che tenevano però i nonni, a Terni, si chiamava Debora, aveva le pile dentro il pancino perché camminava, bisognava stare attenti che non si rompesse. Invece per il resto giocavo o litigavo con un alter ego o non so chi fosse, mi ha tormentato per anni, mi induceva a pensieri orribili, un tale che mi suggeriva la cattiveria e assurde bestemmie. E’ la prima volta che ne parlo, che lo ammetto persino, fu un fatto terribile, vissuto con sofferenza, me ne sono liberata, ma appena in parte. Forse quella era già la scrittura che si metteva di traverso tra me e le cose, come in seguito mi scrisse Dario Voltolini in prefazione a un’orribile raccolta che non piacque nemmeno a lui. La mia scrittura è stata la solitudine, il disagio intraducibile, il modo di stare al mondo, di guardarlo, di raggiungere le cose. La scrittura sono stati i libri innanzitutto. Cominciai molto presto, disordinatamente, mio padre ha ancora una libreria importante, non ho finito di leggere secoli di letteratura. Pescavo a caso, mi ritrovavo tra le mani Bonura o Malaparte o Stendhal. Leggevo. Avevo esaurito i romanzi concessi ai bambini, avevo già amato la Alcott e Tom Sawyer e I ragazzi della via Paal. Ero curiosa e mi annoiavo facilmente, era anche quella noia la scrittura che procedeva, l’assillo che mi toglieva la pace, finanche la vergogna di ammetterlo o di chiamarlo per nome.

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“Una Siracusa meravigliosa e maledetta”

9 settembre 2010

di Mario Barresi

[Questo articolo è apparso ieri nel quotidiano La Sicilia. gm].

Di un dolore improvviso e lancinante, come un pugno nello stomaco. Ma anche sanguigno e mediterraneo, anzi più da Medio Oriente che da Magna Grecia. Eppure così avvolto da quella triste nebbia dell’Est, così spudoratamente appiccicato sulla pelle un popolo – quello polacco – maledetto dalla storia e crocifisso dalla speranza. È uno scorrere di storie tremende e impossibili, Sangue di cane (Laurana, 232 pagine, 15 euro), primo romanzo di vita – e della vita – di Veronica Tomassini, 39 anni (nella foto di Laura Fisauli) nostra delicatissima penna siracusana. Esce venerdì 10 in tutte le librerie d’Italia, ed è il titolo d’esordio di Laurana, nuova casa editrice dell’agrigentino Calogero Garlisi, legato a doppio filo a Nando Dalla Chiesa. Ma nel retroscena del romanzo – per onor di cronaca, più che di critica – c’è anche l’imprimatur di Marco Travaglio. «Non l’ho mai conosciuto – rivela l’autrice – ma ha letto le bozze e si è battuto per me, per la mia storia». Ma un greeting lo merita, nel tripudio della prima volta, anche Giulio Mozzi, scrittore, talent scout e consulente editoriale: «Senza la sua generosità e la sua pazienza, non sarei andata da nessuna parte».

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Tolleranza

23 settembre 2009

di Qualcuno

[Questa lettera di un lettore è apparsa nel quotidiano Il Giornale martedì 15 settembre 2009. Ringrazio Silvia Tessitore per la segnalazione. Faccio notare che il primo numero del quotidiano Il fatto, del quale il 15 settembre l’autore della lettera già invocava la chiusura, esce oggi 23 settembre. – Per equivoco, inizialmente avevo indicato questo testo come “di Mario Cervi”, che cura nel Giornale la rubrica delle lettere. Mi scuso per l’errore. gm]

Non riesco a capacitarmi del fatto che si tolleri con tanta leggerezza il proliferare di giornali nuovi, vedi quello di Marco Travaglio, l’uomo più viscido della sinistra disfattista e sempre alla ricerca di nuovi modi per indebolire il premier, vista la continua ascesa dello stesso nel consenso degli italiani. Possibile che l’avvocato Ghedini non riesca a trovare un reato plausibile per la chiusura di queste «vipere» che strisciano con il continuo intento di mordere il premier e causarne la morte politica? Un giornale che palesemente offende e denigra il capo del governo va subito chiuso. Lasciamo poi le critiche a chi è nato per criticare tutti gli avversari politici. Una volta creato l’esempio gli altri giornali di sinistra si guarderanno dal continuare ad offendere il premier e la sua coalizione. Possibile che non si riesca a trovare una norma che preveda l’attentato morale al capo del governo? Io credo che l’unica soluzione a questo continuo stillicidio di calunnie sia quello di rispondere con i sistemi usati (che io non approvo) da Putin nei confronti della Georgia, e della Cina nei confronti dei monaci tibetani: «La forza». Dopo una serie di bastonate inflitte a Franceschini, D’Alema, Travaglio, Santoro e Maurizio Mannoni, si vedrebbero subito i risultati, si vedrebbe il ritorno del rispetto nei confronti di Berlusconi.