
Non sapendo bene quale immagine collegare all’articolo, l’autore dello stesso ha deciso di impiegare un’immagina descrittiva del mercato
Non sapendo bene quale immagine collegare all’articolo, l’autore dello stesso ha deciso di impiegare un’immagina descrittiva del mercato
di giuliomozzi
[Questo è il tredicesimo articolo della serie La formazione dello scrittore, che appare in vibrisse il giovedì (ed è parallela a quella La formazione della scrittrice, che appare invece il lunedì). Ringrazio l’anonimo intervistatore per la pazienza. gm]
[La prima parte dell’intervista risale al 2010. Vedi le note].
D. Allora, Mozzi, è pronto?
R. Sì, sono pronto.
D. Cominciamo?
R. Cominciamo.
D. Lei, Mozzi, in che modo è entrato nel campo letterario?
R. Be’, sostanzialmente per caso.
D. Guardi, non ci credo nemmeno se mi paga.
R. Eppure è così.
D. Può essere più preciso? Mi può raccontare?
R. Certo. Si può cominciare dall’oratorio. Da ragazzo, diciamo tra i dieci e i diciotto anni, ho molto frequentato l’oratorio. Naturalmente si era formato tutto un giro di amicizie. Tra gli altri, questo oratorio era frequentato da Stefano Dal Bianco.
D. Il poeta?
R. Sì, quello che oggi è pubblicato nello Specchio di Mondadori, ossia la collana di poesia più ufficiale che ci sia in Italia.
D. E lei divenne amico di Dal Bianco?