Posts Tagged ‘Il Giornale’

Un buon esempio di articolo idiota

2 luglio 2010

da Il Giornale, qui

Sul sito di Nazione indiana circola da mercoledì una lettera a firma di un buon numero di scrittori dell’Einaudi che si associano alle proteste sulla legge «bavaglio» (è poi uscita a pagina 2 del Manifesto). I firmatari: Francesco Abate; Niccolò Ammaniti; Andrea Bajani; Eraldo Baldini; Giulia Blasi; Ascanio Celestini; Mauro Covacich; Giancarlo De Cataldo; Diego De Silva; Giorgio Falco; Marcello Fois; Anilda Ibrahimi; Nicola Lagioia; Antonella Lattanzi; Carlo Lucarelli; Michele Mari; Rossella Milone; Antonio Moresco; Michela Murgia… E tanti altri. Sono subito fioccati i post di approvazione dei lettori. Ma è anche arrivato quello che ha pensato bene di imbastire la «caccia» alle firme mancanti: «Questo vuol dire che tutti gli scrittori Einaudi sono stati invitati a firmare la lettera e che perciò i molti che mancano si sono rifiutati di farlo?». Interviene allora Michela Murgia a stemperare i toni: «Perché dovrebbe voler dire questo?». Ma il meglio riesce a farlo Giulio Mozzi annusando l’eventualità che il suo non firmare l’appello sia ascrivibile a colpa morale. Sul suo sito Vibrisse (lincato alla discussione) si autoprocessa spiegando perché non ha sottoscritto. Si inventa un interlocutore e ci dialoga: «Mozzi, com’è che non c’è anche lei tra i firmatari della lettera?». «Perché non sono uno scrittore Einaudi…». «Lei, con la sua solita pedanteria, grazie a questo sofismo è riuscito a non firmare la lettera. Parandosi per bene il culo…». «Io non credo che a questo Gruppo di Comando interessi stendere un velo di segretezza sulla criminalità organizzata…». Insomma, per riuscire a dire che uno firma quello che gli pare ha dovuto scindersi la personalità. Psicodrammi enaudiani.

[Mi immagino Aristotele che legge il Cratilo o il Timeo, e li liquida dicendo: “Bah. Psicodrammi platonici”. D’altra parte, capisco bene che questi signori non sappiano che il dialogo è una delle forme letterarie più antiche di discussione delle opinioni: loro non sono abituati a discutere, le loro opinioni sono indiscutibili. E se ne vantano pure. gm]

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La guerra delle firme

28 settembre 2009
Il Giornale, edizione in rete, oggi.

Il Giornale, edizione in rete, oggi.

La Repubblica, edizione in rete, oggi.

La Repubblica, edizione in rete, oggi.

E il Parlamento?

Che cosa mi aspetto da un giornale serio

27 settembre 2009

di giuliomozzi

Leggo in Repubblica online, qui:

[…] E’ stata silenziosamente abrogata con un decreto legge pubblicato l’1 luglio (poi diventato la legge n.102/2009) la normativa ‘antifannulloni’ varata l’anno scorso dal ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, che prevedeva disposizioni penalizzanti per gli impiegati pubblici, tra le quali indennità di malattia ridotta, e fascia di reperibilità per i dipendenti in malattia estesa praticamente a tutta la giornata (con un’unica ‘ora d’aria’ dalle 13 alle 14). Di questi punti, il ministero in un comunicato di replica riconosce solo il ripristino di fasce ridotte di reperibilità, ma il sindacato conferma tutto. Le fasce orarie di reperibilità sono tornate due di due ore ciascuna, la certificazione medica è stata nuovamente affidata al medico convenzionato, e sono state abrogate alcune delle norme che prevedevano penalizzazioni economiche. […] Il ministero della P. A. sostiene però che la “rivoluzione” non si è fermata e, in un comunicato stampa, nega il colpo di spugna sulle norme. […] “L’unica modifica intervenuta nel decreto-legge 1° luglio 2009 n. 78 riguarda le fasce di reperibilità, che sono state uniformate nella durata a quelle vigenti nel settore privato. […] Al contrario – prosegue il comunicato del ministero – non si è intervenuto in alcun modo sulle disposizioni vigenti in materia di trattenute economiche e di certificazioni mediche dei dipendenti pubblici.” […]

La questione, tutto sommato, pare semplice, benché bizzarra. E’ stata fatta una legge, ed è bizzarro che secondo i sindacati ci sia scritto questo e quello e secondo il ministro ci sia scritto tutt’altro. Ma per risolvere la diatriba è sufficiente andare a leggere la legge. Che, essendo l’Italia graziaddio un paese democratico, è pubblica e pubblicata: nella Gazzetta Ufficiale ma anche, più a portata di mano, nel sito del Parlamento, e precisamente qui.

Adesso, per piacere, prima di continuare a leggere qui, dedicate un po’ di tempo a leggere la legge. Un paio d’ore dovrebbero bastarvi.

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Ciò che Il Giornale fa con Boffo e Fini è altra cosa da ciò che La Repubblica fa con Berlusconi?

15 settembre 2009

di giuliomozzi

Risposta: sì, per due ragioni.

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