[In questa rubrica vorrei pubblicare descrizioni, anche sommarie, di libri che – al di là della storia che raccontano o del tipo di scrittura – presentano una “forma” un po’ particolare, o magari bizzarra. Che cosa io intenda qui per “forma” mi pare, ora che ci sono quattordici articoli pubblicati, piuttosto evidente. Chi volesse contribuire si faccia vivo in privato (giuliomozzi@gmail.com). gm].
Breve premessa:
Ernesto Sabato, argentino, scrittore considerato fra i più importanti della letteratura latinoamericana, ha vissuto cent’anni e pubblicato – parlo di narrativa – solo tre libri: Il tunnel, Sopra eroi e tombe e L’angelo dell’abisso. Si tratta di testi tra loro interconnessi, il primo infatti compare nell’universo narrativo del secondo, e l’ultimo, che è il libro cui Sabato ha continuato a lavorare fino alla fine della sua vita, vede i personaggi dei due libri precedenti convivere in un unico ambiente testuale e confrontarsi con lo stesso Ernesto Sabato, anche lui personaggio de L’angelo dell’abisso.
Dei tre libri, si è soliti considerare Sopra eroi e tombe il capolavoro assoluto di Sabato. Il libro, al di là del suo valore letterario, ha una struttura che lo rende particolarmente interessante ai fini di questa rubrica, ed è quindi questo il testo che cercherò di descrivere.