Posts Tagged ‘Grecia antica’

Tre pezzi d’antiquariato, 1 (allegorie)

7 luglio 2013

scacchi platonici

Valter Binaghi, Platone a Siracusa

Per la terza volta Platone faceva quel viaggio: per la terza volta, in piedi sul ponte della nave, guardava allontanarsi le fertili coste italiche finché si riduceevano ad una striscia sottile, bruna, presto inghiottita dal vasto abbraccio del cieelo e del mare. Per la terza volta il suo cuore, prostrato dal volere degli Dei, salutava con rimpianto il filosofico sogno della Giusta Bellezza che redime la terra.
Il monotono cigolìo dello scafo intorpidiva i suoi pensieri, così Platone scese sotto coperta, per un buon sonno. E sognò.

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Tre pezzi d’antiquariato, 2 (allegorie)

7 luglio 2013

Valter Binaghi, Per colpa di una scimmia

Ora che la mia scala è scomparsa,
devo mettermi giù dove tutte le scale hanno inzio,
nella sudicia bottega da rigattiere del cuore.
(William Butler Yeats)

scimmiaIl maestro fu svegliato,nel bel mezzo del suo riposo pomeridiano, da grida scomposte che provenivano dal giardino. Là fuori, sotto i rami contorti e frondosi del fico, i due discepoli disputavano animatamente.
Eraclito cinse le vesti e si affacciò alla porta. “Ebbene?” domandò sorridendo: “Volete forse che tutti i cittadini di Efeso sappiano della vostra sapienza? Per Zeus! Le vostre grida giungono oggi ben oltre i limiti consentiti alla serena conversazione dei saggi!”
“Perdona maestro”, fece il giovane Cratilo, scuotendo i lunghi riccioli dalla fronte abbronzata, “ma costui mi esaspera con la sua testardaggine, nè si arrende quando io esibisco, a conferma del mio argomento, il tuo autorevole detto”.
“Questa è bella!” scattò irruento l’amico Panfilo: “anch’io sono in grado di suffragare il mio discorso con un detto del maestro e sei proprio tu, razza di presuntuoso, ad ignorare tale testimonianza…”
Eraclito scoppiò in una risata e si grattò la barba: “Forse voi credete soltanto di avere lo stesso maestro, ma non è così, se la vostra discussione finisce col mettere Eraclito contro Eraclito stesso. Oppure, come dice il volgo, Eraclito è proprio oscuro e i suoi detti si azzannano tra loro come un groviglio di vipere affamate: in questo caso vi sareste imbattuti in una pessima sapienza, che è stretta parente della follia! Sentiamo comunque qual’è l’origine della disputa”

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Tre pezzi d’antiquariato, 3 (Allegorie)

7 luglio 2013

Valter Binaghi, La grotta di Epimenide

ulisse04Si dice che, prima della generazione attuale, quando ancora la stirpe dei filosofi non aveva visto la luce, la terra fosse abitata da una razza di uomini divinamente sapienti. Uno di costoro, di nome Epimenide, un giorno penetrò in una grotta sacra a Zeus e lì si addormentò, dormendo per molti, moltissimi anni.
Si risvegliò in un altro tempo, e il mondo era molto mutato. Appena gli uomini lo conobbero, si sparse la fama della sua sapienza e molti si recavano da lui. Tra questi giunse un giorno il re Odisseo di Itaca. Egli voleva tutto conoscere e raggiungere le colonne d’Ercole, dove si trovano i confini del mondo, ma venti contrari lo sospingevano ogni volta indietro, e l’impresa era più volte fallita. Così si recò da Epimenide e gli chiese: «Perché l’oriente e l’occidente non si possono ricongiungere?».

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