Posts Tagged ‘Giuseppe Caliceti’

“Mamme con la partita Iva”, di Valentina Simeoni

7 giugno 2018

di giuliomozzi

[Il libro Mamme con la partita iva, di Valentina Simeoni, pubblicato presso Sonzogno, sarà in libreria il 28 giugno 2018].

Conobbi Valentina Simeoni nel 2013, quando lei si iscrisse a un breve corso di scrittura presso il circolo Arci di Padova “Lanterna Magica”. Era un momento difficile della mia vita e in quel corso, devo ammetterlo, non detti il meglio di me stesso. Mancavo di concentrazione, mancavo di tempo, mancavo dunque di tutto ciò che mi serve per condurre bene un corso. Amen: mi dispiacque, mi dispiace, e me ne scuso ancora oggi con chi partecipò.

Il mio stato poco felice non mi impedì, peraltro, di notare Valentina. Mi sembrò, per dirla nel modo più semplice, una persona dall’intelligenza fuori dal comune: per di più, sgobbona. E perciò, negli anni successivi, anche grazie a quegli strumenti diabolici ma meravigliosi che sono i social media, cercai di non perderla di vista. Lei è antropologa («La cosa che mi piace di più fare e che so fare meglio – parole sue – è osservare le persone»), lessi nel tempo alcune sue pubblicazioni, mi rafforzai nella mia opinione. Di tanto in tanto, quando se ne presentava l’occasione, cercavo di far sentire la mia presenza. Lei mi prestò dei libri, io le prestai dei libri. Cose molto semplici.

È così che funziona, più spesso di quanto non si creda, il lavoro di scouting. Quando conobbi Valentina non avevo la possibilità di proporle niente di preciso; e, in effetti, in ogni caso non avrei saputo che cosa proporle. Ma in tutto ci vuole pazienza, e nell’editoria più che in altri ambiti. Un’occasione sarebbe arrivata, pensavo, anche se non sapevo un’occasione per cosa.

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“Favole del morire”: recensioni e varie

17 giugno 2015

favole_del_morireRecensioni e altro su Favole del morire, negli ultimi giorni:

– recensione di Monica Bauletti, in Terzo Millennio;

– microintervista di Daniela Grandinetti, in Youbookers.

– recensione di Giuseppe Caliceti, in il manifesto;

– recensione di Marco Candida, nel suo blog;

– chiacchierata tra Sara Meddi e Ivano Porpora, in Pagina successiva.

Notizie varie e aggiornamenti nel sito dedicato a Favole del morire.

Le “formazioni” a Milano (scrittrici e scrittori)

18 Maggio 2015
Clicca sulle copertine, leggi la scheda

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Martedì 19 maggio alle 18.30, a Milano presso lo Spazio Melampo (via Carlo Tenca 7) prima pubblica presentazione dei due volumi – La formazione della scrittrice e La formazione dello scrittore – pubblicati dall’editore Laurana: il primo a cura di Chicca Gagliardo, il secondo a cura di Gabriele Dadati. I due volumi prendono ispirazione dalle due rubriche pubblicate per diversi mesi in vibrisse, e intitolate appunto La formazione della scrittrice e La formazione dello scrittore.

La formazione dello scrittore, 17 / Giuseppe Caliceti

13 ottobre 2014

di Giuseppe Caliceti

[Questo è il diciassettesimo articolo della serie La formazione dello scrittore, parallela alla serie La formazione della scrittrice (che per qualche settimana sarà sospesa, mentre le “formazioni” degli scrittori uscitanno sia il giovedì sia il lunedì). Ringrazio Giuseppe per la disponibilità. gm]

giuseppe_calicetiLo vedo ancora, mio padre! Prima di andare a letto! Io e mio fratello eravamo bambini! Mio padre e mia madre! A turno! Ci leggevano interi romanzi d’appendice! Roba da farti rimanere stecchito! Storie di rapimenti di bambini! Favole con e senza lieto fine! Alcune pagine a sera! In un sussurro! Altre volte un intero capitolo! Altre ancora una sola pagina! Mezza pagina! A seconda del tempo a disposizione! Della stanchezza! Della giornata appena trascorsa! Io e mio fratello ci addormentavamo con quelle parole in testa! Ci addormentavamo dentro a quelle storie! Un’emozione fortissima! Da uno stato alterato di coscienza all’altro! In estate si prendeva in affitto un appartamento! Sull’Appennino! Il paese si chiamava Villa Minozzo! Esiste ancora! Mia madre era impiegata alle poste! All’ufficio centrale! Quello che un tempo era lì in piazza Gioberti! L’unica piazza con l’obelisco di Reggio Emilia! Uno stuzzicadente, più che un obelisco! L’unico della città, comunque! Si faceva trasferire per tutta l’estate all’ufficio postale di Villa Minozzo! Mio padre non ne aveva bisogno! Era maestro elementare! Aveva i tre mesi di vacanza estivi! Poteva starsene un po’ in pace! Giocare coi suoi figli! Andare in bicicletta su per le salite! E’ sempre stato un ottimo scalatore! Ha vinto per ben due volte la Gran Fondo dell’Appennino reggiano! Duecento chilometri di pura salita! A casa di mia madre ci sono ancora le coppe! I medaglieri di tutte le sue imprese! A ogni modo, una notte di luglio sorpresi mio padre! Sveglio! In piena notte! Seduto al tavolo della cucina! Con una stilografica in mano! Mi ero svegliato per andare a pisciare! Non avevo più di sette o otto anni! Mi avvicinai al tavolo! Un po’ preoccupato! Gli chiesi cosa faceva! Mi rispose! Stava scrivendo una favola per me e mio fratello! Oggi non ricordo più che fine abbia fatto quella favola! Se l’abbia poi completata e ce l’abbia mai letta! Ricordo solo il mio stupore! Stava scrivendo una favola! Sul retro della copertina di un libro! Un volume dei mitici Quindici! La mia serie preferita di libri di allora! Aveva una grafia ampia e ondulata, mio padre! Abbastanza illeggibile! Come la mia, d’altronde! Vederlo scrivere in corsivo sul retro della copertina di un libro stampato mi sembrò una specie di profanazione! Sì, una rivelazione e una profanazione contemporaneamente!

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La formazione della scrittrice, 15 / Silvia Cassioli

21 aprile 2014

di Silvia Cassioli

[Questo è il quindicesimo articolo di una serie che spero lunga e interessante. Ringrazio Silvia per la disponibilità. Chi volesse proporsi, mi scriva mettendo nell’oggetto le parole “La formazione della scrittrice”. gm]

silviacassioliFelicità è un viaggio in macchina con mia madre per leggere i cartelli stradali l’anno che ho imparato a leggere. La felicità era in questo: decifrare il senso di cose correnti che avevo sempre registrato sotto un altro aspetto: l’aspetto della forma e del colore, che però era secondario (lo sospettavo) rispetto all’asse principale del messaggio. Un asse di lettere chiare: Bar, Farmacia, Stop.
Scrivere per me è qualcosa di simile, con un processo inverso. Come se per affrontare le cose bisognasse riconfigurarle in segni, forme e posizioni nello spazio. Ricostituirle daccapo. Raggiungerle, anche.

Volevo continuare a giocare senza avere ogni volta la seccatura di tirare fuori le bambole dalla scatola, apparecchiare le scene, passare sopra al fatto che Ken aveva solo un completo da tennis, inadatto alla maggior parte dei ruoli, e che quasi tutte le Barbie sorridevano con i denti, in spregio a ogni verosimiglianza drammatica. Scrivere cioè è stato il prolungamento di un gioco, il superamento di alcuni problemi che però si è subito tirato dietro problemi di tipo diverso. Il primo: il tempo. Nello spazio mentale del gioco il problema non si poneva, ma nel passaggio alla versione scritta tutte le mie storie improvvisamente diventavano corte, striminzite e secche.

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Descrizione a posteriori di intenzioni che a priori non è detto che ci fossero davvero, corroborate da impressioni di lettura per le quali ringrazio gli amici

19 dicembre 2013
13 dicembre 2013, ore 19.30

13 dicembre 2013, ore 19.30

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Bottega di narrazione 2012-2013

26 febbraio 2012

di giuliomozzi

La prima Bottega di narrazione dell’editore Laurana si è conclusa il 4 dicembre 2011 con l’incontro tra la pattuglia degli “apprendisti” e un nutrito gruppo di esponenti del mondo editoriale (in rappresentanza degli editori Bietti, Einaudi, Mondadori, Newton Compton, Rizzoli, Sironi, Terre di Mezzo, Transeuropa, e dell’Agenzia letteraria internazionale – Ali). Altri editori e agenzie, impossibilitati a essere presenti, hanno comunque richiesto gli estratti dai “lavori in corso” (che tutti possono prelevare qui, mentre altri assaggi pubblicati in vibrisse si possono leggere qui).

I risultati della prima Bottega

Un primo bilancio della Bottega di narrazione 2011 si può leggere qui. A distanza di tre mesi dal 4 dicembre scorso posso aggiungere che Silvia Montemurro ha firmato un contratto con l’editore Newton Compton, e dovrebbe pubblicare entro l’anno (vedi qui un estratto); Sara Loffredi ha terminato in gennaio 2012 il suo romanzo ed è ora ufficialmente rappresentata dall’Ali (vedi qui un estratto); i lavori di altri “apprendisti” sono al momento in lettura presso editori grandi e piccoli (giusto la settimana scorsa Mondadori ha chiesto di poter leggere integralmente tre testi); e altre occasioni più o meno rilevanti si stanno presentando.
Non tutti i lavori sono terminati; alcuni sono prossimi alla fine; in queste settimane abbiamo ripreso a incontrare individualmente gli “apprendisti” (ci vorrà un po’) per un editing finale.

In che cosa consiste la Bottega di narrazione

La Bottega non è e non vuol essere un “corso di scrittura creativa”, bensì un luogo nel quale venti persone, selezionate sulla base di un progetto narrativo, possano abitare per un anno: lavorando sul proprio progetto, confrontandosi con altre persone alle prese con i propri progetti, godendo della compagnia di persone più esperte. Come avveniva, appunto, nelle “botteghe” degli artisti.

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“Violazione”, di Alessandra Sarchi

1 febbraio 2012

Sabato 4 febbraio alle 16, neve permettendo, sarò a Reggio Emilia presso la Libreria all’arco (Via Emilia Santo Stefano 3/d) per presentare Violazione, primo romanzo di Alessandra Sarchi, appena uscito presso Einaudi Stile libero. Giuseppe Caliceti farà gli onori di casa.
Violazione è, mi sembra, un romanzo molto bello.
Alessandra ha già pubblicato nel 2008 un libro di racconti, Segni sottili e clandestini, per le edizioni Diabasis. E’ una storica dell’arte e nel 2008 ha pubblicato presso l’Istituto veneto di scienze lettere ed arti una monografia su Antonio Lombardo. (giuliomozzi)

“Ricominciare a parlare seriamente di creatività nella scuola”

30 agosto 2011


Clicca sul ritaglio per leggere l’articolo. E’ a proposito di questo.

“Le viscere della coscienza”

6 gennaio 2011

di Annalisa Bruni

[Questo articolo apparve nella rivista Nexus nel corso del 2000].

ilmalenaturaleUna mano adulta sbuca tra le gambe serrate di un corpo morbido e ne attanaglia nella sua morsa il ventre, penetrandolo quasi con dita spalancate a ventaglio: questa immagine forte, realizzata con una fotografia in bianco e nero molto sgranata, è stata scelta da Mondadori per la copertina dell’ultima raccolta di racconti, Il male naturale, di Giulio Mozzi (febbraio 1998). Niente avrebbe potuto sintetizzare meglio il lavoro di questo scrittore che nel giro di pochi anni si è imposto con autorevolezza nel mondo letterario italiano. Ciò che Mozzi racconta (fin dalla prima prova, Questo è il giardino, Theoria, 1993, ripubblicato da Mondadori nel 1998) attanaglia infatti le viscere della nostra coscienza, mettendoci di fronte al mondo visto e vissuto da chi non lo potrebbe altrimenti raccontare: un ladro che scrive una lettera alla sua vittima, consapevole di averne violato l’intimità; un apprendista che motiva il suo desiderio di mantenersi gregario, per esempio. Così anche nel secondo libro, La felicità terrena (Einaudi, 1996), Mozzi dà voce a chi, da sempre, non ce l’ha: un’impiegata delle poste chiusa nella sua disperata follia, una madre che reagisce alla morte del suo bambino creando rituali quotidiani d’amore che glielo mantengano vivo, e altre figure borderline, anime spezzate dalla fatica di vivere, dall’essere diverse o problematiche. Piccole esistenze descritte con un linguaggio preciso, mai ridondante, che si sofferma sui dettagli, che analizza la realtà come se fosse la trama di un tessuto da osservare al microscopio, con lucida partecipazione.

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“Una scrittrice di razza”

1 ottobre 2010

di Giuseppe Caliceti

E’ un bellissimo e promettente romanzo Sangue di cane, opera prima di Veronica Tomassini, 39 anni, siracusana. Fa tornare in mente le parole di L. F. Céline: “L’amore è l’infinito dato in pasto ai cani”.

Il dolore è il basso continuo di questa sonata per giovane donna italiana e immigrato polacco in cui la morte è una banale quotidianità e l’amore un sentimento travolgente quanto impossibile e disperato. Il romanzo è ambientato tra le invisibili vite degli immigrati in una Siracusa maledetta e notturna. Tomassini ci mostra in presa diretta un’Italia che esiste, ma alla quale continuiamo a voltare le spalle. Non racconta le avventure di un immigrato per bene, ma di un poco di buono. Un antieroe in un mondo di soli antieroi: immigrato polacco, disoccupato, alcolizzato, che chiede soldi in elemosina ai semafori. Dorme dove capita: dalle case occupate ai vagoni morti. Segni particolari: bellissimo. Alle sue spalle un matrimonio contratto in patria e un mestiere di violenza. Accanto al polacco arriva una ragazzina italiana: si innamora di lui, lo insegue, lo aspetta, lo accompagna nel girone d’inferno degli ultimi della terra. Litiga coi genitori che non tollerano un amore malato. E poi c’è un figlio: nato nel fango in cui vivono gli accattoni.

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Vibrisselibri story / 6

31 luglio 2010

Giuseppe Caliceti: Canti emiliani dei morti
disponibile in pdf

Nei Canti emiliani dei morti, Giuseppe Caliceti elabora un lutto. Per la morte dei suoi ricordi di infanzia, colmi dell’amore di suo padre Gisberto, idealista maestro di orfanotrofio. Per la morte dell’ispirazione,impersonificata dal poeta Corrado Costa e dai poeti visionari della neoavanguardia emiliana. Per una Reggio Emilia che oggi non esiste più e delle cui contraddizioni si avverte la nostalgia.
La somma di tante malinconiche assenze ci viene restituita in versi, in un poema in quattro atti, per certi versi epico-bucolico, per altri moderno e sperimentale. Musicale anche se pieno di interferenze sonore (frammenti di canzoni, di spot televisivi, di versi altrui), rassicurante perché rievocativo ma anche provocatorio ed ambizioso con i suoi giochi di interpunzione. Caliceti ascolta e trascrive il dettato della memoria senza sconti, seguendo fedelmente il suo percorso tortuoso, incoerente, libero da calcoli editoriali. Con spiazzante crudezza, Caliceti ripercorre la propria formazione letteraria e sentimentale.

Continua a leggere…

Tutti i genitori italiani dovrebbero leggere

10 ottobre 2009

di Giuseppe Caliceti

G. Caliceti

G. Caliceti

Tutti i genitori italiani dovrebbero leggere Il rosso e il blu, cuori ed errori nella scuola italiana (Einaudi), dove lo scrittore e professore delle periferie romane Marco Lodoli, raccogliendo in gran parte una selezione dei suoi articoli pubblicati in questi anni su Repubblica, racconta di come sta progressivamente scadendo la qualità della scuola superiore italiana, di come sia sempre più in difficoltà di fronte un Paese che rema in modo contrario al buon senso e alla buona educazione, di come appaiano sempre più spesso i giovani studenti italiani, sempre più maciullati e anniettati dall’ideologia consumistica dominante, dalla prepotente cultura dell’immagine che la sorregge, da anni di tv spazzatura. Viene da pensare che, anche senza nominare Gelmini e la sua Riformaccia – che ne rappresentano l’esito finale – anche quando al governo non ci sarà più Berlusconi e il berlusconismo, ci vorranno almeno un paio di decenni per liberare le giovani generazioni dal male che è stato fatto loro, in particolare al loro immaginario. Ma andiamo con ordine.

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Non potete dire: non lo sapevamo

4 settembre 2009

di Giovanni Accardo

G. Accardo

G. Accardo

Lo confesso: non sono un gran frequentatore dei blog letterari, un po’ perché ce ne sono troppi e il tempo a disposizione è poco, un po’ perché non si sa chi siano tutti questi critici letterari che affollano ogni angolo della rete, di quali strumenti tecnici e intellettuali dispongano, quali siano le loro finalità, quale la loro Weltanschauung. Per cui sto seguendo il dibattito che va avanti da qualche mese su vibrisse, a proposito della narrativa italiana e del suo rapporto con la realtà, passando dall’indifferenza allo sconcerto, dalla rabbia alla disperazione. La domanda è sempre la medesima: gli scrittori italiani contemporanei raccontano solo di sé? I loro romanzi sono soltanto una sterile navigazione attorno al proprio ombelico? Cosa sa del mondo chi si occupa di finzioni letterarie? Come interviene sulle dinamiche sociali e politiche della quotidianità? Dove vive lo scrittore?

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Il più grande licenziamento di massa della storia della Repubblica

3 settembre 2009

di Giuseppe Caliceti

[Questo articolo di Giuseppe Caliceti è apparso ieri nel quotidiano il manifesto].

G. Caliceti

G. Caliceti

Chiamiamo le cose col loro nome: oggi nella scuola italiana è in atto il più grande licenziamento di massa della storia della nostra Repubblica. È un fatto storico, drammatico, ma ben pochi organi di informazione ne parlano. Gelmini ha parlato di 150 mila lavoratori in meno in tre anni: se fossero lavoratori della Fiat o dell’Alitalia scoppierebbe una mezza rivoluzione, ma visto che a licenziare è lo Stato e licenzia docenti, tutto, inquietantemente, tace. Prima di ogni elezione ogni politico ci ricorda che occorre investire di più nei giovani e nella formazione perché sono il nostro futuro.

Ma oggi il nostro Paese è noncurante del futuro grigio che l’attende ed è appiattito su un presente manipolato quotidianamente da un’informazione governativa di parte che condiziona pesantemente ogni settore dell’opinione e della vita pubblica.

Scuola compresa.

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Otto anni non sono pochi / 1

25 Maggio 2009

[Negli otto anni del mio lavoro presso Sironi abbiamo pubblicato tanti libri. Riprenderò qui, in questi giorni, alcuni articoli relativi a quei libri che – a prescindere da qualunque valutazione commerciale – mi sembrano aver meglio “resistito” nel tempo. Questo articolo di Paolo Mauri apparve nel quotidiano La Repubblica il 13 maggio 2002. gm].

Arrivano i libri di un nuovo editore, l’editore Sironi, con sede a Milano in via Mercalli 14. Pubblica, intanto, una collana che si chiama “indicativo presente” e che, dice la presentazione, “vuol raccontare l´Italia com’è: non solo la sua realtà presente o il recente passato, ma anche il suo immaginario”. La collana fa capo allo scrittore Giulio Mozzi e non vuole essere solo di romanzi, ma è aperta a ogni genere di scritture. Anche tratte dal web.
Io mi sono subito tuffato nel diario di Giuseppe Caliceti che si intitola Pubblico/Privato 0.1 e si qualifica nel sottotitolo come “diario on line dello scrittore inattivo”. Caliceti fa il maestro di scuola. Caliceti fa lo scrittore (talvolta anche con Mozzi). Caliceti è antropologicamente un tondelliano (scrittore inattivo è suggestione tondelliana) e, come Tondelli, è aperto al dialogo con gli altri scrittori.

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Manifesto futurista situazionista ZTT09 del libero passeggio

21 aprile 2009

di Giuseppe Caliceti

[Tratto da Il primo amore, qui. L’immagine è dal fotoblog di Christian Fusi, qui]

1. Noi vogliamo camminare e per le nostre città e le nostre campagne, le nostre spiagge e le nostre montagne, senza importunare e senza essere importunati da sindaci sceriffo e rondisti da battaglia.

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