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Spaesamento

28 giugno 2010

di Gioia

Unheimlich è una parola di ambigua trasposizione e difficile da definire. Usata da Freud, che così intitola anche un suo saggio (Das Unheimliche), e da Heidegger con sfumature diverse, viene comunemente tradotta con perturbante (scelta linguistica che si deve a Cesare Musatti), un termine che ne individua la componente inquietante, di spaesamento. Nell’ambito dello Heim – patria, casa, familiarità – si insinua un elemento estraneo, minaccioso, mettendo in scacco il carattere rassicurante che solitamente gli appartiene.
Spaesamento di Giorgio Vasta è un’applicazione lucidissima del concetto di unheimlich alla ricognizione del mutamento di una città e di un intero paese. Decidendo di trascorrere gli ultimi tre giorni di ferie a Palermo, città natale in cui è vissuto fino ai venticinque anni, Vasta utilizza la tecnica del carotaggio per analizzare la realtà, vivendo continue epifanie ordinate e comprese solo nelle pagine finali, quando, con i personaggi incontrati nella sua missione, intrattiene una sorta di dialogo platonico.

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