Posts Tagged ‘Gilberto Squizzato’

Lo scandalo del silenzio di Dio davanti al dolore umano

4 settembre 2013

di Christian Raimo

[Subito prima dell’estate l’editore Gabrielli ha pubblicato il saggio di Gilberto Squizzato Il Dio che non è “Dio”. Credere oggi rinunciando a ogni immagine del divino. A me sembra un saggio importante; per gentile concessione dell’editore pubblico qui la prefazione di Christian Raimo. Dello stesso autore Gabrielli ha pubblicato un paio d’anni fa Il miracolo superfluo. Perché possiamo essere cristiani. Per minimum fax Squizzato ha pubblicato La tv che non c’è. Come e perché riformare la Rai e Libera chiesa. Storie di cristiani ai quali non è mai piaciuto il potere. Dell’opera di Squizzato come regista televisivo si può ricordare L’uomo dell’argine, una sorta di “docu-film” su don Primo Mazzolari. gm]

squizzato_ilDioCheNoneDioSono un (aspirante) cristiano anomalo. I miei genitori decisero di non battezzarmi alla nascita, forse per prendere le distanze dal cristianesimo automatico delle loro famiglie e soprattutto dei loro piccoli paesi d’origine. Ma questa sfortuna si è rivelata in parte la mia felice colpa, proprio perché a quattordici anni quando la maggior parte dei miei amici, reduci dall’ennesimo catechismo praticato controvoglia, smetteva di andare a messa e di interessarsi a qualunque cosa che avesse a che fare con Dio, io mi misi a leggere i Vangeli per conto mio, e ricevetti il battesimo a quindici anni, la comunione e la cresima a diciassette. Sarà anche per questo motivo probabilmente che ogni volta che ho a che fare con un libro o con un film di Gilberto Squizzato, la reazione che ho non è soltanto quella di essere spiazzato – scandalizzato? – da uno dei pensatori cattolici più critici esistenti oggi in Italia, ma anche quella di trovare un fratello (raro) in quel percorso così poco frequentato per chi cerca di vivere nella Chiesa: quale è la via per poter essere dei cristiani adulti, per poter emanciparsi da quel “cristianesimo infantile” come lo definì quel Dietrich Bonhoeffer evocato da Squizzato come guida di questa ricerca?

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Tre questioni decisive per il futuro della Chiesa

27 marzo 2013

Francesco d’Assisi sposa Madonna Povertà.

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Dieci buoni motivi alla radio

9 agosto 2011

Ieri, 8 agosto 2011, il programma Fahrenheit di Radio3 ha ospitato una chiacchierata, ospiti il sottoscritto e Gilberto Squizzato, dedicata due libri: 10 buoni motivi per essere cattolici (Laurana), del sottoscritto e di Valter Binaghi, e Il miracolo superfluo. Perché possiamo essere cristiani (Gabrielli) di Squizzato. I due libri, nel sito di Fahrenheit, sono presentati così:

Tra gli scrittori e nel mondo culturale sembra essere tornato un certo interesse religioso: e non per la spiritualità in senso generico, ma proprio per il cattolicesimo. Tradizione negata a lungo, eppure carsicamente persistente. Così, Gilberto Squizzato, nel suo Il miracolo superfluo (perché possiamo essere cristiani), pone domande incalzanti e attuali: che cos’è mai diventato l’uomo nel mondo post-moderno? Un’efflorescenza inutile dell’universo? Una combinazione fortuita del caso? Una coscienza assurdamente infelice afflitta da doveri morali infondati? Un semplice consumatore? E se invece fosse un “miracolo superfluo” dentro la prodigiosa gratuità del mondo? Squizzato rilegge il Credo e il Padre Nostro alla ricerca di parole forti che possano scuotere l’uomo contemporaneo assumendo comunque tutte le sue fondatissime obbiezioni alle fede cristiana.
E un autore come Giulio Mozzi, che con Valter Binaghi ha scritto 10 buoni motivi per essere cattolici, vuole mostrare come l’essere cristiani cattolici sia oggi, in Italia, la più radicale diversità sperimentabile. Oggi, sostiene Mozzi, non c’è religione che sia più sconosciuta del cattolicesimo. Il dibattito pubblico si sfoga a commentare le prese di posizione della gerarchia, ma il cattolicesimo sembra altrove: forse è una storia d’amore, difficile e contrastata come tutte le storie d’amore, tra un Creatore e le sue creature.
Delle ragioni di una scelta parliamo, nell’approfondimento delle 17,00, con i due autori menzionati, Squizzato e Mozzi.

[E ci si potrebbe domandare perché, per due libri che parlano di cristianesimo, il gestore del sito abbia scelto una fotografia di preti – anzi di seminaristi (peraltro classica e molto bella, di Giacomelli). Come se i laici non esistessero.]

Gilberto Squizzato, “Il miracolo superfluo”

11 settembre 2010

Cliccate sull'immagine e ascoltate. Grazie. gm

La tv italiana, un cambiamento “imbrigliato”

24 Maggio 2010

di Sergio Rizzo

[Questo articolo è apparso nel quotidiano Corriere della sera di ieri 23 maggio 2010].

C’era una volta «la più grande industria culturale del Paese», come i politici di sinistra e di destra hanno amato per anni definire la Rai. Ora declassata a semplice distributore di programmi prodotti da altri, fra una pausa pubblicitaria e l’altra. Quello che racconta come la tivù di Stato abbia perduto in pochissimi anni il suo «know how» di «più grande industria culturale» è uno dei capitoli centrali di La tv che non c’è, un libro che il giornalista della Rai Gilberto Squizzato ha appena pubblicato per Minimum Fax.
La chiave del cambiamento è stata, secondo l’autore, la progressiva esternalizzazione del palinsesto. Appalti e acquisti di format hanno progressivamente inaridito «sistematicamente» l’azienda, con il paradosso, denunciato da Giovanni Minoli in una intervista concessa all’Espresso alla fine di novembre 2007, di «vederla dipendere dal suo (allora) maggiore concorrente», disse l’attuale direttore di Rai Educational, «tramite Endemol». «Ma non si tratta – aggiunge Squizzato – solo di Endemol. C’è la Magnolia, c’è la Grundy, c’è Ballandi, e ci sono almeno una quindicina di grandi società di produzione cinetelevisiva che realizzano quasi tutta la fiction finanziata con il denaro della Rai. A suo tempo i sindacati, a dire il vero, non si accorsero» di quello che stava accadendo. Non si accorsero che i «veri editori del servizio pubblico» sarebbero presto diventate «le società esterne; società esterne che a loro volta, fatalmente, sarebbero state obbligate a coltivare buoni – anzi ottimi – rapporti con i politici cui spetta(va) nei fatti la nomina dei dirigenti Rai che avrebbero esaminato le loro proposte e acquistato i loro programmi».

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Servizio pubblico

28 aprile 2010

Christian Raimo intervista Gilberto Squizzato

La tv che non c’è era all’inizio una lettera agli amici sui mali della televisione pubblica? Come mai una questione privata è diventata una questione pubblica e poi un libro?
Da più di quattro anni sono sottoposto dalla Rai ad un mobbing al quale neppure una sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano che ingiunge all’azienda di reintegrarmi nella mi attività di autore e regista è stata in grado di porre fine. Ho dunque avuto molto tempo per riflettere su che cosa è accaduto negli ultimi 15 anni dentro un servizio pubblico che – basta leggere i giornali e le lettere di molti lettori- molti cittadini che pagano il canone ormai stentano a riconoscere come tale: una lenta progressiva metamorfosi che ne ha per così dire mutato il codice genetico, non solo dilatando a dismisura le già forte ipoteche esercitate dal sistema dei partiti ma anche facendola assomigliare sempre più alle emittenti commerciali. Ho perciò pensato utile offrire anche ai cittadini che hanno a cuore la cosa pubblica un racconto ragionato, pacato e argomentato sulle ragioni di questa mutazione genetica, perché amo il servizio pubblico a cui ho dedicato 30 anni della mia vita professionale e lo considero un bene comune che non può e non deve essere snaturato né piegato a fini di parte.

Continua a leggere l’intervista nel sito di minimum fax.

Servizio pubblico

6 aprile 2010

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