Posts Tagged ‘Gian Carlo Ferretti’

“La mistificazione”, di Carlo Della Corte e Alcide Paolini

28 giugno 2016

di Ennio Bissolati

[Ennio Bissolati è un bibliofilo. Per vibrisse recensisce libri introvabili, dei quali sostiene di essere l’unico lettore. gm]

mistificazioneI lettori saranno tolleranti, così spero e mi auguro, se per una volta il loro umile bibliofilo si azzarderà a trattare di un’opera, non solo con poca fatica reperibile (benché da lungo tempo fuori commercio) ma addirittura – così mi si dice – esistente. D’altra parte, tràttasi di un’opera (e qui sappiamo di stuzzicare la curiosità del nostro sempre cortese ospite) che tratta a sua volta di letteratura (se condizione d’esistenza per l’opera è la sua circolazione) sommamente inesistente: ovvero inedita. Riportiamo per intero – data la sua illustrativa pregnanza – il titolo dell’opera in questione, così come lo reca – in una ripresa o parodia dell’uso antico – la copertina: La mistificazione. Un saggio di Carlo Della Corte e Alcide Paolini su lettere, poesie, suppliche, brani di romanzi, racconti di tutti gli aspiranti scrittori. Una antologia del sottobosco letterario, uno sconcertante panorama dell’incultura. Pubblicato in Milano per i tipi di Sugar editore. L’anno è il 1961. E, a quel che ci risulta, codesto non corposissimo libro (duecento pagine, cinquanta di saggio iniziale che evidentemente si vuole socioantropologico e politico, e centocinquanta di raccolta documentaria, o antologia degli orrori) costituisce il primo e finora unico tentativo di rappresentare seriamente la “letteratura inedita in Italia”, ovvero la produzione letteraria e scritturale nazionale che non trova via di pubblicazione – ed è, vale la pena di ricordarlo, massicciamente preponderante su quella che invece l’editoria, buontà sua, manda alle stampe e alla distribuzione.

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I libri rifiutati dagli editori: una storia italiana

6 novembre 2012

Capolavori rifiutati. Avventure e peripezie di alcuni dei libri più amati del Novecento italiano. Incontro a Milano nell’ambito di BookCity, venerdì 16 novembre 2012, ore 18.30, Palazzo Reale, Sala Conferenze, piazza Duomo 14.

Siamo spiacenti…, così inizia ogni lettera che si rispetti, scritta per dire no a una proposta editoriale. Di rifiuti è costellata la storia della nostra editoria; qualcuno è celebre, molti sono ignoti ma hanno determinato un pezzo di cultura di questo Paese: una storia raccontata per la prima volta in Siamo spiacenti. Controstoria dell’editoria italiana attraverso i rifiuti, di Gian Carlo Ferretti, Bruno Mondadori Editore. Sono stati rifiutati eccellenti Tomasi di Lampedusa e Carlo Cassola o, in tempi recenti, Andrea Camilleri e Susanna Tamaro. E, protagonisti di altrettanti casi editoriali, Arnoldo Mondadori, Valentino Bompiani o Giulio Einaudi, Pavese, Vittorini, Calvino. Ma un libro rifiutato da un editore ha più di una volta fatto la fortuna di una casa editrice concorrente, o è diventato un vero e proprio bestseller. Di molte storie come queste parleranno alcuni protagonisti del mondo editoriale di oggi: Stefano Mauri, presidente del gruppo Mauri-Spagnol, Marco Belpoliti, studioso e saggista, protagonista pochi anni orsono di un caso molto dibattuto, e Giulio Mozzi, scrittore e blogger. Ne discuteranno con l’autore Gian Carlo Ferretti, uno dei più importanti storici dell’editoria italiana. A moderare Luisa Finocchi, direttrice della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. [Dal comunicato stampa].

L’evento in Facebook.

L’informazione letteraria in Italia. Una storia

7 settembre 2010

Quando me lo sono trovato davanti, ho pensato: “Oh là, ci voleva”. E quando ho finito di leggerlo, ho pensato: “Oh là, ci voleva proprio”.
Sto parlando della Storia dell’informazione letteraria in Italia dalla terza pagina a internet (1925-2009), di Gian Carlo Ferretti e Stefano Guerriero, appena pubblicato da Feltrinelli (451 pagine, delle quali un’ottantina di utilissimi indici). Un libro che non sono in grado di valutare da un punto di vista scientifico – non ne ho le competenze: sono un narratore selvatico, non ho studi letterari o storici alle spalle – ma del quale, da abitante giovane (ho cinquant’anni, ma sono qui dentro solo da diciassette; sono anziano, ma ho poca anzianità) della Repubblica delle lettere, sentivo tanto il bisogno.

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