Posts Tagged ‘Gene Colan’

La formazione del fumettista, 30 / Onofrio Catacchio

16 giugno 2015

di Onofrio Catacchio

[Questa è la trentesima puntata della rubrica del martedì, dedicata alla formazione di fumettiste e fumettisti. La rubrica è a cura di Matteo Bussola. Ringraziamo Onofrio per la disponibilità. gm].

onofrio_catacchioProvo sempre un grande imbarazzo quando mi chiedono di “scrivere” in merito al mio rapporto con il lavoro che faccio. Perché io non sono uno che scrive e in definitiva anche con il disegno il mio è un rapporto strumentale. Il disegno mi permette di raccontare mettendo in sequenza le immagini che mi servono. Insomma “faccio” fumetti. Il resto, come dice Michael Douglas in Wall Street, è letteratura.

La scrittura mi serve per sceneggiare mentre col disegno interpreto storie mie o di altri sceneggiatori.
Parlare della formazione del fumettista è ripercorrere una storia nota e in molti casi sovrapponibile ad altre già raccontate: quasi sempre accade ad un ragazzo o una ragazza che in giovane età si imbattono nei fumetti, ne restano affascinati e si industriano per imparare a utilizzare e affinare quegli strumenti che, di primo acchito, appaiono necessari alla realizzazione dei comics: la scrittura e il disegno. A me, a molti della mia generazione, a quasi tutti è successo così.

Io mi sono trovato, da lettore, a vivere il passaggio tra l’artigianato anonimo che ha caratterizzato per lungo tempo buona parte del mercato fumettistico italiano del passato a quello dell’autore che “firma” il proprio lavoro. Succedeva solo a pochi, negli anni ‘70: Pratt, Jacovitti e Bonvi. Tutti gli altri restavano anonimi o protetti da pseudonimi fantasiosi: Magnus, Bunker, Galep…

Insomma conoscevo e riconoscevo dal tratto molti autori USA: Jack Kirby, Jim Steranko, John Romita, Gene Colan e Gil Kane ma assolutamente non sapevo a chi attribuire testi e disegni di buona parte degli albi che seguivo di produzione italiana. Le notizie e i retroscena restavano sconosciuti, misteriosi o completamente fantasiosi. I dati tecnici su sceneggiatura e disegno erano affidati a speculazioni tra appassionati vaghe e improvvisate. Chi realizzava quelle storie? Con quali strumenti? Quali erano e come funzionavano i team creativi?

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La formazione del fumettista, 28 / Matteo Bussola

26 Maggio 2015

di Matteo Bussola

[Questa è la ventottesima puntata della rubrica del martedì, dedicata alla formazione di fumettiste e fumettisti. La rubrica è a cura di Matteo Bussola, e finalmente oggi possiamo leggere la “formazione” dello stesso Matteo: che ringrazio non solo per questo pezzo, non solo per questa rubrica, ma per una quantità di altre cose – soprattutto la gentilezza. gm].

matteo_bussolaQuesta rubrica è nata da uno status di Facebook.
Lo status era un breve scritto in cui parlavo del mio percorso fumettistico. Che poi, a chiamarlo percorso mi viene un po’ da ridere, visto che se mi volto indietro riesco a contare con lo sguardo le briciole di gommapane fino a qui. Giulio lesse lo scritto su Facebook e mi fece una proposta. La proposta è oggi diventata ventisette “formazioni”. Con questa, ventotto.
Ho dunque sempre pensato che se mai avessi pubblicato all’interno di questa rubrica, io il pezzo ce l’avevo già. Invece no, perché avercelo già è barare. E non barare è la prima regola. Che non significa essere onesti, vuol dire solo restare fedele alle regole che ti sei dato. Per esempio è la ragione per la quale, da quando sono un disegnatore professionista, ho smesso di commentare sui forum di fumetti. Per lo stesso motivo, penso che un curatore non dovrebbe in nessun caso scrivere un pezzo che rientri all’interno della rubrica che egli cura.
Siccome ogni regola ha un’eccezione, questo pezzo è la mia. Senza barare.

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