Martedì 19 maggio alle 18.30, a Milano presso lo Spazio Melampo (via Carlo Tenca 7) prima pubblica presentazione dei due volumi – La formazione della scrittrice e La formazione dello scrittore – pubblicati dall’editore Laurana: il primo a cura di Chicca Gagliardo, il secondo a cura di Gabriele Dadati. I due volumi prendono ispirazione dalle due rubriche pubblicate per diversi mesi in vibrisse, e intitolate appunto La formazione della scrittrice e La formazione dello scrittore.
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Le “formazioni” a Milano (scrittrici e scrittori)
18 Maggio 2015La formazione della scrittrice, 34 / Franca Mancinelli
29 settembre 2014[Questo è il trentaquattresimo articolo della serie La formazione della scrittrice (esce il lunedì), alla quale si è da tempo affiancata la serie La formazione dello scrittore (esce il giovedì). Ringrazio Franca per la disponibilità. gm].
Cedere la parola
Ci si forma per distruzione. Una parte di noi precipita in un luogo senza fondo. Piccole bolle risalgono verso la superficie: lievi increspature poi nulla, più nulla. Un silenzio compatto, una sepoltura perfetta. Un sacrificio che compie qualcuno per noi esaudendo il nostro voto (la nostra paura più grande) o che compiamo noi stessi bendati e inconsapevoli, spinti da invisibili mani.
Scrivo perché ho ceduto la parola. Cedo la parola alla bocca degli altri. La cedo fino a perderla, fino a ritrovarmi ammutolita, imbavagliata, a una frazione di secondo dalla possibilità di ritornare. Ma quel secondo è decisivo, in quel secondo si è già pattuito, giudicato, stabilita la visione delle cose, intessuta la discussione, riso e deciso anche per te: alla presenza di te che affondi in una delle tante scuciture, maglie allargate e strappi del reale. Sprofondi nell’ascolto, lentamente perdi consistenza, cadi a capofitto. Le parole si stagliano altissime, come nuvole bianche contro un cielo nitido. Appartengono agli adulti, a un mondo che si svolge, che continua ad accadere. Finché qualcuno ha la parola ascolti, persuasa del suo diritto a occupare uno spazio di senso e di suono, della sua ragione a esistere così, nella forza che ha chi prende la parola, contenendosi entro i propri confini o cancellando anche i tuoi labilissimi contorni. Perdendo la parola divento un animale docile, un albero che fruscia. Tutti i graffi e i segni che porto, le fratture, il sangue perso, vengono da questa sfasatura rispetto al reale che accade. Una fenditura in cui è caduto anche qualche grano di polvere. Un giorno vi ho trovato un filo d’erba.
Lodi del corpo maschile / Le mani
21 agosto 2013[Vuoi partecipare alle Lodi del corpo maschile? Leggi qui. Per leggere tutte le Lodi del corpo maschile, guarda qui].
Le senti aprire dove non ricordavi ci fosse una porta. Al loro tocco sei una stanza di sole porte: niente pareti, porte una sull’altra, contigue, una dentro l’altra. Si aprono e conducono infinitamente più dentro, dove non eri arrivata, dove irradia un calore costante, un sole che si vede sorgere e tramontare, ma è sempre nel suo ruotare, sempre fuoco che crepa, frantuma, fonde quello che era stato diviso. Queste chiavi che hai, che metti in tasca, o appoggi sul tavolo, non posso pensare di perderle. Ho il terrore di non potere più entrare, di rimanere chiusa fuori, nell’aria che affiora gli aghi alla pelle.
Cucini, guidi, accarezzi i gatti, tocchi altri corpi. Quanti spazi aprirai che non si potevano abitare prima.