[Questa è la tredicesima puntata della rubrica del martedì, dedicata alla formazione di fumettiste e fumettisti. La rubrica è a cura di Matteo Bussola. Ringraziamo Andrea per la disponibilità. gm].
Mi contatta Matteo Bussola.
Dice che vorrebbe un mio scritto, mi manda un link perché veda di che si tratta.
Sostanzialmente mi chiede di dire cosa è importante in questo lavoro, ovvero cosa è importante PER ME.
La forma mentis, è importante.
Non sentirsi bravi, è importante.
La narrazione, è importante.
Un fumettista, come uno sceneggiatore, come un regista, come un attore, è al servizio della storia.
Non dell’Arte, non dell’applauso, non del proprio ego; della storia da raccontare.
Non ci sarebbe bisogno di scrivere altro, il mio intervento potrebbe finire qui.
Bussola però non sarebbe contento di questo ermetismo, e poi Fabio Celoni ha scritto molto di più.
Ti credo, Fabio Celoni è molto più bravo di me.
Ho imparato moltissimo guardando certi suoi disegni.
Ecco, per esempio, se io fossi convinto di essere più bravo degli altri non riuscirei ad imparare da loro.
Avere una certa consapevolezza circa i propri limiti è un trucco per migliorarsi.
La certezza matematica di essere perfettibile non è un legame, è una fionda, ti catapulta in uno stato di perenne capacità d’apprendimento.
Ti lancia lontano, dove da solo non saresti arrivato.
È la gioia di imparare da tutto e da tutti.
I presuntuosi, poveretti, non ce l’hanno, e continuano a dibattersi in una pozzanghera autoreferenziale ripetendosi a gran voce “io sono un Artista, non vengo abbastanza apprezzato”.
In questo modo non crescono, si nutrono del loro stesso sapere e di nient’altro.
Il mondo dei fumetti ne è pieno.
Anche senza fumetti, il mondo ne è pieno.