Posts Tagged ‘Elianda Cazzorla’

La sfida l’ho vinta io / Claudia Grendene

28 luglio 2015

di Claudia Grendene

[Intervento tratto dal libro Se incontri Giulio Mozzi per la strada uccidilo].

Claudia Grendene pubblicherà il suo primo romanzo presso Marsilio, probabilmente all’inizio del 2017. Il titolo provvisorio è Come stavamo ieri.

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Mercoledì 25 marzo 2015 vado a sentire la presentazione di Favole del morire di Giulio Mozzi nella sede dell’associazione Fantalica, a Padova. Arrivo un po’ in ritardo, piove, ho aspettato mio marito. Vedo Giulio Mozzi sul palco, la scrittrice gli fa delle domande. Giulio risponde con la disarmante modestia che lo caratterizza. Più le domande vogliono essere articolate e letterarie, più Giulio risponde da uomo semplice. Sono in prima fila, mi ha vista. Fa una battuta di spirito e mi sorride. Parla del libro e della morte, e del riciclo inarrestabile di materie organiche nel cosmo. Penso alla trasformazione di ogni cosa.
Mi accorgo che sono io a non vedere più lo scrittore, il maestro. Inizio a vedere l’uomo.
Dopo la presentazione, un figuro di cui non ricordo la faccia tedia Giulio con il progetto dell’opera che vuole scrivere o che ha scritto. Ognuno parla a Giulio di cose letterarie, io riesco a dirgli soltanto: «Hai bisogno di un passaggio?». Giulio non guida e abita dalle parti di casa mia.
Mi risponde di no. Ha un occhio terribilmente arrossato, mi preoccupo.

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La formazione dell’insegnante di Lettere, 8 / Elianda Cazzorla

14 gennaio 2015

di Elianda Cazzorla

[Questo è il l’ottavo articolo della rubrica La formazione dell’insegnante di Lettere, che si pubblica in vibrisse il mercoledì. Gli insegnanti che volessero partecipare possono scrivere al mio indirizzo, scrivendo nella riga dell’oggetto: “La formazione dell’insegnante di lettere”. Ringrazio Elianda per la disponibilità. gm]

Elianda CazzorlaVedo tre linee che si intersecano sinuose e divergenti e poi si moltiplicano nel mio andare quotidiano. A scuola, nei corridoi, tra i banchi quelle linee si incontrano, si intrigano, si cercano. Il mio e il loro. Leggere. Scrivere. Apprendere. Diventano un labirinto di linee nell’acqua ghiaccia, come sono lì ora i rami riflessi in una vaschetta vuota nel mio giardino, in terra. Giochi d’inverno. Sospese le ore di lezione. Posso fermarmi. Quante linee in tre decenni e un po’ più d’anni? Magia di ogni giorno, fuori e dentro quelle mura. Incrocio di sguardi, pensieri ed emozioni. La loro crescita, la mia crescita A scuola. In ogni stagione.

Ci si forma così. Dentro e fuori le mura della scuola.
Finita la quinta ora, alle 13,00, una corsa al supermercato. In fila alla cassa aspetti e leggi un post in Facebook. E pensi. Non posso non parlarne in classe. E paghi. Domani lo farò e chiederò di usare quel testo come modello di scrittura per raccontare un aneddoto delle vacanze natalizie. E ti fermi davanti al rosso. Tempo circoscritto. Non più di dieci minuti. Spazio delimitato. Per esempio: dal dottore. Scena senza commenti. Alternanza di punti di vista. Dialoghi brevi ed essenziali. Chiusa ad effetto. Riparti. I miei studenti del liceo artistico, devono conoscere Matteo Bussola. È un fumettista e loro, che amano disegnare, non possono non leggere i suoi testi così chiari e intensi, devono saper guardare e saper andare in fondo, oltre a dividere la scena in quadri. Devono saper scrivere, interrogarsi. Scegliere. Spegni il motore. Scarichi la spesa. Entri in casa. E saper leggere qualsiasi tipo di testo.

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