di Demetrio Paolin
Seduto allo stand della Romania, penso a Duckadam.
In realtà aspetto Norman Manea per parlare con lui dei suoi nuovi libri, ma la mia testa mentre lui non arriva ritorna a quel portiere magro e grandissimo, uno dei migliori, che nella finale della Coppa dei Campioni parò quattro rigori, facendo vincere la competizione allo Steaua di Bucarest. Era il 1986, i giocatori erano molto magri e longilinei, il calcio era più lento, meno muscolare e chiunque, io per primo, guardandolo dalla televisione si illudeva che un giorno ci sarebbe stato posto anche per lui.