di giuliomozzi

Enrico Manfrini, papa Giovanni XXIII
Si sente dire, si legge in continuazione: la chiesa è sempre più invadente, si intromette in qualunque questione, il governo italiano è prono davanti alla chiesa, non desidera altro che compiacerla, la chiesa è più potente delle istituzioni, la chiesa vuole sostituirsi allle istituzioni, il papa non avrà divisioni ma ha un potente gruppo parlamentare, ci sono parlamentari e ministri che prendono ordini dalla chiesa, basta che il papa parli e il parlamento ubbidisce, eccetera eccetera. Con una immagine divertente, qualche giorno fa Andrea Inglese (in Nazione indiana,
qui) ha restituito vivacità a questo
luogo comune (e ricordo che si danno luoghi comuni veri e luoghi comuni non veri):
C’è già la rottura di palle delle finestre. Che non puoi più lasciarle aperte, manco per cinque minuti, che ti ritrovi un vescovo in casa. Sono abilissimi, nonostante la faccia raggrinzita, il corpo mummificato, e il tonacone abbottonato, inforcano facilmente il davanzale, e hop! sono dentro casa a ravanare tra le tue cose. E un vescovo mica lo puoi cacciare via in malo modo, come fosse un rumeno qualsiasi o un ladro. […]
Ora: premettendo (e sia ben chiaro) che qui quando parlo di chiesa adotto l’uso comune di questa specie di discorsi, e intendo la gerarchia della chiesa cattolica (papa, vescovi, conferenze episcopali e via dicendo), vorrei dire che, secondo me le cose non stanno per niente secondo il luogo comune.
(more…)