Posts Tagged ‘Antonio Franchini’

Dieci cose che ho pensate nel tempo sul conto degli editori, e che con l’esperienza si sono rivelate vere o false

8 giugno 2017

1992. Fotografia di Basso Cannarsa

di giuliomozzi

1. Quand’ero, boh, diciottenne, diciannovenne, mi facevo dare nelle librerie i cataloghi degli editori (allora esistevano i cataloghi stampati) e poi a casa me li studiavo. Confusamente, nella mia ingenuità, identificavo l’editore con il suo catalogo, cioè con i libri pubblicati. In quelle liste cercavo una logica, un’organizzazione: e in certi casi (esempi massimi: Laterza, Il Saggiatore, Einaudi, ec.) la trovavo facilmente. Questo il mio primo pensiero. Era vero, allora. Oggi è ancora vero, ma non è più reale.

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La formazione dell’insegnante di scrittura creativa, 5 / Antonella Cilento

22 gennaio 2015

di Antonella Cilento

[Chi volesse proporsi per la rubrica dedicata alla formazione dell’insegnante di scrittura creativa – che esce il giovedì – mi scriva, mettendo nell’oggetto il titolo della rubrica stessa. Ringrazio Antonella per la disponibilità. gm]

antonella_cilentoSono ormai trascorsi ventidue anni dalla prima lezione di scrittura che tenni nell’asilo di Esperimento 20, a Napoli, come attività sperimentale parallela alla formazione che facevamo, una ventina di persone di varia età, da ormai sei anni nel sottoscala dell’asilo reichiano.
Avevo iniziato quando ne avevo grosso modo diciannove, l’associazione si chiamava La Bottega del Liocorno, il progetto Teatro dell’Anima. Alla prima lezione, per coincidenza il giorno del mio compleanno, eravamo in sei. Una delle allieve di allora, Laura, sarebbe rimasta un’amica per tutti gli anni a venire e, a un certo punto, avrebbe fatto anche da ufficio stampa alle mie iniziative.
E fra le allieve, per paradosso, c’era anche la mia prima insegnante di scrittura creativa (e l’unica, essendo nel 1993 la questione letteralmente agli albori e avendo io mancato, ahimè, alcune lezioni, pochissime prima di morire, tenute a Napoli da Domenico Rea), ovvero Gabriella Ventrella, con cui avevamo seguito, anche lì in pochissimi, un corso durato alcuni incontri.
Nel 1993 l’unica scuola di scrittura già esistente in Italia era Omero a Roma – e a anche lì, un giorno, andai con un mio allievo di allora a seguire una lezione. E prima ancora c’erano state, purtroppo lontanissime per le mie finanze ai tempi, le magnifiche e indimenticabili lezioni di Giuseppe Pontiggia, che si trovano in parte registrate per Radio Tre e che ancor oggi mi sembrano il non plus ultra dell’insegnamento della scrittura e vado a riascoltare quando devo imparare qualcosa di nuovo.

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Nove mesi di Bottega di narrazione (con annuncio finale)

28 settembre 2011
Giovane scrittore emergente, colto nella fase di immersione

Giovane scrittore emergente, colto nella fase di immersione

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“Prima che un testo diventi libro”

20 agosto 2011

Il quotidiano il manifesto ha avviata ieri 19 agosto la pubblicazione di una serie di pagine dedicate all’editoria, a cura di Francesca Borrelli. L’avvio è piuttosto interessante.

Preleva gli articoli come testo. Preleva gli articoli come ritagli.

“Istruttivo, ma alla fine senza infamia”

13 gennaio 2011

di Maurizio Bono

[Questo articolo di Maurizio Bono è apparso oggi nel quotidiano La Repubblica].

Oreste Rossi

Oreste Rossi

I libri tolti di mezzo prima o poi ritornano, anche dopo una rimozione così chirurgica da farne quasi perdere memoria. Nel marzo ’98 i racconti di Giulio Mozzi Il male naturale erano appena usciti per Mondadori quando il deputato leghista Oreste Rossi minacciò di denunciare l’editore per la comparsa sul sito di Segrate di tre pagine del libro, “di carattere altamente pornografico, in cui vengono descritte scene di sesso esplicito tra adulti e bambini”. Seguì un’interrogazione parlamentare senza sviluppi, ma nel frattempo il brano fu cancellato dal sito e il libro sparì dalle librerie. Aveva fatto in tempo a raccogliere recensioni (positive e no) e un giudizio di Geno Pampaloni sul racconto più scioccante, “Amore”, quello finito su internet, che restituisce torto e ragioni dello scandalo: “Crudele, freddo, privo di compiacimenti stilistici”, ma la pedofilia “è un tema decisamente sgradevole e la scelta mi lascia perplesso anche in un libro”.

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