Posts Tagged ‘Albert Einstein’

Come sono fatti certi libri, 31 / “Le note del guanciale”, di Sei Shōnagon

22 novembre 2017

Da The Pillow Book, film di Peter Greenaway, 1996

di Valentina Durante

Tutti sanno che una cosa è impossibile da fare, finché arriva un giapponese che non lo sa, e la inventa. Questa rilettura irriverente di una celebre frase attribuita ad Albert Einstein (“Tutti sanno che una cosa è impossibile da fare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa, e la inventa”) è forse il modo migliore per introdurre un genere – la letteratura femminile del periodo Heian – del quale il Makura no sōshi, ovvero Le note del guanciale, è uno degli esempi più noti e pregevoli.
È risaputo che un contesto socio-politico in cui le donne hanno posizione subalterna e opportunità limitate non può che produrre un’arte femminile altrettanto limitata, dove le eccezioni notevoli – che ovviamente ci sono – sono spesso costrette a mascherarsi dietro pseudonimi maschili.
Ma le dame di corte giapponesi dell’anno Mille questo non lo sapevano. E così, pur obbligate a una condizione di inferiorità e isolamento, queste nyōbō (女房) hanno dato origine a un fenomeno che probabilmente non ha eguali in nessun altra parte del mondo: il netto predominio, nella letteratura prodotta in lingua autoctona, di testi scritti da donne. Predominio che non è solo quantitativo, ma anche e soprattutto qualitativo e di immaginario: tanto che molti uomini, quando a questi testi hanno deciso di accostarsi come autori, hanno scelto di utilizzare degli eteronimi femminili. Si sono finti donne.
Come è potuto succedere?

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Relatività a fumetti

4 giugno 2015

di Marco Candida

Il testo che segue raccoglie tre pezzi separati tra loro: una recensione a un film, una recensione a un libro e l’incipit di un racconto. Il film è Ritorno al futuro. Il libro è il saggio La relatività a fumetti. Il racconto s’intitola “Tornare ad Aurora”, sul viaggio nel tempo.

Ritorno al futuro

hoverboard-back-to-the-future-part-2-michael-j-foxSe si leggono i commenti in calce ai video sulla rete relativi a Ritorno al futuro di Robert Zemeckis con Michael J. Fox ci si rende conto che molti commentatori rilevano quanto quel film abbia contraddizioni e sia zeppo di buchi e cose impossibili dal punto di vista logico. Le critiche sono fondate; ma lo sono se come perno che fa ruotare su se stesso il mondo di Doc e Marty si tengono le leggi einsteiniane. In realtà, il mondo di Marty McFly e Doc Brown non ruota grazie alle leggi einsteiniane, ma grazie a quelle freudiane. In altre parole, Ritorno al futuro è straordinariamente cialtrone quando si riferisce a Einstein, ma diventa straordinariamente preciso quando si riferisce a Freud. Il punto è che questa duplicità, se si presta attenzione, appare voluta: e c’è un dettaglio che lo indica. Ogni volta che Doc e Marty si mettono a parlare di viaggio nel tempo e delle modalità con le quali avviene il viaggio nel tempo, ogni volta che Doc o Marty forniscono una spiegazione scientifica del viaggio, ecco che prendono a parlare concitatamente, i dialoghi accelerano e per lo spettatore diventa quasi impossibile capire precisamente che diavolo quei due stiano blaterando. Si capisce soltanto che sono questioni tecniche, scientifiche, complesse. Invece quando è il momento di parlare di sentimenti e di triangolazioni edipiche tra padri-madri-figli ecco che i personaggi si mettono a parlare normalmente, tutto è comprensibile, per quanto balzano. Persino le corrispondenze sono precise. Quando Marty viaggia venticinque anni avanti nel futuro e incontra sua figlia, chi è l’interprete della figlia? E’ Michael J. Fox stesso. Sì, perché le figlie somigliano al padre: le figlie sono papà in gonnella. Invece quando incontra suo figlio, Marty incontra un perfetto imbecille. Perché i figli assomigliano ai nonni (e il papà di Marty è un imbecille) e anche un po’ ai padri, nel carattere. E quando Marty torna nel 1885 incontra un suo trisavolo irlandese e chi lo interpreta? Ma sempre Michael J. Fox, ovviamente! Perché ciascuno di noi assomiglia a qualche bis-tris nonno precedente. Il quale bis-tris nonno si è sposato con una bis-tris nonna che guarda caso assomiglia alla propria mamma. Come dire che date certe caratteristiche psico-fisiche si attirerà sempre e solo quella donna. Sempre la stessa: non c’è scampo. Affinità elettive. La chimica è tutto. Gli atomi di cui siamo fatti.

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