Archive for the ‘Ricchezza e povertà della letteratura’ Category
21 aprile 2017

L’attuale Biblioteca universitaria alessandrina
di Fiammetta Palpati
[Gli altri articoli della discussione in corso].
Provo a contribuire con una digressione a questo interessante dibattito innescato da Policastro, rilanciato da Mozzi e ripreso, nei suoi diversi addentellati, dai numerosi e rilevanti interventi.
Molto interesse hanno suscitato in me – per ragioni anche personali – soprattutto i contributi che, esplorando le coppie antinomiche «facile/difficile» e «semplice/complesso», hanno cercato di distinguere e semplificare una materia che è – appunto – complessa. Tanto più se si estende l’osservazione al di fuori dall’ambito letterario e si instaurano parallelismi tra diverse forme artistiche, o mezzi espressivi, o di dichiarato intrattenimento (e con questo ultimo termine ho già evocato, senza distinguere, ahimè, annose questioni sul «valore» del mezzo, quando non dell’opera). Mozzi ha sostenuto che si è generata una certa confusione (e se lo dice lui sarà bene fidarsi) tuttavia se semplificare è l’atto di ridurre dal molteplice all’unico (il semplice è, primariamente, il costituito da un unico elemento – il «piegato una sola volta» dell’etimologia – e solo secondariamente – in modo figurativo – sinonimo del facile) io sono ben contenta che tutto ciò che ho letto in questi giorni, e su cui ho ragionato, abbia contribuito innanzitutto a rendere più complesso – e quindi più ricco, più sfaccettato, più piegato – il mio pensiero in merito a certe questioni letterarie. Farò del mio meglio per contribuire alla confusione.
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Tag:Alain Robbe-Grillet, Francesco Orlando, Franz Kafka, Georges Perec, Gilda Policastro, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Jonathan Franzen, Ludovico Ariosto, Marco Terracciano, Stefano Brugnolo
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20 aprile 2017

di Edoardo Zambelli
[Altri articoli sullo stesso argomento].
Una premessa d’obbligo. Non sono un grande videogiocatore e le mie considerazioni qui sono solo approssimazioni, ragionamenti su quel poco che so, e non intendono essere in alcun modo esaustive, solo dare uno spunto in più alla discussione. I videogiochi mi piacciono, ci sono cresciuto, ci gioco ancora ogni tanto, ma sono sicuro che c’è gente molto più preparata di me sull’argomento e che saprebbe argomentare meglio e arricchire ancora di più la discussione.
Detto questo, parto di nuovo dalla domanda, così come formulata da Giulio Mozzi: perché alla letteratura si chiede semplificazione e, invece, a film, serie tv e videogiochi si chiede sempre più complicazione?
Dato che, come ho detto, la mia conoscenza del mondo dei videogiochi è parziale, dico già da ora che la mia riflessione riguarderà un ambito (o, se si vuole, un genere) in particolare, quello delle avventure grafiche, e i suoi derivati (tra l’altro, le stesse avventure grafiche sono un derivato di quelle che una volta erano le avventure testuali), che comunque sono i videogiochi “narrativi” per eccellenza.
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Tag:Edoardo Zambelli, George Lucas, Roberta Williams, Ron Gilbert, Tim Schafer
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19 aprile 2017
di Demetrio Paolin
[Altri articoli sullo stesso argomento]
Scriptor, non doctor. Questa breve glossa di Benvenuto da Imola al verso 27 del canto X del Paradiso mi è venuta in mente leggendo i diversi contributi che, qui su vibrisse ma anche su altri siti e social network, sono apparsi dopo la pubblicazione dell’articolo di Gilda Policastro sull’eutanasia della critica e delle due recensioni della Marzano e di Trevi all’ultima fatica di Siti.
Quando nascono queste polemiche e discussioni, io ho un problema ovvero devo capire da dove parlo
La cosa più comoda in questo caso è definirmi: in che veste prendo la parola? (Lo so che è un problema tutto mio, ma secondo me è sempre necessario capire chi è che parla) Parlo da scrittore? Parlo da critico che collabora con alcune testate e giornali nazionali? Scrittore/Critico. Una delle tensioni sottotraccia che mi è parso di ravvisare nelle diatribe di questi giorni è appunto l’eterna distinzione tra critico e scrittore.
Io mi sono guardato dentro, ho provato a osservare le cose che faccio ogni giorno, quando apro il pc e mi metto davanti a una pagina di word o davanti a un libro che leggo. Io faccio dei discorsi, dei ragionamenti in cui provo a dire come è il mondo, quale è la mia idea di bellezza, di giustizia di amore o di letteratura. In questo senso la divisione tra critico e scrittore è fuorviante: il critico è uno scrittore ovvero una persona che scrive immaginazioni, e che declina la sua particolare visione di mondo tramite una riflessione su testi altrui.
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Tag:Christopher Nolan, Emanuele Trevi, Gilda Policastro, Michela Marzano, Radiohead, Walter Siti
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18 aprile 2017
Tag:Alesslandro Manzoni, Camillo Benso di Cavour, Fernandel, Gaspara Stampa, Giacomo Leopardi, Isabella Teotochi Albrizzi, Louise Veronica Ciccone, Luigi Cadorna, Moira Orfei, Pellegra Bongiovanni, Sansevero, Torquato Tasso, Ugo Foscolo
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18 aprile 2017

Due eroi della narrativa d’intrattenimento
di Alberto Cristofori
[Ricevo e volentieri pubblico. Altri articoli sullo stesso argomento. gm]
La discussione innescata da Gilda Policastro e poi sviluppata da Giulio Mozzi e altri [Alessio Cuffaro, Valentina Durante, Edoardo Zambelli, Alessandro Canzian, gm] sullo spazio gestito da quest’ultimo [e altrove, gm] ha suscitato in me qualche riflessione che spero possa risultare utile. Provo a dire sinteticamente.
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Tag:Alberto Cristofori, Alessandro Canzian, Alessio Cuffaro, Andrea Camilleri, Bonelli, Carlo Emilio Gadda, Dante Alighieri, Edoardo Sanguineti, Edoardo Zambelli, Elsa Morante, Gilda Policastro, Giovanni Boccaccio, Giovanni Guareschi, Italo Calvino, Luigi Meneghello, Luigi Pirandello, Paul Celan, Pier Paolo Pasolini, Sebastiano Vassalli, Teresa Ciabatti, Umberto Eco
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17 aprile 2017

di Marco Terracciano
[Ricevo da Marco Terracciano, laureando in lettere moderne, e volentieri pubblico. Altri articoli sullo stesso argomento. gm].
«Come mai, era la domanda, si ritiene che il pubblico di massa sia in grado di decodificare film complessi quali di fatto sono i film di Nolan (Inception ma si potrebbe dire Interstellar o The prestige, allo stesso modo) etc. e invece in letteratura finanche ai libri che partono come non commerciali (come, per dire, i miei) si richiedono degli accorgimenti editoriali volti a facilitare la comprensione dei lettori?» [Gilda Policastro, in Facebook, in risposta alla riflessione di Edoardo Zambelli in vibrisse]
Credo ci si debba accordare sul concetto di complessità. Non è certamente inopportuno mettere a confronto opere che appartengono a due canali mediatici differenti, dal momento che pur sempre di narrazioni si parla: è, secondo me, fuorviante ritenere un film come Inception un’opera complessa. Non è tanto la forma del contenuto – prendo il prestito la terminologia del linguista Hjelmslev adottata da Francesco Orlando nella sua teoria freudiana della letteratura – a determinare la difficoltà della decodificazione; è piuttosto la forma dell’espressione ad alzare un muro, a sfidare la pazienza del fruitore dell’opera narrativa.
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Tag:Biblioteca di Sarajevo, Christopher Nolan, Dan Brown, Edoardo Zambelli, Francesco Orlando, Gilda Policastro, Gus Van Sant, J. K. Rowling, J. R. R. Tolkien, Jonathan Franzen, Ken Follett, Louis Trolle Hjelmslev, Marco Terracciano
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16 aprile 2017

Un fotogramma da “Melancholia” di Lars Von Trier
di Edoardo Zambelli
[Edoardo Zambelli mi ha scritto una lettera e mi ha autorizzato a pubblicarla. gm].
Ho letto la nuova discussione in vibrisse. C’è qualcosa che continua a non convincermi, ed è probabile che sia io a non aver afferrato il punto.
Non riesco a capire se si parla di complicazione/semplificazione di forme narrative (cui sembra alludere la Policastro quando parla della decodificazione di Inception e del suo Cella, per altro molto bello) o se si parla del perché si promuove di più una cosa che non un’altra (quindi la questione diventa, sostanzialmente, marketing).
Lo dico perché, a seconda della prospettiva, le risposte potrebbero essere differenti.
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Tag:Alejandro González Iñárritu, Alessio Cuffaro, Béla Tarr, Christopher Nolan, David Lynch, Edoardo Zambelli, Emir Kusturica, Ethan Coen, Gilda Policastro, Joel Cohe, Lars Von Trier, Lech Majewski, Leonardo Di Caprio, Michael Caine, Paolo Sorrentino, Quentin Tarantino, Steven Spielberg, Terrence Malik, Tim Burton, Tom Hardy
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16 aprile 2017

Cristoforo Colombo alla ricerca di nuovi mecati
di Valentina Durante
[Valentina Durante ha inserito in calce al mio appunto Perché alla letteratura si chiedei di impoverirsi, mentre altri media narrativi (cinema, serie tv, videogiochi) continuano ad arricchirsi un interessante commento. Lo riporto qui (tagliando il cappello) perché credo che sia un buon punto di svolta della discussione. gm]
[…] Lavorando nel marketing e nella pubblicità, so per esperienza che il pubblico (o per essere più precisi il target) non va solo cercato ma anche creato. Che un’azienda che si proponga degli obiettivi commerciali di medio e lungo periodo (non solo di breve e di brevissimo) debba investire anche in formazione (e in certi casi pure in alfabetizzazione vera e propria) del suo pubblico. Questa formazione ha un costo: e non sempre questo costo è sostenibile e non sempre viene recuperato, almeno nell’immediato.
Le domande da porsi sono dunque, secondo me:
Quali settori (parlo di cultura e intrattenimento) hanno investito, negli ultimi dieci quindici anni, nella formazione/crescita del proprio pubblico?
Quali settori hanno – per caratteristiche intrinseche e per congiuntura di mercato – la possibilità finanziaria di continuare (o cominciare) a investire nella formazione/crescita del proprio pubblico?
Quali settori hanno – per caratteristiche intrinseche e per la congiuntura di mercato – la possibilità finanziaria di lavorare nell’ottica di piani di sviluppo a cinque, dieci, quindici anni, e non solo a dodici mesi (arco temporale di un piano di marketing standard)?
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Tag:Alain Robbe-Grillet, Nestlè, Nike, Valentina Durante
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16 aprile 2017

La complessità è a sinistra, la semplicità a destra
di giuliomozzi
Ieri pomeriggio Alessio Cuffaro ha pubblicato in Gli stati generali un articolo nel quale discute gli articoli di Gilda Policastro La più amata dagli italiani. Teresa Ciabatti e l’eutanasia della critica e il mio Perché alla letteratura si chiede di impoverirsi mentre altri media narrativi (cinema, serie tv, videogiochi) continuano ad arricchirsi?.
Poiché l’articolo mi pare un coacervo di incomprensioni, imprecisioni e vaghezze logiche, mi permetto di commentarlo quasi punto per punto. Se non altro allo scopo di tutelare il mio diritto a rispondere di ciò che dico e non di ciò che non ho detto.
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Tag:Alessandro Manzoni, Alessio Cuffaro, Banksy, Gilda Policastro, Radiohead, Stig Dagerman, Teresa Ciabatti
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15 aprile 2017

di giuliomozzi
[A questo mio articolo ha risposto Alessio Cuffaro qui. Ho commentato l’articolo di Cuffaro qui. Valentina Durante ha dato un’interessante svolta alla discussione qui. Edoardo Zambelli ha precisato alcune cose qui].
Per ragioni private che non sto qui a contarvi frequento assai poco la televisione (la guardo, talvolta, la mattina presto, nelle camere d’albergo), ancora meno il cinema (l’ultima volta che entrai in una sala fa il lunedì di Pasqua del 2007), e quasi per nulla i videogiochi. Invece libri ne leggo tutti i giorni. Questo per dire qual è il mio livello di competenza, sia pure come semplice fruitore, di certe cose.
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Tag:Agatha Christie, Alain Robbe-Grillet, Alberto Sordi, Angela Molina, Carole Bouquet, Ettore Scola, Fernando Rey, Friedrich Dürrenmatt, Gabriele Frasca, Gilda Policastro, Kylie Minogue, Luis Buñuel, Michel Gondry, Nanni Balestrini, Nino Frassica, Zbigniew Rybczyński
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